Per quanto il non possa stravolgere in alcun modo la Liga il Clasico di ieri sera lascia importanti informazioni sul finale di stagione del Real Madrid: Zidane per la prima volta ha vinto una partita che conta davvero ed ha dimostrato di saper essere la guida giusta di questa squadra.
Il KO nel derby contro l’Atletico e la qualificazione semi sofferta contro la Roma avevano gettato ombre sulle qualità di tecnico di Zizou che aveva bisogno di un grande evento per mettere in mostra la sua validità. Camp Nou nel giorno della commemorazione di Cruyff, niente male come palcoscenico per ottenere il primo vero grande successo in carriera da allenatore: il Real di ieri non è niente di nuovo o di stravolto rispetto alle passate partite, solo che sa assorbire al meglio gli episodi ed è più lucido mentalmente.
Zidane questa volta ha saputo tenere in piedi la sua squadra, graziata dall’errore di Suarez che probabilmente avrebbe dato il via all’ennesimo show blaugrana. Il Pistolero sbaglia il colpo e le merengues la vincono coi nervi: nell’esultanza di Ronaldo c’è tutto il sacrificio di una squadra costretta a dare tutto per poter arrivare al livello di quei marziani che difendono i colori della Catalogna.
Ancora qualcosa da limare (vei l’espulsione di Sergio Ramos, mai calmo in partite così sentite) ma finalmente una vera e propria affermazione di spessore: moralmente questo successo potrebbe incidere tanto quanto incise l’imbarcata del girone di andata che diede il via al tracollo definitivo dell’era Benitez. Una vittoria che anche questa volta vale di più per il morale e che potrà essere il giusto sprint per provare a fare il colpaccio in Champions ddove il Wolfsburg sembra un avversario tutt’altro che proibitivo.
Zidane apprende da allenatore e arriva ai primi grandi successi: la svolta sta principalmente nello sblocco mentale dei giocatori in queste partite, poi fare bel calcio con tanto talento non è poi così impossibile.
La grande risposta di un Real che ha ancora il tempo di dire la sua: Zidane ha tracciato la strada e adesso sogna di portare la Champions numero 11 al Bernabeu.
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