La Liga di quest’anno è il campionato che tutti sognano: tre squadre in due punti a otto giornate dal termine, nessun pronostico scontato e ancora uno scontro diretto da giocare che potrebbe avere un’influenza decisiva sulle sorti della stagione. Nell’ultimo turno l’ordine delle prime tre è cambiato, così come la distanza dalla capolista su chi insegue, per un risultato che è di puro spettacolo.
Al termine di questa intricata giornata l’Atlético Madrid ha 67 punti, il Real Madrid 66 e il Barcellona 65. Tutto ancora in discussione, visto che questa situazione di classifica narra tre storie completamente differenti e di conseguenza lascia sensazioni differenti.
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Partiamo dall’Atlético, la grande delusa. Anche l’ultimo turno con il Betis è stato deludente, tanto che il risultato finale di parità non è neanche da buttare: vero, mancavano due pedine chiave come Luis Suárez Marcos Llorente, ma le altre due, in articolar modo il Real, hanno dimostrato quanto sia possibile ottenere grandi risultati anche quando i giocatori più rappresentativi non sono in campo. Nonostante le assenze, non è giustificabile un nuovo passo falso, che fa chiudere con il magro bottino di un punto la doppia trasferta consecutiva sui campi della città di Siviglia, per un periodo complessivo di 7 risultati negativi nelle ultime 11 gare. Troppo poco per potersi difendere da due corazzate con il potenziale e la storia di Barça e Real, troppo poco per poter pensare di vincere questo campionato così bello e combattuto. A oggi l’Atleti è primo, ma in pochi scommetterebbero sul loro successo in Liga dopo un periodo così negativo sul piano di gioco e dei risultati.
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✍ "𝙵𝚞𝚎 𝚞𝚗 𝚙𝚊𝚛𝚝𝚒𝚍𝚘 𝚍𝚞𝚛𝚒́𝚜𝚒𝚖𝚘"
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Se si giocasse come nella scorsa stagione solamente il campionato, il Real Madrid sarebbe indiscutibilmente la favorita numero uno per la vittoria del secondo titolo consecutivo. Tuttavia il cammino parallelo in Champions League potrà avere delle conseguenze (a partire dall’ultimo infortunio di Lucas Vázquez) dato che sembra probabile il passaggio del turno almeno in semifinale. Per una squadra che si è ritrovata improvvisamente una rosa corta è un problema dover gestire tanti impegni in poco tempo, e finché non saranno aggregati di nuovo al gruppo i pilastri che in questo momento seguono le partite dalla tribuna, lo spiraglio sarà aperto anche alle inseguitrici. Vada come vada il finale di stagione il Real Madrid si è dimostrata la squadra più forte tra le tre, l’unica costante che non è mai inceppata in crisi troppo lunghe, e che negli scontri diretti con le altre due ha ottenuto 3 vittorie e un pareggio in quattro partite.
Guai a dare per morto il Barcellona, che esce sconfitto dal Clásico ma non battuto dal campionato. La prova di Valdebebas ha avuto le sue lacune, soprattutto in fase difensiva nel primo tempo dove solo Ter Stegen ha evitato il naufragio, ma sul piano del possesso e del gioco la sconfitta è un risultato decisamente severo e punitivo. Nonostante gli 0 punti ottenuti fin qui nelle tre partite giocate contro Real e Atlético, la squadra di Koeman è ancora lì, a soli 2 punti dalla vetta, e con la possibilità di completare uno storico doblete grazie alla Copa del Rey, che in questa stagione varrebbe tantissimo. Con le altre squadre del campionato il Barça è quella che ha fatto più punti, e visto che ci sarà un solo scontro diretto e 7 giornate da giocare con club più piccoli, la corsa è ancora tutta da vivere. Rimane da registrare qualche cambio sicuramente, con un pacchetto difensivo che andrà rinnovato il prossimo anno, ma la crescita nella stagione di questa squadra è la più evidente di tutte e probabilmente fino all’ultima giornata saranno ancora dentro a giocarsela.
Noi intanto ci godiamo questo campionato che nella stagione pandemica è sicuramente il più bello al mondo: solo la Ligue 1 è aperta così tanto nella corsa al titolo, ma senza la qualità di tre colossi con questa storia e queste rivalità che se lo contendono, e soprattutto senza una partita da museo del calcio come il Clásico di ritorno.
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