Aveva saltato le prime quattro partite della stagione per via di un evidente ritardo di condizione. Indolente, pareva che gli addii di Berg, M’Poku e Zeca gli avessero tolto mordente. E invece, proprio come nei migliori comebacks, Lucas Martín Villafáñez è tornato e si è preso il Panathinaikos: nelle due precedenti partite prima del derby aveva messo a segno un gol e un assist, mancava dunque solo il sigillo decisivo in una stracittadina. “Congratulations“, “Thank you“, “Bravo“, sono tutti commenti che gli hanno inondato il profilo Instagram: il popolo del Panathinaikos sa esser molto riconoscente, specie se decidi un derby. L’ultima volta che i biancoverdi si erano aggiudicati due derby nello stesso anno era il 1977: a 40 anni di distanza, dopo quello firmato Berg (che vi avevamo raccontato QUI), era finalmente l’ora che qualcuno aggiornasse le statistiche.
Antefatto – Il solito agonismo greco ha accompagnato il sentitissimo Ντέρμπι των αιωνίων αντιπάλων, derby degli eterni nemici (ma chiamatelo pure la madre di tutte le battaglie, Μητέρα των μαχών) e come al solito concentrato di atmosfera unica ed emozioni a non finire. A sto giro è toccato al Gate 13 ospitare il Gate 7 all’Apostolos Nikolaidis, ma visto il risultato finale ecco che il cuore del tifo biancorosso ha prontamente annunciato fuoco e fiamme tra un girone, al Karaiskakis. In ogni caso, formazioni a specchio e via col match: Hiljemark trequartista per il Pana, Fortounis per l’Olympiakos che ha rinunciato inizialmente ai vari Botía e Ansarifard. Falso nueve per Ouzounidis, con Guillermo Molins davanti e la spinta di Robin Lod sulla corsia mancina.
La partita – Parte meglio il Panathinaikos, che approfitta dell’ambiente casalingo per orchestrare le sue trame: il ritmo è spezzettato per via dei guai fisici occorsi a Coulibaly da una parte e Fortounis dall’altra, ma sia il maliano che il greco riescono a restare in campo. Nel complesso si vive di fiammate, che nella prima frazione saranno rare ma che non mancheranno nella seconda. L’equilibrio visto finora si spezza all’incirca al 50′, quando in sequenza il Panathinaikos si riversa a ondate nell’area difesa dal belga Proto. Prima il finlandese Robin Lod impegna l’ex Anderlecht al grande intervento, poi passa pochissimo e una combinazione dell’undici allenato da Ouzounidis manda in porta Lucas Villafáñez per il tap-in dell’1-0. Lemonis capisce il momento negativo e prova a cambiare: entra Carcela, ma è sempre il Pana in avanti. Viene annullato un gol all’ex Genoa Oscar Hiljemark (67′), mentre fa il suo ingresso in campo pure l’ex Atalanta e Bologna Mounier. Servono a poco Ansarifard e Gillet, perché l’Olympiakos è poca roba. Gli ultimi ritocchi (Cabezas per la standing ovation a Villafáñez, Koutroubis per Hiljemark) servono solo per dilatare il finale, vince il Panathinaikos e si prende il dominio sul Partenone.
Il tabellino:
Panathinaikos (4-2-3-1): Vlachodimos; Coulibaly, Kolovetsios, Moledo, Hult; Sylla, Kourbelis; Villafáñez, Hiljemark, Lod; Molins (dal 69′ Mounier). All: Ouzounidis
Olympiakos (4-2-3-1): Proto; Elabdellaoui, Cissé, Engels, Koutris; Romao, Odjidja-Ofoe (dal 77′ Gillet); Pardo (dal 74′ Ansarifard), Fortounis, Androutsos (dal 65′ Carcela); Emenike. All: Lemonis
Rete: 56′ Villafáñez. Ammoniti: Sylla, Coulibaly, Vlachodimos (P), Koutris, Odjidja-Ofoe (O). Arbitro: Papapetrou.
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