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L’importanza del terzino regista: da Marcelo ad Alexander-Arnold

Il calcio, cambiando negli anni, si è perfezionato in continuazione, nel bene e nel male. Quella del terzino è un’evoluzione incominciata lo scorso secolo, coi grandi interpreti che hanno riscritto i fondamentali del ruolo: da difensori a difendenti. Il terzino ha quindi imparato la doppia fase, sviluppando spesso doti atletiche invidiabili da ogni altro ruolo in campo.

Marcelo e Dani Alves: fantasia sudamericana in fascia

L’ultimo decennio è stato emblematico per aggiungere un altro fondamentale ad una posizione resasi sempre più importante sul rettangolo di gioco. Il cosiddetto piede educato, che ha portato dei veri e propri numeri 10 ad inventare sulle corsie laterali. Impossibile non citare due giganti, ancora in attività e capaci di regalare qualche giocata da applausi nonostante non siano più nel pieno della carriera, come Marcelo Dani Alves. Colonne portanti del Real Madrid e del Barcellona più vincenti degli ultimi anni, hanno scritto pagine indelebili della storia del calcio brasiliano ed europeo. Non a caso, con dei palmarès così ricchi ed una vita calcistica ancora ai vertici dopo anni, sarebbe stato improbabile non essere considerati iconici nel ruolo di terzini. Uno mancino, uno destro, ma entrambi accomunati da corsa, prestanza fisica, intelligenza tattica e piedi da fantasisti. Il blanco conta 41 gol e 101 assist coi club (pressoché tutti col Madrid, tolte 3 marcature segnate col Fluminense); l’ex blaugrana 59 gol e 169 assist. Numeri da capogiro che però non stupiscono: per due pionieri del ruolo sono cifre quasi scontate.

Alexander-Arnold e Cancelo: la solidità europea

Inevitabilmente il calcio europeo (e in generale quello mondiale) si è evoluto nella direzione che i due nazionali brasiliani hanno indicato portandosi a casa 7 Champions League in una quindicina d’anni. Ed ecco che oggi si prendono le copertine Alexander-Arnold Cancelo, pedine fondamentali di Liverpool Manchester City. Il primo, prodotto del vivaio dei Reds, ha messo in mostra fin dalle giovanili l’innata capacità nel tracciare parabole impensabili per la media: corner e punizioni dalle parti di Anfield passano tutte per il suo destro. E il giovane terzino inglese lo ha ribadito, semmai ce ne fosse stato il bisogno, anche nell’ultima giornata di Champions, offrendo due assist determinanti nel 2-0 rifilato dal Liverpool all’Atlético Madrid. Il portoghese, passato anche in Serie A, ha impiegato qualche mese in più del coetaneo per coniugare un’ottima tecnica alla fase difensiva. Al resto ha pensato Guardiola che, come Klopp con TAA, ha avuto il merito di dargli fiducia. Joao lo ha ripagato con una duttilità unica che non lo ha mai limitato in cabina di regia, sulla fascia.

Due leggende prima, due campioni ora: nel mentre tanti ottimi calciatori che il ruolo lo hanno interpretato e lo interpretano diversamente, anche a seconda delle esigenze della squadra. La varietà è un fattore imprescindibile se si vuole continuare a migliorare, specie nel ruolo del terzino, diventato ormai un vero e proprio metronomo.

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