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Atlético, altro stop: col Villarreal un pari che sa di sconfitta

All’Estadio de la Ceramica il Villarreal ha ospitato l’Atlético Madrid nella ventesima giornata di Liga. I ragazzi del Cholo sono inciampati di nuovo, certificando la resa fin troppo umorale per una squadra campione di Spagna in carica.

La perla di Correa, l’unica certezza per questo Atlético

In una stagione condita da tanti bassi e pochi alti, l’Atlético ha potuto godersi uno straordinario Angel Correa anche nella trasferta valenciana. L’attaccante argentino, che dallo scorso anno sta consolidando un exploit non indifferente fra le fila dei Colchoneros, ha aperto le danze al 10′. Palla rubata nel cerchio di centrocampo e conclusione chirurgica, sulla quale nulla ha potuto il connazionale Rulli. Anno nuovo ma stessi stimoli per Angelito, che si è di fatto candidato a gol dell’anno in Liga. Purtroppo per lui, è il resto della ciurma a non funzionare, non come dovrebbe. Una squadra campione in carica che ha perso lo smalto difensivo e, soprattutto, quell’attenzione ai dettagli che l’ha contraddistinta negli anni. Il “cholismo” può essere piaciuto o meno, ma ha dato segnali forti nel tempo ed ha portato trofei. Parlarne al passato non è un caso: la squadra di Simeone, ad oggi, non sembra essere in palla. Tanta qualità, forse troppa per una rosa abituata a soffrire, sacrificarsi e portare a casa anzitutto la camiseta sudata.

 

L’Atlético, quest’anno, ha dato più l’idea di essere un organico sì di primo livello, ma senza la cultura che il Cholo aveva saputo infondere nei calciatori allenati negli anni. La scorsa stagione ha visto i Colchoneros trionfare e qualche scricchiolio lo si era già avvertito, ma tra gli infortuni e la pandemia le fila dell’Atleti erano rimaste a tratti decimate.

Prima Pau Torres, poi Alberto Moreno. L’uno-due del Submarino amarillo è arrivato tra un tempo e l’altro ma ha concesso ben poco spazio alle iniziative degli ospiti. Superficiali ed imprecisi, i campioni di Spagna hanno agguantato il pareggio con Kondogbia ma il 2-2 finale suona come un’occasione sprecata. Il cliente non era dei più semplici, ma la voglia di risalire la china e mandare un segnale alle pretendenti nella corsa alla qualificazione in Champions League avrebbe dovuto tirar fuori ben altri stimoli all’Atlético.

Luigi Romanelli

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