Uruguay-Argentina, la prima di Sampaoli e Icardi vale oro

Tornano le qualificazioni verso i Mondiali che si disputeranno in Russia l’estate prossima. Tante le sfide importanti con il Sud America che propone un match di altissimo rilievo. Stiamo parlando della sfida tra l’Uruguay e l’Argentina; la gara è tanto delicata quanto importante per le due nazionli che, per motivi diversi, non si possono permettere più errori per non compromettere la qualificazione alla prossima coppa del Mondo. Gli uomini di Sampaoli, per portare a casa i tre punti, potranno contare (finalmente ci viene da dire) su Mauro Icardi; la punta nerazzurra ha ottenuto la tanta desiderata convocazione con l’Albiceleste e ora vuole dimostrare di meritarsi il posto al fianco di un fenomeno come Messi. Dall’altra parte, l’Uruguay non potrà contare su un Suarez ancora alle prese con l’infotunio subito durante la finale di Supercoppa spagnola contro il Real Madrid. Il peso dell’attacco della Celeste sarà sulle spalle di Cavani, reduce da un grande inizio di stagione con il PSG. Tabarez ha bisogno dei goal del Matdor per risollevare una situazione che, dopo tre sconfitte consecutive, si è fatta abbastanza critica.

Icardi, l’uomo in più per la nuova Argentina

Finalmente le gare contano; adesso possiamo capire se i dettami di Sampaoli sono stati appresi dai ragazzi che, sotto la gestione Bauza, stava pericolosamente perdendo la rotta verso i Mondiali. L’ex ct non era più in sintonia con il gruppo, tornato in forma (almeno per quanto riguarda l’aspetto mentale) con l’ex allenatore del Siviglia. Una delle prime novità che Sampaoli ha voluto portare all’interno dell’Albiceleste è stata quella di convocare Mauro Icardi; il bomber dell’Inter, anche in questo avvio di stagione, ha meritato di non poter stare fuori dalla nazionale che ora ha assolutamente bisogno di lui. L’Argentina, infatti, è quinta nel girone di qualificazione con ventidue punti e non può permettersi altri sbagli. La vena realizzativa di Icardi supportata dall’estro di Messi e Dybala possono rappresentare l’arma in più da cui costruire la rincorsa verso Russia 2018.

 

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