Ad un passo dalla finale, Villarreal–Arsenal non sarà una partita come le altre. Dopo quindici anni, spagnoli e inglesi tornano a sfidarsi in una semifinale europea, in una gara “d’altri tempi”.
Riquelme, Henry, Pellegrini e Wenger. Ma anche El Madrigal ed Highbury, storici stadi che ospitarono il doppio confronto in Champions League nel 2006. Se la casa del Submarino amarillo ha solo cambiato nome ed oggi è conosciuta come la Ceramica, l’Arsenal Stadium fu abbandonato proprio 15 anni fa in favore dell’Emirates. I Gunners giocarono l’ultimo match europeo nel vecchio impianto contro il Villarreal e bastò l’1-0 di Kolo Touré per vincere il primo round. Grande protagonista della gara d’andata fu certamente Titì Henry: pericolo costante per la difesa di Pellegrini e marcatore ad inizio gara, se non fosse stato per una dubbia segnalazione di fuorigioco. L’attaccante francese propiziò comunque il gol vittoria, nato da un suo calcio d’angolo ribattuto e reso poi vincente dall’imbucata per Hleb, che appoggiò a Touré. L’1-0, in realtà, valse la finale all’Arsenal: il dominio spagnolo al ritorno andò ad infrangersi contro la pragmatica fase difensiva londinese e Lehmann. Se nei primi 90′ di Londra fu Henry a salire in cattedra, la gara del Madrigal fu il palcoscenico per la stella del Submarino: Juan Roman Riquelme. El mudo trascinò la sua squadra ad un passo dalla finale con una prestazione che mise in risalto tutto il suo bagaglio tecnico. Giocate di prima, verticalizzazioni, conclusioni. A tradirlo fu forse la stanchezza, quando allo scadere venne ipnotizzato dal portiere dei Gunners dagli undici metri: una gara tanto bella quanto amara per l’argentino, quasi a riassumerne la carriera. Una semifinale che non tradì gli ottimi presupposti: Touré e Lehmann sotto i riflettori con Titì per festeggiare la finale furono un’ombra gigante, che nascose e quasi sminuì l’ottimo cammino di Riquelme & Co.
Una ferita ancora aperta per il Villarreal con la finale di Champions del 2006 che fu poi persa dall’Arsenal contro il Barcellona. Il Submarino amarillo non ha mai raggiunto l’atto conclusivo delle due maggiori competizioni europee e mai ci è andato vicino come allora: un incentivo in più per trovare rivalsa. Gli spagnoli, con ogni probabilità, giocheranno in Europa anche il prossimo anno in virtù della lotta per la qualificazione in Liga. Gli inglesi hanno, invece, riversato tutte le proprie attenzioni sulla finale di Danzica. Il 10° posto in Premier League sta tagliando i Gunners fuori da ogni competizione: vincere il trofeo significherebbe alzare la prima coppa europea nella propria storia e qualificarsi alla prossima Champions League.
Uno sguardo al passato che non deve fossilizzarsi: per entrambe, questa Europa League rappresenta una possibilità enorme in termini di prestigio e di economia. Lo sapevano Riquelme ed Henry in quella Champions di quindici anni fa: tocca a Gerard Moreno e Lacazette oggi.
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