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Svezia U21, il canto del cigno (che non c’è stato)

C’è un bellissimo video pubblicato dallo Sportbladet, che potete trovare qui. Si vede chiaramente una folla gialloblù davanti all’albergo dove la Svezia alloggiava. Prima del match contro la Slovacchia, sul tardo pomeriggio, questa è stata la reazione di un publik come al solito numerosissimo e generosamente tributante un meritato elogio a prescindere dal risultato del match serale. Ora lo sappiamo, abbiamo ancora negli occhi quello 0-3 così duro da digerire, e i titoli dell’Aftonbladet sono così eloquenti da non lasciar spazio all’immaginazione. Le metafore, peraltro, sono poi efficacissime. Slovakien körde över Sverige, la Slovacchia ha investito la Svezia. L’ha affondata, come un veliero a cui, già traballante, viene inferta una mortifera cannonata.

Crederci, sempre – La marcia del tifo svedese verso l’Arena Lublin suona oggi come un commovente seguito di persone che purtroppo torneranno a casa scontente. Li ritrae, quei volti, lo Sportbldet in questo video.Lublin, det är våran stad” dicono, “Lublino è la nostra città”. Ignari della sorte che li avrebbe attesi, sperano ancora in una rimonta che avrebbe dell’epico. Indubbiamente ci credevano, loro che hanno creato così tanto baccano da spingere vari calciatori ad affacciarsi (Kristoffer Olsson, Alexander Fransson, Linus Wahlqvist e Adam Lundqvist) proprio in tempo in cui partivano i cori d’incoraggiamento alla squadra. Håkan Ericson si è prestato volentieri al suo pubblico dell’ultima occasione. La Svezia avrebbe dovuto vincere, e lui in piedi ringraziava così la folla: “Noi siamo fan svedesi, tutti”. Non si è affatto fermato qui un sostegno duraturo, perché tutti insieme i tifosi urlavano “Håkan” e così l’intero tragitto verso l’Arena Lublin è stato accompagnato da questa marcia. Un sostegno non ad poco, a prescindere da come sia andata alla fine. E Pawel Cibicki, al momento di commentare brevemente questo Europeo, ha detto questo: “Noi abbiamo vinto sul campo, loro hanno vinto in tribuna”.

Scontri – Il giorno prima c’è stato però da registrare un tifoso gravemente ferito, ancora in ospedale a Lublino. “Apprezziamo in modo chiaro tutti i sostenitori, ma ci sentiamo un po’ di più per lui in questo momento” ha detto l’addetto stampa di Canale Calcio Staffan Stjernholm. Kielce e Lublin erano le due città epicentro dell’ondata gialloblù riversatasi per questa kermesse Under 21 in Polonia. Tra le migliaia di aficionados (i conti parlerebbero di 2500), anche questo sfortunato tifoso: “Abbiamo inviato gli auguri a lui e noi abbiamo il contatto con i suoi amici, che hanno viaggiato qui con lui”.

Reazioni “Certo che riscalda enormemente, è stata una storia d’amore fino ad ora”. Le parole sono di Ericson, salutato dal capitano Kristoffer Olsson che era con lui a Praga ed era fino a ieri in Polonia. “E’ incredibile. Ci ha portato qui ed è tra le prime dieci in Europa, lui ha fatto veramente bene. E’ un peccato per lui che debba finire così”. Si è detto incredibilmente triste per il calcio svedese perché dite quel che volete ma è una sconfitta che brucia assai. Sulla stessa linea i compagni di squadra, e non potrebbe esser altrimenti. “Certo che è un fallimento ammette Jacob Une Larsson, alias uno di quelli che ha fatto meglio in questo sfortunato Europeo Under 21 (oltre alla rete del provvisorio 1-2 contro la Polonia). Ancora, Tibbling ha parlato di un “match incredibilmente duro”, Olsson ha descritto “un inferno”, Tankovic si è sfogato ai microfoni con un “sto bruciando dentro”, infine Cibicki che non ha detto nulla di nuovo: “Non va bene quel che abbiamo fatto oggi”.

Ciclo chiuso – Inevitabilmente, si torna poi sulla chiusura del ciclo. A parlare è Muamer Tankovic in lacrime: “Poi ho capito che questa è l’ultima cosa che faccio con i miei ragazzi. Non ero in grado di guardare qualcuno negli occhi”. “Sono stati più bravi di noi in questo torneo” afferma Une Larsson, mentre Cibicki esalta di nuovo la cornice di pubblico come al solito presente: “Noi non abbiamo vinto sul campo, ma hanno vinto in tribuna”. E anche Tibbling, infortunatosi, aveva rimpianto la sua ultima partita giocata insieme a questi ragazzi. Forse si ritroveranno tra qualche anno nella nazionale maggiore, non ci è dato saperlo. Di certo, non sarà più lo stesso. Anche alla luce delle parole di Ericson (“Vår sämsta match de här två och ett halvt åren“, ossia “è stata la peggior partita in questi due anni e mezzo”) il ciclo è chiuso. Forse si riaprirà, certamente il talento per riaprirlo c’è, ma intanto Polonia 2017 verrà scritta negli annali con un tono triste e malinconico. Sarebbe potuto e dovuto essere il proverbiale canto del cigno, aka la partita più bella di tutte per salutare il tecnico uscente. Sarebbe potuto e dovuto essere un estremo tentativo di agguantare il posto come miglior seconda, se non la prima casella del girone. Alla fine, si piange due volte: per l’addio di Ericson, per uno 0-3 che è un brutto ricordo da lasciare in Polonia.

Editoriale /1 – Leggendo questo pezzo di Erik Niva sull’Aftonbladet la sensazione è chiara. Nel giorno della omöjligt uppdrag, ossia missione impossibile, ci si aspettava di più: “Lublino. Ieri sera con la squadra? L’ultima volta che coloriamo una città dell’Europa dell’Est con i nostri giovani sogni blu e giallo? Nah. Ora decidiamo che non sarà così. Ora, noi crediamo che tutte queste magie fatte da Håkan Ericson mantengano la loro forza di oggi e di domani. Una vita, un lavoro, un allenamento. Questa è stata l’ultima volta?”. Certo che no, Erik. Il sole splende e i tifosi sono in uno stadio della quarta divisione polacca a Świdnik, una delle piccole città satellite di Lublino. Håkan Ericson dirige, istruisce, ispira. Probabilmente questo è l’ultima volta in cui il 57enne conduce una sessione con l’Under 21 della squadra nazionale svedese. Forse è l’ultima volta che detiene una pratica di calcio a tutti. In questi giorni si parla solo della partita contro la Slovacchia. Analisi video, allenamento, ne vale la pena? Questa non è una parentesi, ma qualcosa che guarderemo indietro nei decenni a venire, per il gusto che è abbastanza sicuro di cosa sia realmente accaduto. Come la vittoria drammatica contro il Portogallo, come la rimonta improbabile ai danni della Francia. Ericson è un genio, ha vinto a Praga, 2500 tifosi sono qui solo per lui. Missione impossibile? Questa posizione di partenza non è certo una strada in salita per la squadra nazionale svedese U21 ora. Pardon, era.

Editoriale /2 – Två poäng av sex? Allvarligt!? Due soli punti su sei? Quando abbiamo messo la nostra immagine gialla e blu di fronte allo specchio, guardiamo a noi stessi alla luce di due punti persi: che cos’è che vediamo? Un vincitore? Come possiamo lasciare un rigore al 91′? Perché è roba che facciamo. Non potrebbe esser più pungente il secondo pezzo che vi propongo, il cui originale è qui in svedese. Caro Erik, hai colto la questione: “Siamo finalmente riusciti a complicarci un campionato. Un po’ troppo schizzinosi, un po’ troppo consapevoli di quanto sia breve la distanza ed è in realtà una sconfitta. Il pendolo gira, la sorte idem. Ma davvero non è stata vinta neppure una partita? Finora questo campionato europeo ha generato due “capri espiatori”, ed è ovvio che sia Linus Wahlqvist che Filip Dagerstål abbiano avuto un vantaggio molto tangibile nel lavoro che hanno svolto con lo psicologo sportivo del Norrköping Daniel Ekvall. Ekvall, tra l’altro, aveva lavorato pure con Toivonen. Che dire ancora? Niente. Proprio niente.
Matteo Albanese

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