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Tra le squadre europee, il Milan è quella che fa meno turnover: i motivi

Mancanza di ricambi o poca propensione al cambiamento? Vediamo perché la squadra di Fonseca fino ad ora ha utilizzato pochi giocatori in rosa

La gestione della rosa è uno dei temi centrali per ogni allenatore di alto livello, e nel caso del Milan guidato da Paulo Fonseca, la parola d’ordine sembra essere “continuità”. Da settembre, il tecnico portoghese ha adottato un approccio conservativo, schierando un undici titolare quasi fisso e limitando al minimo i cambi. Una strategia che, dopo la vittoria del derby e contro il Lecce, ha portato al ko di Leverkusen, sollevando interrogativi sulla sostenibilità a lungo termine, soprattutto in vista degli impegni ravvicinati e delle fasi cruciali della stagione.

Il Milan di Fonseca ha finora beneficiato di una stabilità tattica e di scelte mirate che hanno permesso alla squadra di ritrovare la sua identità e di risollevarsi dopo un inizio difficile. La gestione della rosa però dovrà necessariamente evolvere con l’avanzare della stagione, per evitare che l’eccessiva dipendenza da un ristretto gruppo di titolari si traduca in un calo di forma o in infortuni. Il Milan ha una rosa profonda, e sarà compito di Fonseca sfruttare al meglio tutte le risorse a disposizione per continuare a competere su tutti i fronti.I prossimi mesi saranno cruciali per capire se la strategia conservativa del tecnico portoghese potrà essere sostenibile nel lungo periodo, o se sarà necessario apportare cambiamenti per mantenere il Milan ai vertici del calcio europeo.

Un Milan con pochi cambi

Dopo la pausa per le nazionali di settembre, Fonseca ha scelto di puntare su un nucleo fisso di giocatori, una formazione che ormai tutti i tifosi milanisti conoscono a memoria: Maignan, Emerson Royal, Gabbia, Tomori, Theo Hernandez, Fofana, Reijnders, Pulisic, Morata, Leao e Abraham. Una “filastrocca” che è diventata la colonna portante del Milan di Fonseca e che ha subito pochissime variazioni. Nei due mesi successivi, solo tre cambi sono stati apportati alla formazione iniziale: una partita con Davide Calabria dal primo minuto, due con Pavlovic e tre con Ruben Loftus-Cheek.

Fonseca, dunque, ha optato per una continuità tattica e di uomini che lo differenzia nettamente rispetto ad altri tecnici di grandi squadre europee. Se si osservano le statistiche, infatti, il Milan è la squadra con meno variazioni tra i titolari: solo 14 giocatori sono stati schierati dal primo minuto nelle partite giocate nell’ultimo mese. A confronto, squadre come il Bayern Monaco e l’Atalanta ne hanno utilizzati 16, la Juventus e il Bayer Leverkusen 17, mentre il Paris Saint-Germain, il Real Madrid e il Bologna sono saliti a 19. Inter e Barcellona ne hanno schierati 20, mentre Arsenal e Liverpool 21. Il Manchester City e il Napoli, con 22 giocatori utilizzati, hanno il record in questo senso.

Questa statistica dimostra quanto Fonseca stia puntando su un gruppo ristretto di giocatori, evitando di fare ampio turnover anche nelle settimane più dense di impegni, una scelta che ha risvolti sia positivi che potenzialmente rischiosi.

I motivi dietro alle scelte di Fonseca

La decisione di Fonseca di limitare i cambi sembra derivare soprattutto dalle difficoltà incontrate dal Milan a inizio stagione. La squadra aveva cominciato l’annata con prestazioni altalenanti, e il tecnico portoghese ha reagito fissando una formazione di riferimento, su cui ha costruito solidità e fiducia.

MIlan Liverpool Champions
Immagine | Ansa

Uno dei punti chiave di questa svolta è stata la fiducia riposta in Matteo Gabbia, che si è guadagnato il posto da titolare in difesa, nonostante molti lo considerassero una seconda scelta. Fonseca ha poi consolidato il suo 4-2-3-1, un modulo che prevede una figura di trequartista molto particolare, che può essere occupata da Morata o da Loftus-Cheek. Questa struttura tattica ha garantito stabilità e risultati, con il Milan che, nonostante un inizio difficile, è riuscito a risollevarsi e a ritrovare la strada del successo.

La continuità nelle scelte è stata una risposta efficace alle incertezze di inizio stagione. Fonseca ha individuato il gruppo di giocatori su cui fare affidamento e, nonostante le numerose opzioni in panchina, ha preferito mantenere questa stabilità.

Conseguenze del mancato turnover

Tuttavia, la gestione di Fonseca solleva alcune domande. Il calcio moderno richiede una gestione oculata delle risorse, soprattutto per squadre come il Milan che competono su più fronti. Il rischio di infortuni aumenta inevitabilmente quando i giocatori titolari sono utilizzati costantemente senza riposo. Per ora, la situazione degli infortuni è stata gestita in modo impeccabile: non ci sono stati problemi significativi, se non piccoli acciacchi come quelli di Calabria o l’attenzione particolare riservata a Morata.

La vera preoccupazione, però, riguarda la condizione dei giocatori che stanno trovando meno spazio. Chukwueze, ad esempio, ha faticato molto nel suo ingresso contro il Bayer Leverkusen, e lo stesso vale per Musah, che rischia di perdere ritmo e forma, non essendo un giocatore che rende al massimo in spezzoni limitati di partita. Anche Okafor, che ha avuto problemi fisici, è stato poco utilizzato, e non ha potuto ritrovare continuità nemmeno con la sua nazionale durante l’Europeo. In questo senso, escludere costantemente dal campo giocatori che potrebbero dare un contributo importante potrebbe avere effetti negativi sulla loro condizione atletica e sul morale.

Fonseca si troverà presto a dover affrontare un calendario ancora più fitto, con due partite a settimana e l’impegno in Champions League, dove l’intensità delle sfide richiede una rosa all’altezza. È improbabile che il Milan possa continuare su questa linea senza pagare dazio sul piano fisico e mentale. I vari Calabria, Pavlovic, Musah, Chukwueze, Okafor e Jovic dovranno necessariamente essere integrati nelle rotazioni, per evitare di sovraccaricare i titolari e garantire un livello di competitività costante durante tutta la stagione.

In vista di ottobre e dei mesi successivi, Fonseca dovrà adattare la sua strategia. Continuare con un numero ridotto di titolari potrebbe infatti esporre il Milan a rischi di calo di rendimento, soprattutto nei momenti chiave della stagione. Il tecnico portoghese ha dimostrato finora di saper leggere bene le situazioni, e sarà fondamentale per lui inserire gradualmente quei giocatori che finora hanno avuto meno spazio.

In particolare, l’apporto di giocatori come Musah e Chukwueze sarà cruciale per mantenere alta la qualità della squadra anche nei momenti di rotazione. La capacità di questi calciatori di adattarsi a diversi ruoli potrebbe rivelarsi un’arma in più per Fonseca. Allo stesso modo, l’inserimento di Okafor e Jovic potrebbe offrire alternative importanti in attacco, evitando di sovraccaricare Morata e Abraham.

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