La Copa Libertadores è il torneo che ti dà sempre una possibilità, la manifestazione che ti concede quella serata di gloria e immortalità. Anche se vieni dalla Bolivia e porti il curioso nome di The Strongest in una magica sera paulista puoi fare scacco matto al San Paolo favorito per la vittoria finale del torneo nel suo terreno, il Morumbi.
Che storia quella del The Strongest. Eterna rivale del Bolívar (la principale squadra di La Paz) ha sempre rappresentato l’unica vera alternativa boliviana ai Celestes in campo internazionale ricevendo però sempre importanti lezioni di calcio. Serviva uno scossone a questa squadra per provare ad alzare l’asticella: lo scossone si chiama Sport Boys ed è la nuova ricchissima realtà del futbol de altura che nell’ultimo campionato ha messo tutti in fila tra lo stupore generale.
Il The Strongest ha reagito perché un terzo incomodo nell’eterno testa a testa con il Bolívar ha complicato gli accessi alle manifestazioni internazionali per i Tigrados chiamati ad un grande 2016. Dopo un mercato di gennaio in cui è sono stati blindati i talenti Chumacero e Ramallo (classe ’90 grande protagonita contro il San Paolo), confermata la leggenda Escobar e arrivato un grande acquisto di esperienza come il match winner di oggi Matias Alonso, la squadra ha subito trovato una dimensione importante.
Il San Paolo dopo una campagna acquisti faraonica era chiamato sin da subito ad una grande dimotrazione di forza ma la sufficienza e la troppa superbia hanno fatto sì che un sistema rapido e ordinato come quello del Tigre facesse emergere con estrema semplicità le difficoltà di un top team ancora da amalgamare.
Il gioco fluido visto oggi contro la Tricolor è quello di un squadra organizzata che si conosce bene: passaggi rapidi e a memoria e tanti meccanismi che hanno colta impraparata la banda del Paton Bauza, palesemente in fase di rodaggio. Il centrocampo a rombo proposto da Mauricio Soria è stato il vero fattore di questa gara e le performance splendide degli interni Castro e Chumacero hanno reso possibile il miracolo.
Proprio da un’intuizione geniale del Chacha Castro è iniziata l’azione del gol del vantaggio, proseguita da Chumacero e finalizzata da Matias Alonso. Il centravanti con un trascorso anche nel Bari rappreenta il vero uomo in più del nuovo The Strongest: una punta con una importante esperienza europea capace di impattare subito in una realtà complicata come quella boliviana.
Il calcio boliviano ha sempre visto le proprie squadre vincere esclusivamente in casa, in quell’Estadio Hernando Siles posto a 3600 metri sul livello del mare che spesso ha fatto la differenza. La vittoria esterna su un campo tanto storico quanto difficile è un vero e proprio miracolo soprtivo se lo contestualizziamo in un paese che nella sua storia ha avuto ben poche gioie dai propri club.
Oggi una grande impresa per la rappresentante di un piccolo movimento calcistico: il The Strongest comincia la sua favola sognando di eguagliare il record del Bolívar arrivato in semifinale nel 2014. Pazze idee, miracoli e follie: il bello della Copa Libertadores sta proprio qui.
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