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Talenti USA: Frankie Amaya

Dal pozzo infinito di talenti quale è la MLS, massima competizione calcistica americana, è recentemente emerso un nuovo giovane centrocampista. Il suo nome è Franuel Amaya, ma tutti lo conoscono come Frankie. Americano di origini messicane, a ventuno anni (è nato nel 2000) ha più di tre stagioni a livello professionistico alle spalle e ha convinto la dirigenza dei New York Red Bulls a prelevarlo a titolo definitivo dal FC Cincinnati lo scorso aprile.

Amaya rispecchia perfettamente la tipologia di centrocampista comunemente definita “completa”. Nonostante non goda di una statura imponente (1,63 m) è efficace nel gioco aereo e nei fondamentali difensivi. Questo lo ha reso un pendolo di centrocampo fondamentale per la sua squadra in fase di transizione difensiva: riesce infatti ad esaltare le sue abilità di recupero palla principalmente al momento di rincorrere l’avversario, o tramite l’ottimo posizionamento grazie al quale ha intercettato la palla già 24 volte questa stagione (dato Fbref). Le sue capacità di interdizione si scontrano però con un’ancora acerba reattività quando viene puntato nell’uno contro uno: sembra però più un correggibile difetto di atteggiamento o formazione calcistica -la MLS non è certo nota per avere sfornato grandi difensori- che un vero e proprio limite naturale.

Ma attenzione a non pensare che l’americano sia un semplice rubapalloni: con la palla tra i piedi è un giocatore più che piacevole da guardare ed estremamente intelligente. La sua conduzione è elegante e soprattutto rapida, indice di superiorità tecnica in un calcio come quello americano dai ritmi di gioco tendenzialmente bassi. Anche nei passaggi è preciso, in particolar modo nel lancio lungo.

A New York ha trovato spazio in una mediana a due nel 3-4-3 dell’allenatore austriaco Gerhard Struber, anche se raramente gli vengono affidati compiti di regia a inizio azione in quanto la squadra tende a impostare a partire dai terzini. Ha un ruolo chiave, come anticipato prima, in fase difensiva. A causa del ruolo affidatogli, le occasioni per vederlo agire sulla trequarti offensiva  non sono tantissime, eppure in ogni partita lascia più o meno la sua impronta in termini di occasioni create. Fino ad ora ha mostrato  un buon tiro dalla distanza -sono state ottime parate a separarlo dal primo goal stagionale- e interessanti capacità di inserimento. Quando si trova in aera è a suo agio col dialogo stretto, ma più spesso si posiziona al limite per gestire la manovra offensiva col compagno di reparto.

Ancora al FC Cincinnati, Amaya affronta a Marzo 2020 quella che sarà la sua prossima squadra (Photo by Elsa/Getty Images)

Dunque quale futuro può avere un giocatore del genere? È evidente che il ragazzo abbia una caratura da calcio europeo e possa già dire la sua se trovasse una realtà adatta a farlo maturare. Il giusto coach per lui saprebbe divertirsi a testarne le reali potenzialità nell’ultimo terzo di campo. Una destinazione ideale, guarda caso, sarebbe la Bundesliga: un campionato scelto da diversi youngsters, tra cui il connazionale Ricardo Pepi. La Germania è un contesto con poche pressioni ma tanti allenatori emergenti anche tra le medio-piccole: al nuovo Wolfsburg di Kohfeldt sembra piaccia lanciare e responsabilizzare giovani talenti -lì c’è anche l’ex DC United Paredes- e club più piccoli come il Bochum e lo Stoccarda hanno proposte interessanti in cui Amaya potrebbe inserirsi. Non sfigurerebbe neanche nella nostra Serie A. Igor Tudor saprebbe sicuramente inserirlo nel suo talentuoso centrocampo oppure la Cremonese potrebbe puntare su di lui in caso di promozione, visto che molti dei suoi titolari sono in prestito e torneranno al club di origine. Infine, non è da escludere che possano aprirsi le porte dell’altra filiale RedBull, a Salisburgo. Tra NY e Bragança Paulista Amaya è uno dei giocatori più interessanti e per lui potrebbe arrivare la chiamata dall’Europa. Sarà il contesto a fare la differenza per questo ragazzo, una delle tante gemme della nuova generazione USA. Una cosa è certa: stoffa e talento ci sono.

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