Da vendicare c’era la sconfitta (2-1, reti di Bakasetas, Pavlidis e Quaison) patita l’8 settembre scorso in Grecia, in uno Spyros Louis commosso per la scomparsa di Mikis Theodorakis – autore tra l’altro della colonna sonora di “Zorba il greco”. E invece non solo ieri alla Friends Arena la sconfitta è stata vendicata, ma i due punti di vantaggio sulla Spagna, che in caso di vittoria ad Atene sarebbero stati cinque e avrebbero presumibilmente già condannato la Roja di Luis Enrique all’eventuale qualificazione al Mondiale 2022 tramite playoff, confermano un Gruppo B in cui è ancora tutto – o quasi – da scrivere. E non solo perché le Furie Rosse hanno stentato, pareggiando in Grecia (1-1, a marzo) e vincendo sulla Georgia, al Boris Paichadze di Tbilisi, solo al 92’ grazie a Dani Olmo. La Svezia è una nazionale quadrata, 3 reti subite e 12 realizzate, pur alle prese con un ricambio generazionale delicato che a luglio ha portato al ritiro di cinque elementi chiave della Nazionale scandinava: Andreas Granqvist, Mikael Lustig, Sebastian Larsson, Gustav Svensson e Marcus Berg. Nemmeno il quasi impalpabile ritorno di Zlatan Ibrahimović – miglior marcatore di sempre della Svezia, ma di fatto escluso dall’Europeo scorso a causa di un infortunio – sembrava aver rasserenato un ambiente che per la prima volta è parso burrascoso.
Le critiche a Janne Andersson hanno fatto pensare a del credito – quello racimolato per gli ultimi risultati degni di nota, dalla qualificazione al Mondiale 2018 ai quarti di finale raggiunti in Russia – esaurito a partire dalla rete al 120′ di Artem Dovbyk che il 29 giugno scorso, a Glasgow, eliminava i gialloblù agli ottavi dell’Europeo itinerante a favore dell’Ucraina. Tutt’altro discorso nelle qualificazioni al Mondiale, in cui la Svezia sembra aver trovato una quadra importante. Così a rischiare adesso è la Spagna, ora attesa l’11 novembre ad Atene contro una Grecia che ieri a Stoccolma ha perduto molte speranze di approdo al Mondiale. Gli ellenici di van’t Schip sono appesi al lumicino di una vittoria sugli iberici, che di per sé non basterebbe, ma se la Spagna non dovesse vincere l’ultima gara del girone – il 14 novembre, in Svezia – si profilerebbe un’eventualità molto curiosa: Svezia direttamente al Mondiale, Grecia al playoff e gli iberici – finalisti dell’ultima edizione di Nations League – clamorosamente eliminati. L’esito del girone è però ancora tutto in bilico: basterebbe una sconfitta interna degli scandinavi e a quel punto la Spagna strapperebbe i biglietti per il Qatar a scapito dei gialloblù, che già all’ultimo Campionato del mondo si erano qualificati tramite playoff, battendo l’Italia in casa e pareggiando 0-0 a San Siro.
Sempre a proposito d’Italia, ieri s’è giocata a Monza una partita di qualificazione all’Europeo U21, con la Svezia capace di pareggiare al gol di Lorenzo Lucca al 92’, col figlio d’arte Tim Prica, una gara che ha visto la condanna di un commento razzista destinato ad Anthony Elanga, attaccante del Manchester United, da parte di un pari età italiano. Non ne ha parlato direttamente Janne Andersson – alla 70° presenza da c.t. svedese ieri – che era oltremodo infastidito per un primo tempo in cui la sua Nazionale ha subito gli avversari ellenici: gol annullato a Masouras che ha pure colpito un palo, traversa di Pavlidis. A quel punto è iniziata un’altra grande serata di Alexander Isak: rigore procurato al 59’ – trasformato da Emil Forsberg – e gol del 2-0 al 69’, direttamente su rinvio di Robin Olsen. A chiudere la serata, l’espulsione di Hatzidiakos all’86’ e un po’ di spazio nel finale per Viktor Gyökeres, classe ‘98, uscito dal vivaio del Brommapojkarna come, tra gli altri, Jack Lahne e Dejan Kulusevski, Joel Asoro, John Guidetti, Ludwig Augustinsson e l’attuale capitano della Svezia, Albin Ekdal. Gyökeres, 9 reti in 11 partite di Championship quest’anno col Coventry City, capocannoniere dell’Europeo U19 del 2017, è di proprietà del Brighton: a inizio 2021 il Malmö FF lo voleva per sostituire Isaac Kiese Thelin tornato all’Anderlecht, ora Janne Andersson l’ha convocato – a due anni dall’ultima volta – per sostituire l’infortunato Ibrahimović.
Alexander Isak al già 9° gol in 30 presenze in Nazionale. La carriera del classe ’99 nato a Solna e cresciuto nell’AIK – prima di diventare la cessione più massiccia dei gialloneri, preferendo il Borussia Dortmund al Real Madrid – è nota, la Real Sociedad lo ha rigenerato e ora il prossimo passo per lui potrebbe chiamarsi Arsenal, se non dovesse rinnovare quell’Alexandre Lacazette con cui condivide grossomodo il nome. Nel frattempo Isak – che già contro Kosovo aveva segnato il 3-0 con un gran tiro da fuori area da lui definito “il più bel gol mai realizzato” – è il futuro della Svezia. L’eredità pesante di Rosenberg, Elmander, Toivonen, Guidetti e Berg è tutta sulle sue spalle. Anche se non pare accorgersene.
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