I tedeschi sono geneticamente predisposti alle rimonte nel gioco del calcio: è un fatto di DNA, una abile capacità di avere il controllo mentale delle partite che contano che in certe situazioni risulta decisivo. Thomas Muller è tedesco in tutto e per tutto e per questo è l’uomo chiave per la partita di questa sera.
È stato il grande escluso nel match d’andata dove ha trovato solo una misera presenza nel finale in cui ha potuto dire poco o nulla. Lui però le partite che contano non le sbaglia mai ed è l’uomo ideale per provare una rimonta complicatissima contro la difesa più forte del mondo. Serve un uomo d’area in una gara in cui il Bayern avrà quasi sicuramente lo stra dominio del possesso palla: chi meglio di Muller? Probabilmente nessuno.
Distanza media dei gol segnati in carriera 9 metri e questo dato la dice lunga sulla sua decisività nell’area piccola. È l’uommo del destino, l’uomo che ha già cambiato la storia di questa Champions con quel gol alla Juventus quando tutto sembrava finito.
Serve un gesto tecnico del genere, quel lampo dannatamente tedesco che può sorprendere anche una retroguardia che fa dell’atetnzione il suo baluardo. I tedeschi se sono in partita non puoi domarli, li devi per forza uccidere il prima possibile, prima che possano realmente prendere il controllo mentale della gara e trovare alla loro maniera il modo di rimettere tutto in discussione.
Questioni di genetica, di sangue, tutto ciò che appartiene alla tradizione del Bayern, del calcio tedesco e alla carriera di Thomas Muller. Sarà una gara complicata e snervante che si potrà sbloccare solo grazie ai guizzi di chi sa intuire il momento giusto per sbucarti alle spalle.
La finale è comunque lì a portata di mano, ancora accessibile. Il Bayern non è morto, Muller lo sa e fino all’ultimo secondo sarà l’uomo di cui l’Atletico del Cholo (ormai anche “Comandante”) Simeone dovrà avere più paura.