Ecco i sei giovani talenti da non perdere di vista in una competizione che, come la Champions League, ha cambiato format
Non solo la Champions. È iniziata anche la Youth League, la massima competizione continentale del calcio giovanile. E ha cambiato format: sono sei le squadre italiane ai nastri di partenza e per Bologna e Sassuolo è un debutto storico. Adesso le squadre partecipanti sono divise in due percorsi: Champions e campioni nazionali. Entrambi disputati nel corso dell’anno, prima di riunirsi per la fase a eliminazione diretta. Il primo include le 36 squadre giovanili dei club che si sono qualificati alla fase a gironi dei grandi. Per i ragazzi cambia la durata: è limitata alle prime sei giornate, con le stesse partite disputate in entrambe le competizioni (tre in casa e tre in trasferta). Le prime 22 classificate accedono ai sedicesimi. Sono eliminate le formazioni dal 23° posto in giù.
Invece, il cammino dei campioni nazionali è stato ristrutturato per includere tutte le federazioni affiliate alla Uefa: sono 52, in precedenza la partecipazione era limitata alle prime 32. Sono previsti tre turni di gare andata e ritorno anziché due: passano il turno dieci formazioni. Poi ci sarà la fase di eliminazione a diretta. La Youth League si concluderà, come sempre in questi anni, con la Final Four giocata in campo neutro. E tante sono le promesse delle squadre Primavera da tenere d’occhio in questa competizione. Vediamo i migliori talenti.
La certezza di Borna Knezovic è quella di essere un cecchino sotto porta. In area di rigore sbaglia davvero poco. Ha già segnato cinque reti in quattro gare di campionato. È un trequartista croato nato nel 2005 e con i neroverdi di Emiliano Bigica, nel 4-2-3-1, può giocare mezzala o trequartista con licenza di inventare. Dietro le punte riesce a servire benissimo gli attaccanti e trova sempre lo spazio giusto per far male alle difese avversarie. Il Sassuolo, che punta a tornare in serie A dopo la retrocessione della scorsa stagione, lo ha già blindato, facendogli firmare il rinnovo con il club fino al 2027. È stato protagonista anche nella finale scudetto contro la Roma con un assist. I neroverdi sono al debutto nella Youth League, ma con Knezovic può sognare in grande.
Da una debuttante a un’altra. Dal Sassuolo al Bologna. Ecco Tommaso Ravaglioli, classe 2006. È il jolly tuttofare dei rossoblù, che si sono qualificati alla Youth League grazie al quinto posto della prima squadra allenata nella scorsa stagione da Thiago Motta, ora alla Juventus. Ravaglioli può giocare come seconda punta o esterno alto a sinistra. Finora ha realizzato una rete contro il Genoa in campionato e servito già tre assist per i compagni. I suoi idoli? Questo giovane talento si ispira a Lautaro Martinez e Luis Suarez. Soltanto due anni fa in Under 17 ha segnato 25 gol in 24 partite. Numeri molto ma molto importanti. Aveva cominciato la scorsa stagione con l’Under 18, poi è stato promosso in Primavera da sotto età. E anche qui ha colpito nove volte con due assist. E ora può sognare la Youth League.
È la certezza dell’Atalanta e del suo allenatore Giovanni Bosi. Lorenzo Riccio è un figlio d’arte: suo padre Luigi dopo aver chiuso la carriera da calciatore è diventato lo storico vice di Ivan Gennaro Gattuso. I due si sono separati dopo l’esperienza al Marsiglia. Ma torniamo al figlio. Questo talento è il faro del centrocampo dell’Atalanta, club con uno dei migliori settori giovanili del nostro paese, guidati da un uomo competente come Roberto Samaden. In questo inizio di stagione ha già realizzato tre gol. Da piccolo, raccontano genitori e parenti, rompeva tutti i vasi di famiglia pur di tirare calci al pallone. Nel 2016, all’età di dieci anni, è entrato nel settore giovanile della Dea, facendo tutta la trafila del vivaio, fino ad arrivare appunto in Primavera. Adesso vuole continuare a sognare in grande già al debutto contro l’Arsenal. E per vincere ha una sua playlist personale: ascolta sempre Geolier, il suo rapper preferito.
Non ha avuto vita facile Diego Pugno in questa sua giovane carriera, tra porte in faccia e infortuni. Ma la Juventus crede nel suo attaccante che, quando aveva 13 anni, fu scartato dal Torino dopo le esperienze tra Pulcini ed Esordienti. Originario di Borgaro, piccolo comune a nord del capoluogo piemontese, è tornato a giocare nella piccola squadra del paese. Ma il calcio è sempre stato nel suo destino. Perché lì Pugno ha fatto la differenza tanto che la Juventus tre anni fa, nel 2021, ha deciso di puntare su di lui. Al primo anno con l’Under 16 è andato in doppia cifra, con l’Under 17 è arrivato a sette reti in 19 gare. A marzo però è stato costretto a fermarsi per un infortunio alla schiena. Adesso il periodo buio sembra ormai alle spalle ed è pronto a guidare il reparto offensivo della Vecchia Signora in Youth League.
Si è allenato spesso con l’Inter dei grandi agli ordini di Simone Inzaghi, grazie a quanto di bello ha fatto con l’Under 18 del c.t. Zanchetta. De Pieri ha legato tanto con Lautaro Martinez, che non smette di dargli qualche consiglio prezioso. Oggi, in vista di questa Youth League, l’esterno nato nel 2006 è un punto fermo della Primavera nerazzurra. È stato il miglior marcatore con l’Under 16 e ha colpito anche con la casacca dell’Under 17 interista (14 reti e nove assist in 24 partite). Quando era più piccolo non si perdeva un video di Neymar su Youtube, oggi il suo idolo è Foden del Manchester City.
È il figlio più grande di Zlatan Ibrahimovic e il suo ruolo è un po’ diverso rispetto a quello di papà. È un esterno sinistro, nato nel 2006, che con la Primavera rossonera ha già segnato tre gol nelle prime quattro partite, eguagliando quanto fatto nella passata stagione con l’Under 18. Chissà se presto avremo un altro Ibrahimovic tra i marcatori di una competizione europea.
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