Tutto pronto, all’Arena Lviv, per il magico primo debutto in Europa League della sorpresa Östersunds. E alla fine, come nelle favole, il FK di Graham Potter, dopo aver eliminato gli altisonanti Galatasaray e PAOK, si è pure concesso il colpo esterno in terra ucraina ai danni del Luhans’k (nella zona sud-orientale del paese, ma il match si è giocato a circa 1400 km, a Leopoli). Una trasferta pure per i ragazzi di Vernydub, che sul campo però hanno dovuto sottostare alla dura legge dei rossoneri. Centrare l’Europa League, per un club svedese nato da 21 anni, è un’impresa a tutti gli effetti. Esserci, sarebbe stato sufficiente.
Primo tempo – All’esordio di sempre in Europa League, Graham Potter non si scosta dal solito 4-4-2: la sorpresa semmai riguarda il ruolo di terzino destro, dove gioca l’ala Curtis Edwards (inglese in campo, così come Hopcutt preferito a Gero per affiancare Saman Ghoddos) e non Ronald Mukiibi dirottato invece a sinistra. Interessante poi notare come lo Zorya, alla sua seconda partecipazione consecutiva nell’ex Coppa Uefa, schieri solo il brasiliano Iury come straniero: prospettiva opposta a quella degli svedesi, in campo con soli cinque scandinavi. In ogni caso, sul campo la pressione dei padroni di casa obbliga spesso l’Östersunds ad affrettare decisioni. Spesso, purtroppo per Potter, il tutto si traduce con gran palloni perduti dalla retroguardia. Tante disattenzioni in fase d’impostazione, è vero, ma la mediana del Fotbollsklubb è dinamicissima e si serve della grinta di capitan Nouri per compensare con la corsa alle carenze tecniche. Scelta saggia, visto che il primo brivido lo regalano proprio i rossoneri con un diagonale di Hosam Aiesh terminato a lato di poco (8′). La gara procede tranquilla, lo Zorya si difende mentre l’Östersunds tenta di offendere, poi gli ucraini prendono le contromisure e tentano di aumentare il ritmo. Una partita a scacchi continua, fatta di azioni personali (Gromov) e lanci nel vuoto a cercare un’invenzione di Ghoddos o chi per lui. Complessivamente sono Gordienko e Ghoddos i due aghi della bilancia: i due fantasisti, una volta col pallone tra i piedi, cercano di rompere la fase di stallo (e quasi ci riesce il secondo, con un’azione che Papagiannopoulos conclude a rete trovando una deviazione, forse con la mano, da parte di un difensore dello Zorya). Polemiche a parte, si continua e il possesso palla resta agli svedesi: si vivrà con capovolgimenti di fronte improvvisi, prima Hopcutt a crear scompiglio, poi Gromov a vedersi salvar un gol fatto da Papagiannopoulos. Le occasioni per gli ucraini si contano a grappoli, specie quelle su palla inattiva dove stranamente Pettersson e colleghi hanno sofferto più del normale.
Secondo tempo – Aprire la ripresa senza aver segnalato parate importanti sarebbe un antidoto bello e buono al calciospettacolo. Ma siamo a Leopoli e qui vige la sagra del pragmatismo, fino al 49′ quando Gromov prova la conclusione a giro che si spegne per pochissimo sul fondo. Errore che lo Zorya pagherà carissimo, sicché sul capovolgimento di fronte la difesa ucraina è messa male e tra le linee c’è Ken Sema che inventa per Saman Ghoddos. Il fantasista 24enne, col numero 93 sulle spalle, ha allora beffato Lunin per il vantaggio dell’Östersunds. Alla prima vera chance capitatagli sui piedi, l’iraniano ha confermato la sua prolificità (chiedere al PAOK per ulteriori informazioni, dopo la doppietta rifilata ai bianconeri). Poco dopo Potter rabbrividirà su un tiro al volo scagliato dal destro di Lunev, che colpirà la traversa da posizione defilata, ma una volta scampato il pericolo l’inglese sostituirà Hopcutt con Mensah arretrando sensibilmente il baricentro. Al 62′ Aly Keita è strepitoso nel dire di no al fulmineo guizzo di Karathin, mentre nel complesso lo Zorya non sfrutta i metri (e le occasioni) concessi dagli svedesi. Potter manda nella mischia Somi per Mukiibi, e proprio il neo entrato si mette in mostra: combinazione col quasi omonimo Sema e perfetto inserimento del numero 20 in area chiuso però da Lunin. Al 70′ è ancora Östersunds, con un iniziativa di Somi deviata da Lunin proprio sui piedi di Ghoddos, che in sforbiciata ha però trovato il prodigioso salvataggio sulla linea di porta da parte di Checher. Vernydub concede spazio al serbo Ljubenovic, mentre i rossoneri gestiscono e ripartono con Aiesh. All’80’ Potter manda sul campo Alhaji Gero, per capitan Nouri, e una mossa a tratti incomprensibile si trasformerà ben presto nel punto del definitivo ko. E c’è da dire che, come nel caso di Gabriel Somi, ancora una volta il tecnico inglese azzeccherà la sostituzione. Nel finale la difesa dell’Östersunds si riscopre perfetta, chiude tutto e Leopoli fischia Keita perché colpevole di aver ritardato un rinvio. Lo Zorya si fa avanti, a all’89’ rischia di pareggiare: corner, uno dei tanti, poi colpo di testa di Checher a porta sguarnita con tanto di essenziale salvataggio di Pettterson sulla linea di porta. E se gli svedesi si chiudono a riccio, i 4 minuti di recupero vedono protagonista Gero: il numero 9 ospite infatti si è regalato un mancino da posizione defilata per chiudere definitivamente i conti in Ucraina. La gara perfetta, pur con qualche errore e un po’ di fortuna, era appena stata messa a referto.
Il tabellino:
Zorya (4-1-4-1): Lunin; Karavaev, Checher, Svatok, Sukhotsky; Grechyshkin (dal 53′ Kharatin); Gromov, Gordienko, Andrievsky (dal 73′ Ljubenovic), Lunev (dall’84’ Kabaev); Iury. All: Vernydub
Östersunds (4-4-2): Keita; Edwards, Papagiannopoulos, Pettersson, Mukiibi (dal 67′ Somi); Aiesh, Nouri (dall’80’ Gero), Bachirou, Sema; Hopcutt (dal 58′ Mensah), Ghoddos. All: Potter
Reti: 50′ Ghoddos, 90′ Gero. Ammoniti: Kharatin (Z), Bachirou, Mensah, Aiesh (O). Arbitro: Klossner (Olanda)