Storie di calcio

Verso Euro 2024, gli “oriundi al contrario” che hanno scelto un’altra Nazionale

L’ultimo della lista è Capradossi, che ha scelto l’Uganda, ma prima di lui anche Lapadula, Torregrossa, Margiotta, Mastour e tanti altri ancora

Pochi giorni ancora e inizieranno gli Europei in Germania con l’Italia che proverà a difendere il titolo vinto tre anni fa a Wembley, ai rigori contro l’Inghilterra. In molte Nazionali ci saranno degli “oriundi”, ma per quanto riguarda l’Italia di Luciano Spalletti, quanti sono invece gli “oriundi al contrario”? Sono diversi i calciatori nati nel nostro paese che, per un motivo o per un altro, hanno deciso di rappresentare le Nazionali più disparate, sparse nel mondo. Molti di questi hanno pure rappresentato la squadra azzurra, seppur a livello giovanile. Vediamo quali.

Gianluca Lapadula | ansa @Stringer

Elio Capradossi (Uganda)

Lui è stato soltanto l’ultimo in ordine di tempo. Ha indossato la maglia azzurra facendo tutta la trafila delle squadre giovanili, dall’Under 15 all’Under 21. Senza, però, riuscire a fare il grande salto in quella maggiore. Soltanto pochi giorni fa ha preso tutti in contropiede, annunciando che avrebbe giocato con l’Uganda e, infatti, è stato anche già convocato. Capradossi è nato a Kampala, la capitale, ma la sua famiglia si è trasferita in Italia quando lui aveva un anno e mezzo. Il padre era il direttore di una squadra di Rugby di Roma e lui ha iniziato a giocare proprio nella Capitale. Nel 2015 con la Roma vince il campionato Primavera, in squadra con Luca Pellegrini, Davide Frattesi, José Machin e Umar Sadiq. Poi, come spesso accade ai nostri giovani, ha iniziato a girovagare un po’ per l’Italia, da Bari alla Spezia fino alla Spal e il Cagliari. Oggi ha 27 anni e gioca nel Lecco, club retrocesso in C in questa stagione.

Ernesto Torregrossa (Venezuela)

Dall’Uganda al Venezuela. Quest’ultima è stata la scelta di Ernesto Torregrossa. Suo padre Lirio è nato a Calabozo, cittadina di 130mila abitanti a una manciata di chilometri da Caracas. Invece, Torregrossa è di San Cataldo, in provincia di Caltanissetta, ma ha scelto di seguire le origini del papà. Nell’autunno di un anno e mezzo fa il c.t. José Pekerman lo ha convocato e lui ha risposto presente. Ma non solo. Alla seconda presenza ha addirittura trovato il gol: un guizzo nel finale contro Panama. Fino a questo momento Torregrossa ha realizzato due reti in cinque presenze. Gioca in Italia, nel Pisa di Alberto Aquilani in serie B, ma con la Nazionale azzurra non ha mai esordito, neanche a livello giovanile. Da qui la voglia di cercare la felicità dall’altra parte del mondo.

Gianluca Lapadula (Perù)

Così come ha fatto Gianluca Lapadula. Anche se ci ha messo un po’ per accettare la convocazione della Nazionale sudamericana. Infatti, già nel 2016 il Perù – nazione di cui è originaria sua madre –lo aveva chiamato per la Copa America. Però, l’attaccante (attualmente al Cagliari) aveva rifiutato, puntando a una chiamata da parte della Nazionale italiana. Convocazione arrivata, da giocatore del Milan, nel maggio del 2017: 8-0 contro San Marino, tripletta sua. In panchina c’era Giampiero Ventura, che da lì a poco fallirà la qualificazione ai Mondiali di Russia 2018. Una partita, quella amichevole, che non viene tenuta in considerazione dalla Fifa e quindi Lapadula ha potuto ancora scegliere, dicendo di sì al Perù. Oggi lì, dopo tre anni di Nazionale, è considerato un idolo.

Riccardo Gagliolo (Svezia)

Nato nel 1990 a Imperia, in Liguria, da madre svedese. Mamma Eva, infatti, è nata a Sundsvall, in Svezia. Per questo a ottobre 2019 Gagliolo ha risposto alla chiamata del c.t. svedese Janne Andersson per le qualificazioni a Euro 2020. In quell’occasione ha collezionato l’unica presenza con la nazionale, il 18 novembre 2019 nel match vinto 3-0 contro le Isole Far Oer. Oggi, dopo aver vestito le maglie di Carpi, Parma, Salernitana e Reggina, gioca nell’Ascoli.

Massimo Margiotta (Venezuela)

Come Torregrossa, anche Margiotta aveva scelto il Venezuela. Nato a Maracaibo da famiglia italiana, ha esordito in A con l’Udinese nel 1999, conquistando anche la maglia azzurra dell’Under 21 e della Nazionale Olimpica, con cui ha disputato i Giochi di Sydney 2000. In quella squadra c’erano Andrea Pirlo, Rino Gattuso e Nicola Ventola, ma l’avventura si fermò ai quarti. Da lì in poi la Nazionale non l’ha più preso in considerazione. Così, quattro anni dopo, scelse di accettare la chiamata del Venezuela, giocando anche la Copa America 2004.

Massimiliano Vieri (Australia)

È il fratello di Bobo Vieri, nato a Sydney, in Australia, nel 1978, periodo in cui il padre Roberto giocava nei Marconi Stallions. La famiglia Vieri tornò in Italia solo nel 1981 ed entrambi i fratelli diventarono attaccanti, ma con carriere diverse. Al termine della stagione 2004, quando Max vestiva la maglia del Napoli, arrivò la chiamata della Nazionale australiana. Lui rispose presente e collezionò sei presenze, giocando e vincendo la Coppa d’Oceania nel 2004.

Christian Manfredini (Costa d’Avorio)

È nato in Costa d’Avorio, ma è stato adottato da una famiglia italiana. Ha il calcio nel sangue e viene notato dalla Juventus, per poi fare molto bene con Chievo e Lazio. È nel giro della Nazionale azzurra allenata da Giovanni Trapattoni, ma non viene mai convocato. Nel 2006, quindi, quindi ha deciso di accettare la convocazione della Costa d’Avorio, con cui segna all’esordio contro la Spagna.

Karim Laribi | ansa @Elisabetta Baracchi

Hachim Mastour (Marocco)

Se tutto fosse andato come sembrava dovesse andare, Mastour avrebbe scelto tutta la vita l’Italia, con il sogno di vincere tanti trofei. Invece, ha sprecato – e non solo per colpa sua – il suo talento e la storia della sua carriera è stata diversa. Nato nel 1998, era la stella più luminosa delle giovanili del Milan. Giocava sempre sotto età, sempre pieno di sponsor e costantemente sotto i riflettori. Poi si è perso. Con l’Italia ha giocato nell’Under 16, poi ha scelto il Marocco. Nel 2015 è diventato il più giovane esordiente della storia della Nazionale marocchina, debuttando contro la Libia a 16 anni e 362 giorni. Da lì in poi però, non verrà più chiamato. Oggi ha 25 anni ed è tornato a giocare in patria, in Serie B, nell’Union Touarga.

Karim Laribi (Tunisia)

Nato a Milano da padre tunisino e madre italiana, il centrocampista è stato nel giro delle Nazionali giovanili dell’Italia, ma poi uscì dai radar e nel 2017 rispose alla convocazione della Nazionale tunisina. Giocò due amichevoli a marzo 2017 contro Camerun e Marocco, sfiorando anche la convocazione per i Mondiali 2018, tagliato soltanto all’ultimo dal c.t. Nabil Maaloul.

Redazione Footbola

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