Francesco Totti si confessa: ammette il rimorso per il calcione a Balotelli e racconta i momenti più importanti della sua carriera, tra amicizie e aneddoti
Francesco Totti si è raccontato in una lunga intervista con Betsson Sport, in cui ha parlato della sua carriera e di alcuni dei momenti più significativi, rispondendo alle domande dei fan e degli ex compagni. Francesco Totti, storico capitano della Roma, ha condiviso aneddoti legati alla sua carriera calcistica, dalle sue scelte professionali agli episodi più personali.
Ha iniziato ricordando l’episodio in cui rifiutò di indossare la fascia da capitano di Diego Maradona durante una partita amichevole all’Olimpico. Totti ha spiegato che la decisione era legata al suo profondo rispetto per Maradona, definendolo “la storia del calcio”. Per Totti, Maradona è stato il numero uno, un’icona del calcio che va oltre il tempo, e per questo era giusto che fosse lui a indossare la fascia, nonostante si giocasse all’Olimpico.
Totti ha poi parlato della famosa frase “Adesso ho paura”, pronunciata il giorno del suo addio al calcio. “E continuo ad averne”, ha ammesso. Per l’ex capitano giallorosso, la paura è legata al distacco dal mondo del calcio, dopo anni di competizione e momenti indimenticabili.
Lasciare qualcosa che si conosce da sempre per affrontare l’ignoto può essere un momento di grande incertezza. Francesco Totti ha sottolineato che, nella Serie A di oggi, non ci sono giocatori con lo stesso attaccamento alla maglia che lui aveva per la Roma, ma ha riconosciuto che ognuno vive la passione per lo sport in modo diverso.
Durante l’intervista, è emerso anche il rapporto di amicizia di Totti con due figure importanti del calcio italiano: Alessandro Del Piero e Daniele De Rossi. Totti ha scherzato su Del Piero, ricordando un episodio in cui lo definì “vestito da tranviere”, una battuta che è diventata virale grazie a Marco Materazzi, che riprese il tutto con il telefono.
Totti ha definito Del Piero un grande amico e un giocatore fortissimo, affermando che nella sua scala personale lo preferisce a giocatori come Dybala, Cassano, Vinicius, Bellingham e persino Rivera. Tuttavia, quando si tratta di confronti più seri, Totti non ha dubbi: Maradona è superiore a tutti, compreso Messi, e in una competizione immaginaria anche lo stesso Totti si considera inferiore a Diego.
Parlando di De Rossi, Totti si è espresso in toni affettuosi, definendolo “una persona straordinaria” e “un amico d’oro”. Ha riconosciuto in lui un grande amore per la Roma, paragonabile al suo, senza entrare in ulteriori dettagli, preferendo non alimentare polemiche.
Un momento di autocritica è arrivato quando Totti ha parlato del famoso episodio del calcione rifilato a Mario Balotelli durante una finale di Coppa Italia. “Se potessi tornare indietro, non farei quel gesto”, ha confessato. Quell’episodio gli costò l’espulsione e il rimprovero dell’allora Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Totti ha sottolineato quanto sia importante per un calciatore mantenere il rispetto verso gli avversari e dare il giusto esempio ai giovani che aspirano a una carriera sportiva, ammettendo che in quell’occasione ha mancato il suo dovere.
Uno dei momenti più iconici della carriera di Totti è legato al famoso selfie scattato durante il derby contro la Lazio. “Una delle scene più belle della mia carriera”, ha ricordato. Totti aveva pianificato quel momento: sapeva che, se avesse segnato, avrebbe scattato una foto verso la Curva Sud. Dopo aver realizzato una doppietta e fissato il punteggio sul 2-2, Totti mantenne la promessa, immortalando uno dei momenti più memorabili della storia del derby romano.
Totti ha poi raccontato un aneddoto legato alla sua carriera giovanile, rivelando che fu sua madre a impedirgli di firmare per la Lazio all’inizio della sua carriera. Una decisione che ha definito come “la scelta giusta”, scherzando sul fatto che, se fosse tornato a casa avendo scelto la Lazio, sarebbe successo “un casino”.
Riflettendo sui gol più belli della sua carriera, Totti ha menzionato due momenti particolarmente significativi: il gol al volo contro la Sampdoria e il celebre pallonetto contro l’Inter a San Siro. Entrambi i gol hanno lasciato un segno indelebile nella sua memoria e nella storia del calcio italiano, sebbene per Totti sia difficile stabilire quale dei due sia il migliore, poiché entrambi sono stati straordinari ma in modi diversi.
Sul tema degli allenatori, Totti ha avuto parole di elogio per molti dei tecnici che ha incontrato durante la sua lunga carriera. “In 25 anni ho avuto tanti allenatori, e ognuno ha lasciato la propria impronta”, ha detto. Tuttavia, ha voluto fare una menzione speciale per Zdenek Zeman, che lo ha “cresciuto tatticamente e fisicamente”, rendendolo il giocatore che sarebbe diventato.
Infine, Totti ha provato a descrivere il “calciatore ideale”, immaginando una sorta di fusione tra le migliori caratteristiche di alcuni dei più grandi giocatori di sempre. Secondo lui, il campione perfetto dovrebbe avere il destro di Cristiano Ronaldo, il sinistro di Maradona, il colpo di testa di Luca Toni, la velocità di Ronaldo il Fenomeno, il dribbling di Messi, il fisico di Bellingham e, con un pizzico di autoironia, la sua stessa visione di gioco.
Con queste parole, Francesco Totti ha regalato un’altra testimonianza del suo legame indissolubile con il mondo del calcio e con la città di Roma. La sua carriera e i suoi ricordi restano indelebili non solo per i tifosi romanisti, ma per tutti gli amanti del calcio.
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