Anche quest’anno la finale di Concacaf Champions League sarà tutta messicana: dopo la qualificazione al cardiopalma del Pachuca contro Dallas nella notte è arrivato il verdetto anche della seconda semifinale che ha visto i Tigres vincere a Vancouver contro gli Whitecaps in una sfida che era stata virtualmente chiusa già nella gara d’andata.
A Monterrey era infatti finita 2-0, risultato che rendeva quasi proibitiva la rimonta canadese qualora i Felinos avessero segnato un gol in trasferta.
Con queste premesse la partita già sembrava essere indirizzata verso la sponda messicana ma l’avvio di gara con il gol immediato di Break Shea, l’ala sinistra del 4-2-3-1 del gallese Robinson aveva clamorosamente riaperto la gara. Con un gol solo da rimontare tutto era ancora possibile almeno fino a quando i Tigres non avessero segnato il gol per sentenziare il discorso qualificazione.
La ripresa non è stata mozzafiato come quella di Hidalgo della sera precedente ma ha visto i messicani troncare ogni speranza di rimonta da parte di Vancouver. Il pareggio di Gignac cambia totalmente la storia di questa semifinale: con il gol in trasferta gli Whitecaps sono costretti a segnarne altri 3 nella mezz’ora finale ma motivazioni, gambe e tempo remano nella direzione opposta.
Finisce allora con una passerella per l’eterno Damian Alvarez, all’ottavo anno con la maglia dei Tigres e probabilmente all’atto conclusivo della sua lunghissima carriera: il gol del classe ’79 nel finale di gara è il pass per andarsi a giocare la finale made in Mexico contro il Pachuca e per blindare nel cassetto il sogno di Vancouver di centrare uno storico traguardo.
In fondo ci sono arrivate le due squadre più forti e per la quinta volta nelle ultime sei edizioni le americane rimangono fuori dalla finale: i Tigres andranno per la terza finale internazionale consecutiva tra Copa Libertadores e ConcaChampions con la speranza finalmente di alzare la coppa e non guardare nuovamente gli avversari tra i coriandoli mentre si indossa una medaglia d’argento al collo.