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Takis Lemonis ha mantenuto la sua folle promessa

Era la sesta giornata di Super League. Domenica 1 ottobre, esordio di Takis Lemonis dopo che Besnik Hasi aveva pagato con l’esonero la sconfitta nel derby contro l’AEK (che vi avevamo raccontato in questo pezzo). Al Pireo viene ospitato l’Atromitos, anch’esso di Atene, e al Karaiskakis succede l’impensabile: 0-1 ospite, decisivo Kivrakidis di testa. E’ il punto più basso di una stagione orribile: fino ad allora, l’Olympiakos aveva vissuto batoste pure in Champions League (orribile sconfitta casalinga contro lo Sporting, stesso copione a Torino contro la Juventus). In campionato, i biancorossi erano settimi in classifica, a meno cinque dall’AEK primo e a meno quattro dal PAOK secondo.

Da domenica 1 ottobre, tante cose sono cambiate a oggi. In Champions l’emorragia non è stata fermata, tanto che su sei partite sono arrivate cinque sconfitte impreziosite però, se si può dire, dal pari casalingo contro nientemeno che il Barcellona. In tempi magri ci si consola così, perché nel 2014 la Juventus usciva con le ossa rotte dal Karaiskakis per via di Kasami mentre ora ogni avversaria europea passeggia senza troppi patemi d’animo sulla carcassa biancorossa. Takis Lemonis, pragmatico, greco, da tanti anni impegnato al Pireo e già figura prescelta per traghettare la rosa dopo il fallimento di Paulo Bento, ha preso per mano il Θρύλος trascinandolo in alto. In campionato, complice un rallentamento di marcia da parte di AEK e PAOK, ecco dunque che alla vigilia di questa giornata l’Olympiakos si presentava a 29 punti, meno uno rispetto ai cugini gialloneri. Alla luce dello scialbo pari allo Spyros Louis, 0-0 contro l’Apollon Smyrnis, ecco la rimonta completata. Ad oggi, Olympiakos a 32 e AEK a 31. Risultato impensabile, per come s’era messa la stagione e soprattutto per la solidità mostrata fino ad allora dalle grandi di Grecia che stavano davanti (oltre all’AEK il PAOK, e fino a un certo punto pure l’Atromitos).

Il 1 ottobre, la panoramica al Pireo parlava chiaro: 6 partite, 2 vittorie, 2 pari, 2 sconfitte. Non certo quello che ci si aspetta da una formazione indomita, mai sazia, focosa e fiera come l’Olympiakos. Lemonis ha avuto la grande caparbietà di restar lucido anche dopo un punto bassissimo (la sconfitta casalinga contro l’Atmomitos, per l’appunto) facendo partire la rimonta. Ecco dunque che da allora i biancorossi hanno vinto 8 partite su 9, mettendo in cascina 24 fondamentali punti. L’AEK nello stesso periodo ne ha presi 18, il PAOK 19, l’Atromitos rivelazione di questo campionato 20 pur rallentando il passo che fino a qualche settimana fa lo vedeva primo in classifica. Di fatto, il Θρύλος ha rosicchiato terreno in pochissimo tempo: la tenacia ha avuto la meglio, e al Pireo lo sanno eccome. Esiste un periodo Hasi, ma pure un dopo Hasi. Nove reti segnate e sette subite alla sesta giornata, dalla settima alla quindicesima invece passo capovolto: 23 fatte, 9 incassate. Inutile soffermarsi su aspetti squisitamente tecnici, perché i giocatori sono quelli e il materiale cui può disporre Takis Lemonis non è neppur stato assemblato per lui o comunque secondo due direttive. Lascito di Hasi, a partire dalla forte componente belga nello spogliatoio, frutto del passato alla guida dell’Anderlecht del tecnico albanese: Proto, Engels, Gillet, Odjidja-Ofoe. Il nuovo mister, che della società biancorossa conosce praticamente tutto, ha saputo rivitalizzare un attacco spuntato (meno fiducia a Emenike e a Djurdjevic, più responsabilità ad Ansarifard: 6 reti e 3 assist dell’iraniano vanno in questo senso), ha aumentato la pressione sulle spalle di un Fortounis che ha ripagato con 3 marcature e 2 passaggi decisivi, ha dato compattezza difensiva a un reparto che ora ha nel classe ’95 Pape Abou Cissé un riferimento importante (tre volte in gol!). Le qualità sono finalmente emerse, tanto che i vari Botía, Gillet e Djurdjevic non sono più certi del posto. Resta importante il contributo degli esterni: Marko Marin spesso e volentieri fa bene (l’ultima vittoria in casa contro il PAS Giannina è merito suo, essenzialmente), Felipe Pardo è tornato il pendolino che nel 2014 tutti guardavano con ammirazione.

A ottobre, quando fu assunto, Lemonis promise che l’Olympiakos sarebbe stato in cima alla Super League a Natale: “Fondamentalmente, ricordo molto bene quel giorno in cui ci siamo riuniti a Rentis. Stamattina sono stato a casa mia e ho acceso il portatile per vedere alcune cose e ho visto il punteggio: eravamo a -5 e non si adattava affatto alla posizione dell’Olympiakos. Ho detto ai giocatori che avrebbero dovuto fare un grosso sforzo, abbiamo fissato un obiettivo, ma nessuno può fare promesse nel calcio. Se l’AEK avesse vinto ieri, non saremmo i primi. In ogni caso l’obiettivo 6×6 è stato raggiunto. Ma non è stato facile.

Matteo Albanese

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