Con ben tre turni di anticipo sulla fine del campionato lo Zenit San Pietroburgo si assicura il titolo di campione di Russia. Una vittoria meritatissima che non è mai stata messa veramente in discussione con una squadra che ha vacillato in pochissime occasioni e che ha fatto del gioco offensivo la sua arma migliore.
Dopo la grande esperienza all’Ufa Semak è riuscito a diventare subito grande fra i grandi. Dopo soli due anni era riuscito a portare la squadra baschira ai preliminari di Europa League, mentre quest’anno si trova al terz’ultimo posto con una Premier League tutt’altro che sicura nella prossima stagione. Lo strepitoso risultato ha fatto sì che lo Zenit puntasse su di lui per il dopo Mancini e mai scelta fu più corretta. L’inizio era stata positivo sul piano dei risultati, ma abbastanza deludente su quello del gioco, ma non appena la squadra ha assimilato i dettami tattici del tecnico il grande calcio non è mancato. La copertina se l’è presa l’ultimo arrivato quel Sardar Azmoun che dopo la strepitosa Coppa d’Asia con l’Iran è passato dal Robin Kazan dalle parti di San Pietroburgo per iniziare a segnare a raffica dando ricambio al forte Dzyuba e permettendo un gioco più fluido. Il centravanti russo infatti è attaccante molto pericoloso in area di rigore ma anche abbastanza statico. Ben diverso il mediorientale che fa del lavoro di squadra una delle sue caratteristiche migliori. La rete del titolo l’ha realizzata l’argentino Sebastián Driussi, esterno di sinistra che ha finalmente spiccato il volo dopo l’altalenante annata passata. A centrocampo le cose sono cambiate e non poco rispetto a un anno fa e anche qui è stato decisivo il mercato di gennaio. Oltre al ritorno dell’esperto Noboa fondamentali gli acquisti dell’argentino del Boca Juniors Barrios e del centrocampista del Rubin Kazan Ozdoev. Un misto di forza fisica e piedi buoni che hanno permesso al centrocampo pietroburghese di svoltare. In difesa i sempreverdi Zhirkov e Ivanović hanno disputato l’ennesima grande stagione della loro carriera, ma a salire in cattedra è stato senza dubbio Andrey Lunev. Il portiere moscovita a ventotto anni è finalmente diventato grande e si è mostrato all’Europa come uno dei numeri uno più affidabili in circolazione. Estremo difensore non troppo spettacolare, anche se le parate da copertina non sono mancate, ma con grandissimo senso della posizione ed essenziale. Imperiale nell’1-1 di Mosca con lo Spartak dove ha salvato la squadra in varie circostanze e dove si è veramente pensato che il titolo avrebbe viaggiato verso San Pietroburgo.
Dopo le tanti delusioni di questi anni lo Zenit torna in Champions e lo farà in grande stile partendo dalla prima fascia dove cercherà in tutti i modi di fare quanta più strada possibile. Ma adesso per la banda di Semak non è tempo di pensieri al futuro, ma bisogna solo godersi il presente perché San Pietroburgo è al centro della Russia calcistica, San Pietroburgo è campione.
Il centro “Vismara”, sede delle giovanili del Milan, è stato scelto per la sua eccellente…
Il buon momento di forma del Real Madrid e soprattutto di risultati di questa fine…
Guardiola senza pace. In un momento in cui nulla sembra andare per il verso giusto…
Lautaro ha realizzato solo cinque gol in Serie A in 15 partite, un bottino ben…
Il belga è felice nella capitale e i giallorossi vogliono strapparlo definitivamente al Milan: ecco…
Se non si dovesse trovare una quadra per la prossima stagione il mister di Testaccio…