Il Vitesse, dopo la rocambolesca sconfitta in campionato, non va oltre l’1-1 contro la Lazio e guadagna il secondo punto in un girone europeo sempre più nefasto. Gli olandesi restano relegati all’ultimo posto del Gruppo K e sottolineano i continui problemi difensivi e di finalizzazione su campo internazionale. Fraser, dopo un avvio di stagione esaltante, deve far fronte ad un calo inaspettato: uscire da questa situazione sembra più difficile del previsto.
All’Olimpico, il Vitesse non va oltre l’1-1 e resta ultimo nella classifica del girone con appena 2 punti guadagnati in 5 gare. I biancocelesti, completamente rimaneggiati e forti di una qualificazione già in tasca, lasciano spazio ai giovani che tengono testa al club di Arnhem, al gran completo e con tutti i titolari a disposizione. La compagine di Fraser testimonia nuovamente i grandissimi problemi su campi internazionali, dove la solidità e l’ottimo gioco espresso scompaiono per essere sostituiti da da inesperienza e paura.
I nerogialli fanno la partita, pressando e mantenendo il controllo del gioco, ma sono i padroni di casa a rendersi pericolosi con imbucate che sorprendono con facilità i centrali di difesa. Dopo appena un quarto d’ora, il risultato sorride agli ospiti che trovano la gioia del gol con Linssen che, su punizione, supera Vargic. Nonostante il vantaggio, il Vitesse non riesce ad essere incisivo come vorrebbe con tanta imprecisione in avanti e tanti gol divorati per la poca lucidità. Nel calcio se non concretizzi, finisce che il risultato viene ribaltato dagli avversari e, poco prima del duplice fischio, Luis Alberto trova la palla dell’1-1. La rete è meravigliosa con una conclusione al volo che non lascia scampo ad un poco sicuto Pasveer, colpito sul palo da lui presidiato.
Nella ripresa il ritmo non si alza e il Vitesse non riesce a strappare i primi 3 punti nel girone chiudendo con un pari. L’andamento è veramente terribile con 3 ko e 2 pareggi in 5 gare disputate: i numeri diventano peggiori analizzando la difesa che ha una media di 2 gol a partita per un totale di 10. L’attacco è sterile e poco pericolo e vanta solamente 4 realizzazioni, meno di 1 a partita. Lo score è pessimo e Fraser non può far altro che cercare di chiudere, nel miglior modo possibile, il Gruppo K che ha sottolineato, come non mai, i limiti di una formazione olandese non strutturata per una competizione europea. Il reparto difensivo è lento e poco attento con movimenti discordati e senza logica. La trappola del fuorigioco funziona raramente e i centrali vengono imbucati troppo facilmente dalle incursioni degli avversari. Il centrocampo è eccessivamente proiettato in avanti e non svolge il giusto filtro in fase di ripiegamento. In avanti, i problemi sembrano essere minori, ma la confuzione e la poca incisività hanno portato i gialloneri a chiudere come fanalino di coda. Ora manca l’ultimo match dove sarà richiesta una vittoria per non abbandonare la competizione senza neanche un successo.
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