Il calcio non è fatto soltanto di grandissimi campioni e stelle, ma anche di gregari e calciatori che si sacrificano per un fine più alto: la vittoria di squadra. Come dimenticare l’emblema di questo concetto, quel Gabriele Oriali di cui ha scritto anche il cantante Ligabue nella canzone “Una vita da mediano”, in cui l’artista di Correggio esalta lo spirito di abnegazione nel “recuperar palloni” che ha poi portato l’attuale direttore tecnico della prima squadra dell’Inter a vincere il Mondiale nel 1982. Oppure ricordiamo ancora la celebre battuta di Platini, ex presidente UEFA, che, punzecchiato da un giornalista sul suo vizio del “fumo”, rispose serenamente che fino a quando Bonini avesse continuato a correre per lui, il francese poteva tranquillamente permettersi di fumare qualche sigaretta. Spesso i “gregari” non sono soltanto polmoni e grinta, ma hanno anche i piedi buoni: un esempio dei tempi moderni è stato Vincenzo Montella, “l’aeroplanino” quasi mai titolare nella Roma che vinse lo scudetto guidata da Fabio Capello nel 2001 fu decisivo e implacabile ogni qual volta veniva chiamato in causa, terminando la stagione a quota 13 goal e risolvendo parecchi problemi al tecnico friulano. Poi ci sono quei giocatori gregari e girovaghi, che hanno lasciato il segno in ogni squadra in cui hanno militato; vi ricordate, ad esempio, Nicola Amoruso? Molti lo conosceranno per il fatto di essere il fratello dell’ex moglie di Del Piero, Sonia Amoruso, ora “regina dei party” negli USA, e influencer su Instagram.com, ma non tutti sanno che il calciatore pugliese ha un record tutto suo, messo in discussione solo negli ultimi anni da Marco Borriello.
“Nick piede caldo”, eguagliato da Borriello
Nicola Amoruso non detiene soltanto il record come calciatore che ha militato in più club in massima serie, esattamente tredici, ma detiene anche il record come giocatore che è andato a segno in più squadre diverse: dodici se consideriamo la Serie A, tredici, se consideriamo anche la sua esperienza alla Fidelis Andria in Serie B. L’unico attaccante che ha eguagliato questo specialissimo record del calciatore di Cerignola è stato Marco Borriello, a segno, appunto, con ben dodici squadre in massima serie. Nicola Amoruso è stato un gregario dall’ottima tecnica che gli è valsa anche il soprannome di “Nick piede caldo” proprio per la sua particolare caratteristica di riuscire a essere decisivo anche a partita in corso e con pochi minuti a disposizione. L’attaccante pugliese ha conosciuto le vittorie ai tempi della Juventus di Lippi, con cui si è laureato campione d’Italia per tre volte all’ombra di giocatori del calibro di Trezeguet e Del Piero, a queste vittorie in campo nazionale, si aggiungono una Coppa Intercontinentale sempre con la Juventus, e un Europeo U21 nel ‘96. Attualmente è il responsabile del settore giovanile della Reggina, compagine che in Lega Pro è vista fra le papabili promosse in cadetteria da Gallinascommesse.it insieme al più quotato Bari di proprietà della Filmauro.it e alla Ternana, la società calabrese ha puntato sulla sua esperienza e sul rapporto forte che lega il calciatore ai colori amaranto: proprio a Reggio Calabria le sue stagioni migliori con ben quaranta goal in tre stagioni. Nicola Amoruso detiene però un altro primato, questo leggermente meno “piacevole”: aver superato quota 100 realizzazioni in serie A senza aver mai indossato la maglia della nazionale, “record” condiviso con Bettini, Armano e Pietro Paolo Virdis.
Amoruso è l’emblema del calciatore professionista, umile, capace e paziente, abile a farsi trovare sempre pronto e a sapersi ritagliare il proprio spazio per far parte di un gruppo vincente, come era quella Juventus imbattibile di Deschamps, Del Piero e Zidane. Nessuno gli avrà mai dedicato una canzone, ma siamo sicuri che gli amanti del calcio lo ricordano molto bene: destro, sinistro, goal in acrobazia e di testa, per un vero bomber amato da tutti i nostalgici.
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