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Wimbledon, tutti i dubbi di Djokovic: la diagnosi è spietata

Novak Djokovic vuole provare ad accelerare i tempi per essere a Wimbledon dopo essere stato operato per l’infortunio al menisco riportato durante la partita degli ottavi di finale del Roland Garros contro l’argentino Francisco Cerundolo, tuttavia, la presenza del tennista serbo nello Slam di Londra è ancora in dubbio, come ha affermato il dottor Antoine Gerometta, il medico che ha operato il serbo a Parigi.

La sentenza: non sarà un Djokovic al 100%

L’operazione è clinicamente riuscita, ma l’ok dal punto di vista medico non è ovviamente paragonabile con il “via libera” all’attività agonistica, specialmente in uno sport come il tennis che sollecita enormemente gli arti inferiori. Le parole del medico non lasciano spazio alle interpretazioni. “Possiamo sognare e dire che tutto andrà bene e si procederà molto velocemente, ma ritengo di essere stato molto chiaro nel dire che tutto dipenderà dalla reazione del ginocchio”. Chiaramente lo staff di Djokovic cercherà di ottimizzare i tempi per permettere al tennista di tornare in campo il prima possibile, ma non dipende solo dalla buona volontà. A spostare l’ago della bilancia verso il semaforo verde sarà la reazione della parte interessata al carico di allenamento. Se aumentandolo non vi saranno traccia di infiammazioni o dolori, allora si potrà cominciare a parlare ragionevolmente di percentuali. In ogni caso, come afferma il medico, è praticamente impossibile che il serbo possa presentarsi al 100% ad appena tre settimane dall’intervento.

Al Roland Garros soglia del dolore straordinaria

Immagine | Epa

Ad aiutare o a complicare le cose, potrebbe essere la straordinaria sopportazione di Djokovic, che ha l’asticella della soglia del dolore straordinariamente alta. In Australia gli ha permesso di giocare e vincere nonostante uno strappo addominale. Questa volta il problema è più serio e, anche in considerazione della attitudine al sacrificio e alla cultura stacanovistica del lavoro del serbo, Djokovic sarà vigilato e controllato costantemente, in modo che i tempi di recupero e i carichi di lavoro non si decidano in base alle sensazioni. Inevitabile considerando il soggetto in questione, che ha una resilienza al limite del disumano: “Tenendo conto dell’infortunio, quello che ha fatto Djokovic è stato straordinario. Il 99% delle persone si sarebbe recato al pronto soccorso con il ginocchio bloccato. Quanto accaduto richiedeva una certa urgenza perché ci siano trovati di fronte a un evento che ha reso inevitabile l’intervento chirurgico. Mi sono sembrate ingiuste le critiche nei suoi confronti e le illazioni da parte di chi sosteneva che non si trattasse di un vero infortunio”.

Pasquale Luigi Pellicone

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