
Thiago Motta ex allenatore della Juventus Immagine | Ansa
Thiago Motta pronto per una nuova rivoluzione: potrebbe essere lui il prossimo allenatore dell’Atalanta dopo Gian Piero Gasperini. Le voci circolano con una certa insistenza nelle ultime ore a Bergamo, dove si va a caccia di un allenatore in grado di riaprire un ciclo partendo dai giovani.
Thiago Motta all’Atalanta, ipotesi suggestiva
Thiago Motta è una ipotesi suggestiva. Sulla voglia di riscatto dell’ex allenatore della Juventus, non ci sono dubbi. Così come sono tante le affinità con la filosofia di gioco legata a Gian Piero Gasperini che in occasione del Premio Bearzot non ha nascosto la stima e l’affetto per un tecnico finito nella gogna mediatica evidentemente oltre i suoi (indiscutibili) demeriti. C’è un limite a tutto, però, e la dirigenza della Dea sembra aver saputo cogliere questa sfumatura. Anche perché l’allenatore italo brasiliano ha tutte le caratteristiche necessarie per prendere in mano il nuovo progetto della dirigenza nerazzurra che dovrà rivoluzionare, per limiti di età e filosofia gestionale, una rosa che cambierà radicalmente aspetto.
Atalanta, quanti gioielli in vetrina e in partenza
Tanti i gioielli in vetrina e in partenza da Zingonia. In primis, Ademola Lookman, che sembra essere rimasto un anno in più del dovuto a Bergamo, con annessi mal di pancia e connesse divergenze di vedute, anche piuttosto forti e vivaci, con il tecnico. Il suo addio sembra scontato, ma non certo per quanto riguarda il prezzo legato al foglio di via, da enumerare dagli “anta” in su. In Premier, però, ci sono anche tanti club pronti ad offerte “indecenti” per Ederson. Non è detto che lasci anche Retegui, per lasciare spazio alla rivalutazione di Scamacca. Basterebbero questi tre addii per accumulare più di 150 milioni di euro e avviare la rifondazione.
Chi resta e chi è in bilico
In bilico anche la posizione di diversi calciatori destinati a generare cifre più ridotte in caso di cessione o comunque di far risparmiare in termini di ingaggi se lasciati andare a prezzo di saldo. Il primo nome della lista è Cuadraro, che ha il meglio di sé alle spalle. In scadenza di contratto, lascerà Bergamo e forse anche l’Europa in compagnia di Toloi, destinato a chiudere la sua lunga e bellissima pagina in nerazzurro alla stregua di Pasalic. Rui Patricio, prezioso più come uomo spogliatoio che fra i pali, è un bilico, anche perché la sua esperienza potrebbe essere utile come “chioccia”: il caso Svilar insegna.
Zappacosta, Samardzic e Brescianini dovrebbero invece far parte dell’Atalanta del futuro. Certi della conferma, nonché solide fondamenta della nuova Dea, saranno Carnesecchi, Hien, Bellanova e Maldini. Difficile rinunciare anche Djimsiti e De Roon, sperando che la sfortuna si dimentichi, almeno per un po’ di Scalvini e Scamacca reduci da lunghi infortuni