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L’intrigante rinascita di Tanković ha stregato il Genoa

«Alla kommer att pussa mina fötter». Tradotto, «tutti verranno a baciarmi i piedi». Esattamente due anni fa, nel novembre 2017, l’Hammarby annunciava conteporaneamente Sander Svendsen, Johan Wiland, Oscar Krusnell e Muamer Tanković. Quest’ultimo non era esattamente un acquisto di prima fascia, visto che era reduce da uno scialbo Europeo Under21 2017 e per rilanciare la sua carriera fece un passo indietro. Tornò in Svezia dopo 6 anni: ufficialmente non militò mai in Allsvenskan visto che nel 2011 lasciò Norrköping per il Fulham, ma in quel contesto a Tanković serviva ripartire. Con sfrontatezza, se necessario. Il biennio ad Alkmaar non era stato soddisfacente, e Muamer aveva la sua teoria: «Sono arrivato a giocare ai margini del campo, vado bene anche lì, ma se vuoi un Tanković al 110% allora devo giocare al centro».

Due anni dopo, ieri, Muamer è attivato a Genova immortalato da qualche tweet: «C’è un grande interesse, si sono informati con l’Hammarby e hanno fatto un’offerta».  Semplice: un assegno da 6 milioni di SEK, 8 comprendendo i bonus, per portarsi a casa un talento in scadenza di contratto. Il Genoa ha fatto l’affare, l’Hammarby avrebbe potuto cedere Tanković in estate ai Columbus Crew per 10 milioni di SEK ma il suo contributo serviva per provare a vincere l’Allsvenskan. Un sogno che manca dal 2001 e che resta un cruccio: «Provo emozioni contrastanti – raccontò il 24enne di Hageby – non sono bastati 65 punti e il record di reti». Il tecnico Stefan Billborn spiegò metaforicamente la frustrazione in una metafora forte: «è come la cirrosi epatica, arriva al massimo prima di crollare, ora ci serve un donatore di fegato».

Smaltita la delusione, c’era da fare i conti con Tanković in scadenza di contratto e appetito da molti, dato che le 14 reti e gli 8 assists in Allsvenskan 2019 arrivano dopo 7 reti e 5 assists nel 2018. Inversione di tendenza enorme, rispetto alle tre stagioni in Eredivisie (16 reti e 12 assists in 77 presenze) o peggio alle due di Premier a inizio carriera (9 reti e 3 assists in 26 presenze con le giovanili del Fulham). E se in estate l’altro wonderkid Jordan Larsson aveva lasciato la Svezia per lo Spartak Mosca, Tankovic ha aspettato altri sei mesi. E un titolo mai arrivato.

Nelle ore precedenti il suo arrivo, non al Columbus bensì al Colombo, l’aeroporto genovese, Tanković aveva giocato 90’ alla Friends Arena contro le Fær Øer. Janne Andersson aveva mandato in campo una formazione sperimentale, 10/11 diversi rispetto ai titolari contro la Romania, di cui era rimasto il solo Kristoffer Olsson, ma al di là da mere valutazioni gerarchiche, Tanković aveva ottenuto il premio come man of the match. Lo avrebbe aspettato il Genoa, che la stampa svedese presenta col 17° posto in Serie A e una carrellata di nomi in ordine di popolarità: mister Thiago Motta, Lasse Schöne, Criscito, Pandev e – curiosamente – l’ex Tottenham Sandro.

Nonostante una polemica con la nazionale bosniaca, che gli imputava di aver cambiato preferenza scegliendo la Svezia successivamente, ‘Mujo’ era certo della trattativa col Grifone, resa nota giovedì 14 novembre e immediatamente smentita: «Non ho nulla di bianco o nero davanti a me». Di opzioni ve n’erano molte, l’AEK Atene e una serie di pretendenti italiane (Udinese, Bologna, le due genovesi), pare poi che Tanković avesse parlato con Ekdal, ma niente Sampdoria. Altra sponda, il Genoa: «Vedono in me un potenziale, è un club che vuole davvero investire molto su di me, è bello».

A declinare il valore di Muamer è intervenuto l’ex allenatore, oggi commentatore sportivo, Alexander Axén: «Gioca nella nazionale, ha avuto una buona crescita, ha guidato l’Hammarby e s’è distinto pure in difesa, cosa per cui non ha ricevuto molti elogi. Secondo me il terzino sinistro dell’Hammarby è il più debole della squadra, quindi non solo lui l’ha aiutato ma ha pure segnato molto». A comprova di quanto detto, Nikola Djurdić s’arrabbiò parecchio al vedere premiato come miglior centrocampista d’Allsvenskan non Tanković bensì l’ex Chievo – oggi al Malmö – Anders Christiansem.

«Målsättningen kvarstår», in italiano «l’obiettivo resta», è stato il grido motivazionale che ha accompagnato Tanković in questo biennio di rilancio. S’era dichiarato in un’intervista estiva allo Sportbladet: «è l’ABC del calcio scegliere saggiamente un club, a 16 anni scelsi il Fulham perché era una squadra di metà Premier e mi sembrava che il loro calcio fosse offensivo. Un giorno mi svegliavo da re, poi ero il peggiore. Ma non è un segreto, quando sono tornato all’Hammarby ho detto che il mio obiettivo sarebbe stato di tornare in Europa». L’Europa che conta lo attende. Genova, dopo Linus Hallenius, spera stavolta d’aver azzeccato il colpo.

Matteo Albanese

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