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Viaggio a Rijeka, un Fiume di talento

Non è facile tifare Hrvatski Nogometni Klub Rijeka. L’HNK, per gli amici, è dal 2012 di proprietà dell’italiano Gabriele Volpi (imprenditore, nel mondo del calcio è impegnato pure con lo Spezia mentre gestisce pure la Pro Recco per quel che concerne la pallanuoto). Non è facile perché negli anni, come la stragrande maggioranza dei club dell’ex Jugoslavia, si è costretti a cedere i più fulgidi prospetti in nome di soldi da reinvestire. Quel che oggi è presente nel parco giocatori non è altro che talenti che hanno in potenza, per dirla in termini aristotelici, quello di sbocciare e lasciare ben presto la città di Fiume.

Valorizzare – Si manifesta così un flusso continuo di qualità, che negli ultimi anni ha dissanguato una società che per esigenze di mercato è stata costretta a sacrificare in nome del bilancio i vari Andrej Kramaric (9, Leicester), Franco Andrijasevic (4,25, Gent), Matej Mitrovic (4,20, Beşiktaş), Roman Bezjak (2, Darmstadt), Ivan Mocinic (2, Rapid Vienna), Marin Leovac (1,30, PAOK), Stefan Ristovski (1,10, Sporting). La lista potrebbe continuare: la Lazio ha preso il portiere Vargic, Tomecak aveva accettato la corte del Dnipro, Brezovec era passato dall’Italia (lo Spezia, sempre di patron Volpi) ed è stato spedito allo Sheriff. Tendenzialmente il Rijeka preferisce operare nel mercato croato, ma c’è un interessante flusso rilevabile con lo Spezia vista la comune proprietà del club: non è un caso che agli Aquilotti siano arrivati il portiere Sluga, il difensore centrale Datkovic, il terzino Milos, i centrocampisti Misic e Canadjidja, oltre al sopracitati Brezovec, l’ala offensiva Kvrzic.

Il Rijeka oggi – Oggi, il Rijeka è la classica squadretta che in patria fa bene (lo scorso anno è arrivato il primo titolo nazionale della sua storia) ma fuori dai confini croati crolla spesso e volentieri. Ai preliminari di Champions, l’aver incontrato i greci dell’Olympiakos non ha certo aiutato (sconfitta all’andata, in un Pireo inespugnabile con rete di Romao nel recupero del secondo tempo, QUESTA, sconfitta pure al ritorno, quando è bastato Marin, QUESTA). Usciti dai preliminari per la massima competizione europea per club, ecco l’Europa minore S’è messa di mezzo la sorte avversa, che ha costretto il Rijeka a doversela vedere con un’altra greca, sempre ateniese, stavolta l’AEK, e mutatis mutandis il risultato è stato lo stesso: 1-2, allo Stadion Rujevica, per via di Mantalos e Christodoulopoulos (ne avevo parlato in QUESTO pezzo).

La rosa – Resta una formazione a tratti ostica, capace di eliminare ai playoff il Red Bull Salisburgo e vincere 7 delle 10 partite in Prva NHL, la Serie A croata: in tutto questo, 23 reti segnate e sole 7 incassate dal portiere Simon Sluga. Il 24enne, con un passato in Italia nelle giovanili di Juventus e Chievo, pare aver battuto la concorrenza del 30enne Prskalo, che però è sceso in campo in Europa League contro l’AEK. Davanti a lui, la retroguardia è retta dall’ex Lazio Josip Elez, autore del momentaneo pari contro gli ateniesi di Jiménez e pericoloso nel gioco aereo, e da un’altra conoscenza del nostro calcio quale Dario Zuparic. Di proprietà del Pescara ma in prestito a Fiume, è il titolare della linea a quattro che comprende pure Marko Vesovic a destra e il macedone Leonard Zuta a sinistra. Da segnalare come pure Vesovic sia transitato in Italia, precisamente nel Torino nel 2014. Nella mediana a due, Josip Misic affianca Filip Bradaric ma capitan Mate Males è spesso impiegato (o qui, o sulla trequarti). Nel trio di mezzepunte, Zoran Kvrzic mantiene fede alla tradizione e indossa la numero 7. Lo svizzero Mario Gavranovic è una seconda punta convertita a trequartista, nazionale elvetico e stella dell’HNK pur non essendo eccezionalmente prolifico. La batteria si conclude con Alexander Gorgon, freccia austriaca che nasce come ala destra ma si disimpegna pure sulla corsia mancina, e la prima punta Héber. Questi ultimi sono pure i capocannonieri del Rijeka, con 5 reti a resta siglate in 7 partite di campionato: il brasiliano, col numero 9, ha un nome che etimologicamente si rifà alla tradizione biblica ebraica ed è un classe 1991 che lo scorso hanno ha messo a segno 10 reti in Croazia con la maglia dello Slaven Belupo. Formazione che, guarda caso, ha incontrato proprio ieri ma a maglie invertite. Ha segnato la 6° rete stagionale col Rijeka proprio contro la sua ex formazione, quando il 4-3-3 del Rijeka (rinuncia iniziale a Kvrzic, mediana a tre con Bradaric, Misic e Males) si è recato in trasferta al Gradski Stadion. Formazione tipo (4-2-3-1): Sluga; Vesovic, Elez, Zuparic, Zuta; Misic (Males), Bradaric; Kvrzic, Gavranovic, Gorgon; Héber.

Il tecnico – Matjaž Kek è nato a Maribor il 9 settembre 1961. Dopo una carriera da calciatore spesa tra Slovenia (Maribor, per l’appunto) e Austria, l’ex difensore centrale ha tramutato la sua leadership sul terreno di gioco nell’acume tattico col quale dirige le operazioni dalla panchina. Allena dal 2013 a Fiume, dove il Rijeka l’ha accolto e ha raccolto i frutti toccando il cielo con la vittoria dello scorso campionato.

Matteo Albanese

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