Un giorno così c’è chi lo spettava da sempre: una messicana in finale nel Mondiale per Club, roba da non crederci. Se poi ci si aggiunge che la finalista è il Tigres allora lo scenario assume contorni ancora più surreali.
Fino a poco tempo fa la squadra universitaria di Monterrey era il club per eccellenza delle occasioni perse: aveva perso tutte le finali internazionali della sua storia, a volte anche in maniera grottesca come nel 2015 quando si ritrovò a perdere in sequenza sia in Copa Libertadores che nella Concacaf Champions League. E invece è bastato poco per ribaltare la prospettiva: oggi sono la squadra da battere, quella che oltrepassa i limiti.
I propri, andandosi a vincere quella Concacaf Champions League che sembrava maledetta, ma anche quelli nazionali e continentali, visto che mai una messicana o una nordamericana in generale era riuscita ad arrivare in finale al Mondiale per Club. Solamente l’Oceania era rimasta assieme ai Paesi del gruppo Concacaf a non aver portato una squadra in finale, visto che nell’era del Mondiale esteso a tutti i continenti, asiatiche e africane avevano fatto la loro presenza.
Ma nordamericane mai, in particolare le messicane che al massimo si erano potute accontentare del podio. Stavolta invece il capolavoro è stato completato, anche sfruttando i fattori positivi del match: il Tigres affrontava un Palmeiras stremato, arrivato a questa finale dopo aver giocato praticamente no-stop per sei mesi. Finalista di Copa Libertadores e Copa do Brasil, impegnato in un campionato da 38 giornate, troppe energie spese per arrivare lucidi a questa gara.
¡Grítalo como el Titán de la suerte! 🗣️#EstoEsTigres 🐯#TigresEnQatar 🇶🇦#HoyLaUEsMundial 🌍 pic.twitter.com/rumaHyItpx
— Club Tigres Oficial 🐯 (@TigresOficial) February 7, 2021
E infatti i messicani l’hanno vinta con pieno merito: su rigore sì, trasformato dal solito Gignac, autore della doppietta decisiva anche in semifinale, ma decisamente più d’impatto oggi. Lui per il gol ma anche tutto il resto dell’equipe del Tuca Ferretti, oggi ineccepibile. L’ex Fiorentina Salcedo strepitoso in difesa, Quiñones imprendibile sulla fascia, Carlos González fastidiosissimo coi suoi movimenti.
Nel primo tempo hanno preso le misure, hanno messo alla prova un Weverton fantastico tra i pali, ma poi nel secondo tempo è arrivata la rete decisiva che ha permesso ai migliori di vincere. Ora aspettano solamente la qualificazione del Bayern contro l’Al Ahly per sapere contro chi disputeranno la finalissima del prossimo weekend, l’impresa impossibile che però non sembra così fuori portata per il club che in pochi mesi ha ribaltato ogni prospettiva.
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