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Otto-volante svedese, strepitoso Berg e record alla Friends Arena

Nella notte in cui la Friends Arena registra il suo publikrecord, con 50022 spettatori stipati sugli spalti dell’impianto di Solna, la Svezia ripaga l’affetto blågult e sfodera una prestazione da favola. Certo, non è la miglior vittoria di sempre (nel 1927 su 12-0 contro la Lettonia, stesso punteggio del 1948 ai danni della Corea del Sud), ma vi si avvicina abbastanza da far credere in un mondiale decoroso. Peraltro, invece, si tratta della vittoria con più passivo nella storia delle qualificazioni al Mondiale. Trascinata da uno stratosferico Marcus Berg, autore di un poker, la formazione di Janne Andersson ha ora in pugno i playoff per accedere alla Russia. Solo una vittoria dell’Olanda nel prossimo confronto, ma con almeno 7 reti di scarto, consentirebbe agli oranje un ribaltone che avrebbe del clamoroso. E proprio per questo, pur celando la chiara soddisfazione, a Stoccolma hanno già pronte le bandierine per festeggiare l’approdo ai playoff. Da lì in poi, sarà lecito sognare.

Record – No, non parlo dei gol. Parlo del riempimento della Friends Arena, perché ieri è stato ufficialmente battuto il record risalente al novembre 2012, quando fu inaugurato l’impianto e 49967 persone ammirarono la bicicletta volante che l’idolo di casa Zlatan Ibrahimović regalò al suo popolo. Trovate ogni info QUI, ma tutto è ormai da aggiornare perché contro il Lussemburgo è stata scritta la storia. Quando trapelò la notizia di 50mila biglietti venduti, Emil Forsberg non seppe trattener l’emozione: “Significa che abbiamo fatto qualcosa di buono, che il pubblico è interessato e che la gente vuole vederci, è importante. Da segnalare poi l’incessante lavoro di Jörgen Larsson affinché tutta la Friends Arena fosse piena. E’ per questo che l’event manager della SvFF si è assicurato, inviando mail personalizzate, che chiunque avesse acquistato un ticket presenziasse effettivamente al match: “Abbiamo fatto in modo, attraverso i social media, i siti web e qualsiasi altra cosa, anche coi nostri sponsor, che si possano restituire i biglietti se si decida di non venire. Un’e-mail è stata inviata a chiunque abbia comprato un tagliando”. A rincarare la dose ci aveva pensato Isaac Kiese-Thelin: “Ci piace quando c’è tanta gente, sarà divertente per il pubblico venire a far festa, speriamo di restituire loro una buona partita”.

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Festa e lacrime – Le lacrime sono quelle di Luc Holtz, la festa è quella gialloblù. Mi vergogno, sono stato orgoglioso dei giocatori dopo la partita contro la Francia, ma non stasera – ha esordito il commissario tecnico lussemburghese – mi sento molto triste, è la mia peggiore giornata come allenatore”. Il rovescio della medaglia sta invece tutto nel sorrido di Janne Andersson. Comprensibile. Non si vince spesso con tanto passivo, sono molto, molto felice e non solo per il risultato. Parlo della performance, non eravamo soddisfatti di quelle contro Bulgaria e Bielorussia. Siamo stati bravi come abbiamo voluto, abbiamo avuto il tempo di costruire le basi settimana dopo settimana. E’ stata una serata magica, alla Friends Arena, riempirla in queste condizioni mi rende orgoglioso e felice. E si va avanti, concretamente. Questo perché la bontà del lavoro di Janne Andersson si vede nella precisione con cui ogni dettaglio è stato sistemato. Non si affida alla fortuna, né tantomeno a Zlatan (Hamrén?), bensì fonda i risultati ottenuti dal suo gruppo sul lavoro.

Abbuffata – Tanti gol, dunque, in una serata cominciata col piede giusto. Dopo dieci minuti un intervento scomposto di Christopher Martins già consentiva alla Svezia di presentarsi dal dischetto: a undici metri da Joubert, capitan Granqvist ha dato il via alle danze. Otto minuti più tardi, il bis: Lustig per Forsberg, da questi a Toivonen, servizio per Berg che ha controllato palla, s’è spostato la sfera sul destro e non ha pensato ad altro che concludere a rete. Due a zero, dunque, una partita mai realmente in equilibrio: al 37′ Berg ha messo a segno la personale doppietta  ribadendo in rete, di testa, la respinta del portiere ospite su un tentativo di pallonetto da parte della punta in forza all’Al-Ain. L’azione è partita da Toivonen, dunque il centrocampista dell’AEK Johansson ha ricevuto palla e immediatamente l’ha servita per l’ex Panathinaikos: marcatura in salsa ateniese. Il fine ultimo di alzare la differenza reti, per evitare che l’Olanda potesse credere nell’approdo ai playoff, ha fatto il resto: al 53′ Berg ha approfittato dello spazio concessogli, si è accentrato e ha scagliato il destro a giro valevole per il poker svedese. Poker divenuto pokerissimo, perché poco dopo ci ha pensato Mikael Lustig ad incornare in modo vincente un calcio di punizione battuto da Sebastian Larsson. Il terzino del Celtic si è poi infortunato, unica nota dolente della serata, ma i gol non sono finiti: il 6-0 è stato ad opera di Andreas Granqvist ancora su rigore, mentre il 7-0 è stato propiziato da un gran cross di Ludwig Augustinsson e da un imperioso stacco di Berg. Quarta rete per lui, che si sarebbe comunque portato il pallone a casa, ma dimostrazione di una squadra mai doma (e il salto di Svarte-Marcus è pura leggiadria). E infatti ecco l’ottava marcatura, perché all’appello aveva fatto tutto (si era procurato un rigore, aveva servito due assist) tranne che finalizzare. Ma Ola Toivonen, quel Toivonen che segnò da centrocampo contro la Francia, rete importantissima ai fini della classifica, è andato in gol anche ieri sera. Una magia di destro, al volo, per dare miglior esito ad un traversone scoccato da Krafth. Una traiettoria bellissima, che ha scelto di terminare la sua corsa in fondo al sette.

Bergs Arena – In tempi non sospetti, tale Zlatan Ibrahimović distrusse l’Inghilterra da solo. Con un sontuoso poker impreziosito dalla gemma che ho citato sopra, la punta svedese si era presa la scena all’inaugurazione della Friends Arena. Era il 15 novembre 2012, e al termine del match Zlatan se ne uscì con una delle sue frasi affermando che sarebbe stato giusto dedicargli il nome dell’impianto. Tutto riproposto il 24 maggio, quando prima della finale di Europa League l’attaccante del Manchester United twittò “Welcome to the Zlatan Arena. A Marcus Berg, autore di un poker ieri sera, hanno chiesto se sia in programma una campagna per prendere il nome al posto di Ibra. Sorridendo, la punta dell’Al-Ain ha risposto: “No, davvero, no. Abbiamo fatto una buona partita, io ho segnato quattro gol ed è stato divertente”. Forse Marcus è un tradizionalista, perché gli hanno pure chiesto se possa pensare di cambiare l’esultanza (quella attuale consiste in un bacio all’anello di matrimonio, omaggio alla moglie Josefine). “No, no, continuerò con quello” ha assicurato.

Il tabellino:
Svezia (4-4-2): Olsen; Lustig (dal 61′ Krafth), Lindelöf, Granqvist (dall’81’ Helander), Augustinsson; Claesson, Johansson, Larsson, Forsberg; Berg (dal 74′ Kiese Thelin), Toivonen. Ct: Andersson. A disp: Johnsson, Nordfeldt, Holmén, Olsson, Sema, Rohdén, Ekdal, Svensson, Guidetti.
Lussemburgo (4-4-1-1): Joubert; Mutsch, Philipps, Malget, Jänisch; O. Thill (dal 46′ Rodrigues), Holter, Martins Pereira (dal 72′ Skenderovic), da Mota; V. Thill (dal 46′ Turpel); Joachim. Ct: Holtz. A disp: Moris, Schon, Hall, Martins, Ostrowski, Veiga, Sinani.
Reti: 10′ rig. e 67′ rig. Granqvist, 18′, 37′, 53′ e 71′ Berg, 60′ Lustig, 76′ Toivonen. Ammoniti: da Mota (L). Arbitro: Göcek (Turchia).

Matteo Albanese

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