Era la finale più attesa di queste Olimpiadi di Tokyo e il mondo del calcio si potrà godere il suo palpitante Spagna-Brasile. Le Furie Rosse hanno portato gran parte della squadra che è arrivata tra le prime quattro all’ultimo Europeo, mentre i Verdeoro si sono affidati più a esperienza e freschezza, oltre che a un Richarlison instancabile dopo la Copa América. Solo una delle due potrà festeggiare il secondo oro olimpico e per entrambe sarà il primo fuori dalla propria nazione, dato che per la Roja il successo arrivò nel 1992 a Barcellona mentre per la Seleçao nell’ultima edizione del 2016 a Rio de Janeiro. Anche nei Cinque cerchi sarà Europa contro Sudamerica e vediamo dunque come sono andate le precedenti finali olimpiche tra le grandi dei due Continenti.
URUGUAY-SVIZZERA 3-0 PARIGI 1924
Negli anni ’20 l’Uruguay stava per dare vita a una squadra memorabile che si sarebbe imposta per quasi un decennio sul Sudamerica e sul mondo. Il momento in cui però la Celeste divenne una potenza non soltanto nel proprio Continente ma in tutto il mondo fu alle Olimpiadi di Parigi del 1924 quando i ragazzi di Ernesto Fígoli disputarono un torneo sensazionale che li portò fino alla finale contro la Svizzera. Allo Stade de Colombes oltre quarantamila spettatori assistettero a una vera e propria lezione di calcio con gli elvetici che si ritrovarono in svantaggio già dopo nove minuti grazie alla rete siglata da Petrone e nella rirpesa la situazione divenne trionfale per l’Uruguay. Cea trovò il raddoppio e il tris venne realizzato da Ángel Romano, un mito in Uruguay e in Brasile, giocò quindici anni nel Cruzeiro, che poté godersi solo quel trionfo causa ormai la sua età avanzata. Quella di Parigi e la successiva di Amsterdam nel 1928 vengono considerati a Montevideo a tutti gli effetti titoli mondiali.
FRANCIA-BRASILE 2-0 LOS ANGELES 1984
La Francia era finalmente tornata a essere una squadra di primo piano a livello mondiale e l’estate del 1984 fu veramente grandiosa. Dopo il trionfo all’Europeo la formazione olimpica prese il volp per Los Angeles, dimostrando come anche la futura generazione stava crescendo più che bene. Al Rose Bawl di Pasadena la finale sarebbe stata tra i Bleus e il Brasile e dopo un primo tempo di grande equilibrio la gara venne sbloccata nella ripresa. Da un cross dalla destra di Rohr fu François Brisson a svettare più in alto di tutti per battere Gilmar per l’1-0 e il raddoppio fu immediato. Bijotat prese palla sulla trequarti e partì in progressione fino al limite dell’area, calciò un gran destro che venne solo respinto dal numero uno brasiliano e sulla ribattuta si avventò Daniel Xuereb che con la punta del piede segnò il 2-0 che valse un memorabile oro olimpico per la Francia.
UNIONE SOVIETICA-BRASILE 2-1 D.T.S. SEOUL 1988
Alla fine degli anni ’80 l’Unione Sovietica era giunta al termine della propria esistenza, ma prima di lasciare spazio alle sue varie nazionali aveva ancora qualche cartuccia da giocarsi. All’Europeo del 1988 ben figurò perdendo solo la finale, ma poco dopo ebbe l’occasione di vincere l’Olimpiade di Seoul. L’Armata Rossa dovette vedersela contro il Brasile che schierava il tridente delle meraviglie Bebeto, Careca e Romário e fu proprio quest’ultimo a sbloccare il risultato. Da un corner dalla destra fu semplice per uno come lui appoggiare la palla in porta dopo l’errata uscita di Kharin, ma nella ripresa ecco il pareggio. Mikhaylichenko se ne andò sulla sinistra e venne atterrato in area di rigore da Andrade, con Dobrovolskiy che dagli undici metri spiazzò Taffarel. Si andò ai supplementari e il punto della vittoria arrivò a fine primo tempo da un lungo rilancio del portiere sovietico, con Savichev che a tu per tu con il numero uno della Seleçao decise di freddarlo con un pallonetto che valse un memorabile oro.
BRASILE-GERMANIA 1-1 5-4 D.C.R. RIO DE JANEIRO 2016
L’oro olimpico sembrava essere una vera e propria maledizione per il Brasile che non riusciva proprio ad arricchire la propria bacheca con questo importante traguardo. L’occasione giusta sembrava essere il torneo casalingo del 2016, ma dopo i fallimenti al Mondiale nel 1950 e nel 2014 c’era molta preoccupazione. La finale fu contro la Germania e, pur essendo due squadre profondamente diverse, la memoria tornò subito al 7-1 di due anni prima. Chi avrebbe voluto giocare quella partita era Neymar che sbloccò il risultato con una punizione perfetta nel primo tempo, ma i tedeschi sono duri a morire. Il Mannschaft giocò meglio e trovò il meritato pareggio con Max Meyer al termine di un’ottima azione corale e così si andò ai calci di rigore. Nessuno dei primi otto rigorosti sbagliò, ma la quinta conclusione di Nils Petersen venne parata alla grande da Weverton che diede così a Neymar la possibilità di entrare nella storia. Al termine di una rincorsa lenta e particolare riuscì a spiazzare Horn per la primo storica medaglia d’oro del Brasile.
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