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Il Valencia vince e crede al quarto posto. Huesca in Segunda

Il match disputato all’Estadio El Alcoraz ci ha consegnato due verdetti; il Valencia è pronto per la semifinale di ritorno di Europa League mentre l’Huesca dice addio alla Liga. Una partita mai iniziata visto che i padroni di casa hanno subito alzato bandiera bianca con gli ospiti avanti dopo appena due minuti di gioco. Serviva una prova di orgoglio, un match giocato con il coltello tra i denti per provare a credere ancora nella salvezza. Ávila e compagni, invece, hanno dimostrato di non avere più le forze (psicologiche in primis) per continuare a lottare. L’altra faccia della medaglia vede un Valencia rinascere dopo tre sconfitte consecutive tra campionato e coppa; la Champions è ancora possibile.

Huesca, un pesante addio

La retrocessione, probabilmente, sarebbe arrivata lo stesso considerando gli otto punti di distacco dalla zona salvezza e le difficili combinazioni a due giornate dalla fine. Questo, però, non giustifica l’atteggiamento di una squadra scesa in campo senza quella voglia di provare a restare in corsa fino alla fine. La rete di Wass ad inizio gara ha messo al tappeto l’Huesca incapace di reagire; la punizione è stata pesante. Un sei a uno con cui i ragazzi di Rodríguez dicono addio alla Liga. Tolti i novanta minuti di questa sera si devono fare i complimenti ad una squadra che, nonostante tutti i limiti, ha provato a giocarsela al massimo delle proprie potenzialità.

Valencia, ora tocca all’Arsenal

La sconfitta con l’Arsenal è stata recepita nella giusta maniera da parte del Valencia; i ragazzi di Marcelino hanno approcciato alla gara con la determinazione di chi, dopo tre sconfitte consecutive, aveva voglia di ripartire per non abbandonare definitivamente il treno Champions. La vittoria del Getafe obbligava Rodrigo e compagni a portarsi a casa l’intera posta i palio. Missione compiuta in soli quarantacinque minuti. Successo fondamentale in ottica Europa League; il Valencia, infatti, arriva alla gara della stagione come meglio non avrebbe potuto.

Saverio Fattori

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