Il pensiero era già da tempo focalizzato sull’11 dicembre, quando alle ore 13 in punto erano cominciati sorteggi. Lì uscì il nome dell’Arsenal, prossimo rivale che si sarebbe trovato di fronte la matricola che senza dubbio riveste il ruolo di sorpresa di questa Europa League. Normale, visto che l’Östersunds FK era già qualificato ai sedicesimi di finale e allora l’ultimo turno sarebbe solo stato una formalità, all’Olympiastadion di Berlino contro un Hertha già spacciato. Efter avancemanget, “dopo il superamento del girone”, a Östersund è scoppiata la festa. Virale e contagiosa, come nelle migliori favole col finale a sorpresa. Sono ancora negli occhi le immagini della vittoria per 2-0 contro il Zorya Luhansk, serpentina di Saman Ghoddos su tutte (a proposito, il gol è stato segnalato tra i best moments del turno, selezionati dall’account ufficiale dell’Europa League su Instagram). Il cammino rischiarava una luce immensa, che dal freddo Jämtland è stata riflessa e rifratta in Ucraina, Germania e Spagna. Due vittorie contro la truppa di Vernydub, una contro l’Hertha di Pál Dárdai e il doble pari+sconfitta maturato contro i baschi di Ziganda. Fondato nel 1996, l’OFK è alla sua primissima avventura europea. Giova sempre ricordarlo.
Una storia che andrebbe analizzata in ogni sua piccola parte, ma che senza ombra di dubbio travalica i confini svedesi. “Lilleputten är klart för avancemang redan före sista matchen i gruppspelet” scrive ad esempio il norvegese Aftenposten, parlando dei Lillipuziani passati oltre la fase a gironi a prescindere dall’ultima partita. “The Swedish Football Miracle”, insistono i titolisti di Oslo. In Danimarca, il quotidiano danese Ekstrabladet segnala come prima d’ora Östersund fosse solo conosciuta per lo sci: “Östersund är inte något man normalt förknippar med fotboll. Men fotbollslaget från skidsportsstaden har på allvar satt staden på fotbollens Europakarta“. L’Europakarta non è altro che la cartina geografica ritraente il Vecchio Mondo, quella sulla quale ora ci sta pure l’ex meta sciistica scopertasi terra di calcio. Hanno messo Östersund sulla mappa. Sorprendente. Così com’è sorprendente che Graham Potter abbia stupito la stampa del suo paese, l’Inghilterra, cultura che non ha saputo valorizzare le idee dell’ex insegnante presso l’Università di Leeds e che, ora, ne rimpiange quasi i servigi. “Potter, the 42-year-old Englishman, has defied the odds to keep the unfancied Swedes unbeaten at home in Group J and they will be in the hat for the knockout phase” si legge sul The Telegraph, testata che incensa gli underdogs scandinavi. Graham ha sfidato le avversità e ha tenuto imbattuti gli svedesi nel gruppo J. Sulla stessa lunghezza d’onda il Bleacher Report: “Ostersund have provided one of the more heart-warming stories of the tournament so far. The club has risen from the fourth tier of Swedish football with the help of English manager Graham Potter […]. Saman Ghoddos added a spectacular second from distance 12 minutes from time to confirm his club’s remarkable progress”. Si legge di un gruppo di calciatori che ha scritto la storia, una heart-warming story che certamente merita le prime pagine dei giornali.
Ett svenskt fotbollsmirakel, gridano in patria. Tutta popolarità che indubbiamente fa piacere, ma che allo stesso tempo preoccupa. E’ un campanello d’allarme, paragonato al “Man vill inte lämna” che ultimamente spopola. Letteralmente, si cerca di impedire che i principali artefici della cavalcata possano cedere alle lusinghe di qualche altro club. Sotiris Papagiannopoulos è in scadenza di contratto, i vari Ken Sema, Saman Ghoddos e Fouad Bachirou sono sul taccuino di grandi club europei pur legati alla squadra. Partiranno? Resteranno? Il presidente Daniel Kindberg, interpellato da Channel 9, ha urlato a gran voce l’idea di non voler cedere nessuno fino all’estate prossima, quando l’Europa League sarà ormai conclusa. Se però dovesse arrivare un grande club con un’offerta elevata, l’OFK non potrebbe certo opporsi. Ghoddos si è detto contento, Papagiannopoulos ha difeso l’operato della società (“Tutti sanno com’è Kindberg, non venderà giocatori solo per vendere”). Sema vuole restare, e ha descritto con parole sue che cosa voglia dire giocare a Östersund:
Just nu är det bara wow. Man vill inte lämna ett lag med så bra lagsammanhållning. Graham Potter, hela staben och laget. Det är glädje, det är lycka. Att få komma hit och träna varje dag med leende på läpparna även om det snöar och är kallt. Det är roligt att spela fotboll här. Man vill inte lämna, men fotboll är fotboll.
In questo momento è solo “wow”. Non vuoi lasciare una squadra con questa buona consistenza. Graham Potter, tutto lo staff e la squadra. È la felicità, questa è la felicità, arrivare qui e allenarsi tutti i giorni con il sorriso sulle labbra anche quando nevica e fa freddo. È divertente giocare a calcio qui. Non vuoi andartene, ma il calcio è il calcio.
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