Il Wanda Metropolitano ha visto il successo del Liverpool sul Tottenham in una finale che ha regalato tanta intensità ma poche emozioni. I Reds hanno riscattato la sconfitta contro il Real Madrid alzando la sesta Champions della loro storia; gli Spurs, invece, non sono riusciti a coronare una grande stagione europea. I motivi della sconfitta per i ragazzi di Pochettino sono molti e il primo è sicuramente l’esperienza. Il Tottenham era alla prima finale e questo ha sicuramente avuto un ruolo importante nello svolgimento della gara specie contro una squadra più abituata a determinati palcoscenici. Non è semplice vincere una Champions League all’esordio e lo dimostra il fatto che l’ultimo club ad esserci riuscito è il Borussia Dortmund nella stagione 1997 quando il BVB si impose tre a uno sulla Juventus.
Un altro motivo che spiega la sconfitta del Tottenham lo possiamo trovare dopo ventisei secondi dall’inizio della sfida. La difesa degli Spurs si fa trovare impreparata su un lancio verso Mané che manda la palla sul braccio, inspiegabilmente largo, di Sissoko. Calcio di rigore e finale indirizzata verso i binari Reds. Difficile trovare una spiegazione al gesto del centrocampista e il fatto che lui stesse dando indicazioni ai compagni di squadra non è accettabile. In una finale di Champions League i dettagli sono fondamentali e a far saltare il banco non può essere un errore del genere.
Sissoko non è stato certamente aiutato dal suo compagno di reparto Harry Winks costretto a scendere in campo con un problema fisico e questo ha condizionato la sua gara. Pochettino chiedeva molto alla sua mediana, soprattutto in fase difensiva; la risposta non è assolutamente stata positiva.
Pochettino è stato tradito dalle sue stelle; solo Son, dei quattro giocatori offensivi, ha mantenuto i suoi livelli base. Lo stesso non si può dire per gli altri tre. Alli ed Eriksen hanno mostrato ancora una volta di avere limiti caratteriali evidenti; nella partita più importante della stagione non sono riusciti a dare quel contributo necessario per aiutare la squadra. Novanta e passa minuti senza trovare il modo per impensierire la difesa del Liverpool. Se la sfida con i Reds doveva essere quella della consacrazione per Alli ed Eriksen, il risultato è stato decisamente negativo.
Discorso diverso per Kane; l’attaccante ha recuperato in extremis dall’infortunio e ieri si è visto come non avesse la miglior condizione fisica possibile. Con il senno del poi sarebbe stato utile farlo partire dalla panchina ma capiamo anche la decisione di Pochettino nel decidere di far giocare dall’inizio uno dei suoi giocatori più importanti.
Lucas e Llorente sono due giocatori che ieri avrebbero meritato più spazio; il primo è stato l’eroe nella serata contro l’Ajax mentre il secondo ha segnato il goal che ha permesso di eliminare il Manchester City. Insieme hanno giocato quattordici minuti compreso il recupero; troppo poco per chi ha contribuito, in maniera determinante, alla qualificazione in finale. Lasciare Kane ed uno tra Alli ed Eriksen in panchina non era semplice ma, forse, sarebbe andata in maniera diversa anche se questo non lo sapremo mai.
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