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Witsel e Delaney, le nuove chiavi del Dortmund

Vittoria, prestazione e nuove certezze. Il Borussia Dortmund targato Lucien Favre ha iniziato la Bundesliga 2018/19 con una vittoria per 4-1 sul Lipsia, un esordio vincente e soprattutto convincente. Oltre al risultato le Wespen hanno trovato i tasselli che erano mancati nella scorsa stagione in mezzo al campo: Axel Witsel e Thomas Delaney. Pagati 20 milioni di euro ciascuno, i centrocampisti hanno garantito quell’equilibrio che negli ultimi anni era sempre mancato al BVB. La loro importanza è già stata evidente dalla prima partita: nello schieramento di Favre sembrano già degli insostituibili, soprattutto per l’intelligenza tattica e la tranquillità che entrambi sanno dare alla squadra.

Axel Witsel, l’uomo da 10 milioni (all’anno)

Se l’acquisto di Delaney era passato in secondo piano per il poco appeal internazionale che ha l’ex Copenhagen e Werder Brema, il colpo Witsel è stato molto discusso. I 10 milioni di euro all’anno che il belga percepisce avevano sollevato molte perplessità. Reduce dall’esperienza cinese, il mediano ventinovenne è rientrato nel calcio europeo prendendo per mano il centrocampo del Dortmund. Ha giocato davanti alla difesa, nel ruolo a lui più congeniale, toccando molti palloni e smistandoli rapidamente in avanti e sulle fasce. Contro il Lipsia le statistiche parlano di 68 tocchi, più di tutti nel BVB, e 56 passaggi effettuati, di cui 50 completati. Ha dettato i ritmi con precisione, con ottime letture e senza mai andare in difficoltà contro l’intensità del centrocampo dei RotenBullen. La sua esperienza è già imprescindibile per Favre e per tutto il Dortmund.

Delaney, il protagonista inaspettato

Ha avuto un ruolo solo apparentemente più defilato Thomas Delaney, non un volto nuovo per la Bundesliga visto l’anno e mezzo passato a Brema. Il danese sembra essere il completamento perfetto di un centrocampo con Witsel e un giocatore più offensivo (oggi Dahoud, ma potrà essere Götze nel lungo periodo), perché ha fisicità e soprattutto qualità e senso tattico. Quest’ultimo è ciò di cui il Borussia aveva più bisogno: quell’ordine che è riuscito a garantire per diciotto mesi al Werder e che dovrà portare anche nel Dortmund. Per una squadra incostante, avere un giocatore così continuo è un plus non da poco. Non è un uomo da statistiche, ma un’arma a tutto tondo: tattica, difensiva e offensiva. Un giocatore ancora da scoprire, che a 26 anni sta toccando il punto più alto della sua carriera. E, come questo Dortmund, il primo di Favre in Bundesliga, ha solo appena cominciato a carburare.

Giorgio Dusi

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