West Ham: dai sogni di inizio anno, allo spettro della retrocessione. Viaggio nella crisi degli Hammers

I sogni di gloria vissuti nella scorsa stagione dal West Ham sembrano crollati insieme alle storiche mura di Upton Park. Gli Hammers stanno infatti vivendo un’annata alquanto travagliata, una delle peggiori dal ritorno in Premier League nel 2012. Il nuovo stadio e le dichiarazione roboanti della proprietà riguardo le grandi ambizioni per il futuro, hanno lasciato spazio a cocenti sconfitte specialmente nel nuovo impianto, sul quale sembra aleggiare una sorta di maleficio.

Numeri impietosi

Gli alti e bassi hanno sostanzialmente caratterizzato la stagione del West Ham fino ad un mese e mezzo fa, con l’eliminazione da tutte le coppe nazionali, e con quella prematura nei preliminari di Europa League contro la non irresistibile formazione rumena dell’Astra Giurgiu. Il campionato sembrava ormai archiviato in maniera anonima, con una salvezza che appariva ormai raggiunta e con l’impossibilità di raggiungere posti più nobili della classifica. Ed è forse la relativa tranquillità che ha influito inconsciamente e negativamente sulla truppa di Bilic che ha inanellato una serie di risultati negativi: 4 sconfitte consecutive, 2 punti nelle ultime 6, una vittoria nelle ultime 8. Attualmente gli Hammers hanno la terza peggior difesa della Premier con 54 reti subite, solo Swansea e Hull City hanno fatto  peggio. Da non trascurare il cammino in casa, fin qui altrettanto negativo: 15 partite, 5 vittorie, 7 sconfitte e 3 pareggi. Numeri che non lasciano certo dormire sonni tranquilli alla formazione londinese.

Bilic sul banco degli imputati

Come inevitabilmente accade in questi casi, è l’allenatore il principale imputato per la situazione che si è venuta a creare, nonostante Slaven Bilic goda del totale rispetto dei tifosi claret & blue per il suo passato da giocatore. Le principali accuse rivolte al tecnico croato riguardano in primis il mercato, in particolare quello estivo, dove sono arrivati giocatori che hanno tutti, chi più chi meno, tradito le attese. In estate sono arrivate le delusioni maggiori: da Andre Ayew a Feghouli, da Tore a Nordveit, da Zaza a Calleri, passando per i terzini Masuaku e Arbeloa fino ad arrivare a Fernandes. Anche il mercato di riparazione con gli acquisti di Snodgrass e Fonte non ha portato i benefici sperati. A far discutere è anche la gestione di alcuni uomini come il portiere Adrian titolare fisso nella passata stagione e panchinato senza un apparente motivo in quella attuale a beneficio di Randolph. Altro enigma riguarda Calleri, centravanti argentino praticamente mai utilizzato nonostante l’assenza di Carroll, al quale è stato preferito addirittura Antonio al centro dell’attacco. Capitolo a parte merita Dimitri Payet che ha rotto con l’ambiente spingendo per la cessione a gennaio all’Olympique Marsiglia, lasciando un vuoto tecnico incolmabile. Va detto che i recenti infortuni di alcuni uomini importanti nello scacchiere dell’ex ct della Croazia come Reid, Ogbonna, Obiang e Antonio, hanno creato ulteriori problemi specialmente in un  reparto difensivo già in evidente difficoltà. Dopo la sconfitta contro l’Hull e le voci insistenti di un possibile esonero, il club ha emesso un comunicato ufficiale per ribadire la totale fiducia nell’attuale manager.

Le partite della verità

Quando mancano 8 gare al termine, il West Ham ha 6 lunghezze di vantaggio sulla terz’ultima posizione occupata dall’Hull City, inoltre il calendario non sembra essere molto accomodante visto che restano da affrontare squadre di prima fascia come Arsenal, Liverpool, Tottenham ed Everton. Saranno presumibilmente decisive le sfide contro avversari diretti o comunque alla portata come Sunderland Swansea, Burnley e Stoke City dove servirà un deciso cambio di marcia per evitare spiacevoli sorprese nemmeno lontanamente ipotizzabili ad inizio anno

 

 

 

 

 

 

Gestione cookie