Sarebbe bastato che Atkinson (tanto criticato dai media svedesi alla vigilia) decretasse un minuto in meno di recupero. Sarebbe bastato che ad uscire per far posto a Guidetti, al minuto 89, non fosse stato Berg bensì Toivonen (del resto, le formazioni della vigilia davano per naturale la coppia d’attacco formata dalle punte di Celta Vigo e Panathinaikos). Sarebbe bastato che Lloris piuttosto spedisse in fallo laterale quel sanguinoso pallone. Sarebbe bastato che Ola venisse accecato dal bagliore della colossale chance e che dunque l’avesse sbagliata proprio per la fretta che gli veniva imposta nel battere a rete in qualche modo. No, signori, niente di tutto questo è accaduto: e nel modo più assurdo possibile, la Svezia si è portata a casa lo scontro diretto al vertice contro la Francia. Tutto apertissimo, ora, in un girone che deve ancora sciogliere le riserve su chi andrà in Russia direttamente e chi attraverso i playoff.
Saggezza scandinava – Mi piace pensare che la tradizionale sapienza scandinava, che è poi quella arrivata fino a noi sotto forma di proverbi e massime, sia in grado di spiegare un Svezia-Francia 2-1 meglio di me. Vi spiego. Dicono che una bellezza vesta bene qualsiasi abito (allting klär en skönhet), dunque una vittoria va celebrata anche se segni il gol decisivo all’ultimo minuto e su regalo avversario. Affermano che via da casa sia bello ma a casa sia meglio (borta bra men hemma bäst) e vedere la Friends Arena ieri sera è un elogio a questo sport e alle attenzioni che riesce a catalizzare su 90′ di passione: inutile girarci intorno, una vittoria ottenuta tra mura amiche vale di più. Insegnano che l’importante non sia vincere ma impegnarsi al massimo (det viktigaste är inte att vinna utan att kämpa väl) e Janne Andersson questo pare averlo trasmesso ottimamente ai suoi calciatori in campo, che oltre a non mollare mai anche al 93′ riescono a trovar la lucidità per colpire inesorabilmente a rete. Asseriscono che una catena non sia più forte del suo anello più debole (en kedja är inte starkare än sin svagaste länk) e qui sgorgherebbero fiumi di parole: la Francia secondo Guidetti aveva la migliore qualità del mondo in ogni posizione, ma alla fine a prevalere è stata la Svezia operaia, un collettivo di intenti più che un melting pot di talento. Sostengono poi che la speranza sia l’ultima cosa a lasciare una persona (hoppet är det sista som lämnar människan), ed è una massima che lascerei volentieri da commentare all’eroe di giornata, uno che anche all’ultimo secondo ha avuto la lucidità di piazzare in rete quel pallone. Allo stesso modo confidano che niente sia così perfetto da non poter essere fatto meglio (inget är så bra att det inte kan göras bättre), ma detta in modo pragmatico va bene così, l’importante era vincere e la saetta scagliata da Toivonen è stata superefficace. Ammoniscono che piccoli cespi d’erba facciano spesso rovesciare grandi carichi (liten tuva stjälper ofta stort lass), quale immagine più emblematica nello spiegare una nazionale sulla carta non fortissima che riesce in casa propria a sgambettare dei rivali quotati, certamente tra i migliori al mondo? Allo stesso tempo però precisano che la fortuna stia dove si trova l’audace (lyckan står den djärve bi), e dunque Ola Toivonen non sia stato una persona fortunata bensì un attaccante rapace e sul pezzo per l’intera durata della partita. Dimostrano che anche i migliori possono sbagliare (aven den bäste kan fela), Hugo Lloris ne é la prova e sono abbastanza certo che il suo errore gli tormenterà il sonno ancora per un bel po’. Infine, ripetono come la fede possa spostare le montagne (tron kan försätta berg) e perseverano nel chiosare come chi persevera vinca (trägen vinner). Alla luce di tutto questo, i proverbi svedesi hanno già consentito un commento preliminare del caso che va ben oltre il campo.
Disastro – Ci spostiamo dal piano della saggezza popolare a quello della stampa, perchè questa mattina, tra i titoli certamente più evocativi che l’Aftonbladet (pardon, Sportbladet) riporta, c’è sicuramente questo. E’ riferito al morale dei Bleus, ”Ett katastrofscenario”, e non dovrebbe aver bisogno di traduzione. La Francia era venuta a Stoccolma col chiaro intento di strappare i biglietti per la Russia, ma si è trovata a soccombere: la frustrazione è tanta, e ben la si evince dalle parole di un Giroud che ha spiegato come si possa ancora prendere il comando del girone pur ammettendo la grande delusione di ieri sera. Fa male sentire i festeggiamenti provenire dallo spogliatoio svedese, anche perchè i transalpini al momento hanno perso il primo posto nel girone. Il katastrofscenario è tirato fuori dalla bocca di Deschamps, mentre Griezmann ricordava allo Sportbladet come la situazione sia al momento in parità: “La prima squadra a perdere punti si prende (lo scenario) più difficile, ora ci dimenticheremo di questa partita e andremo avanti”. E pur se sostenuto dalla squadra, con Giroud che ha ricordato come lui sia anche il capitano, Hugo Lloris è inevitabilmente il protagonista in negativo della serata. Il racconto dell’estremo difensore è devastante: “C’è un retropassaggio, e sono messo sotto pressione. Cerco di colpire la palla nel migliore dei modi, ma ho preso un rischio e purtroppo non ho potuto che spianare la strada, poi ho dovuto dare la chance per l’attaccante che ha segnato su un tocco da lontano. Questa è una parte del calcio, come portiere, un piccolo errore può fare una grande differenza”. Quello sul quale si può dibattere, semmai, è se la stampa abbia ragione o meno a prendersela con lui. Le Parisien titola “Il meglio e il peggio”, criticando “un errore enorme” da parte del loro portiere. “Coup de froid sur Les Bleus” è invece una delle aperture de L’Equipe che in prima pagina mette “Tout faux”.
Euforia – Tra quelli che più volentieri prendono la parola, c’è il capitano Andreas Granqvist: “Sapevamo prima di questa partita che saremmo andati fino alla fine, non capita spesso che abbiamo battuto una nazione di alto livello”. L’autunno che aspetta la nazionale scandinava è ora appassionante e vede tre sfide fuori casa (Bulgaria, Bielorussia e Olanda), ma non sembra esser preoccupato Mikael Lustig: “V’è un punto di forza nel sapere che possiamo vincere in modi diversi. In casa contro la Bulgaria e Bielorussia ci siamo sentiti la squadra migliore, ma sappiamo che sarà completamente diverso nei match in autunno. La Bulgaria ha vinto contro l’Olanda e Bielorussia ha preso punti su Francia. Ma in questo momento abbiamo il vento in poppa”. Vind i seglen, Mikael? E’ normale che i più cercati dai microfoni siano colui che l’azione l’ha iniziata (Sebastian Larsson) e il finalizzatore supermo aka Ola Toivonen. Il secondo ha raccontato così le sue sensazioni: “Wow, è stato bellissimo! Ho pensato “Seb, che cosa fai allora?” Siamo 1-1 in casa contro la Francia, restiamo compatti, rimaniamo con la squadra. Ci sono molti giocatori stanchi in campo… Ma mi ha servito bene e ho solo cercato di sparare sul lato corto e, auspicabilmente, colpire gli obiettivi. Tutto duro, come abbiamo fatto per 90 minuti, è un premio all’ultimo minuto. Wow”. Quasi non ci crede. E poi c’è Sebastian, Larsson, lui che col suo pressing asfissiante su Lloris ha costretto l’estremo difensore del Tottenham a rinviare frettolosamente: “La mia idea era che in realtà non volevo che la loro difesa avesse colpito su un tocco. Sono finito lì e avevo un sacco di energia, così ho pensato che andavo forte, poi quando si giocava a casa era altrettanto bene finire così. Il mio primo pensiero quando si va contro Ola è che “ora sarò presto perduta”, ma poi mi rendo conto che lui è sul bersaglio e vedo nella fase iniziale che è sulla strada in modo che deve solo godere”. La traduzione non è il massimo, ma rende bene l’idea. L’ultimo a parlare è il coach, Janne Andersson: “E’ divertente. E’ un modo per andare, ma ora viviamo questa realtà”. E soprattutto festeggiamo anche per qualche ora questo successo, no?
Ecco il tabellino:
Svezia (4-4-2): Olsen; Lustig, Lindelöf, Granqvist, Augustinsson; Durmaz (dal 77′ Claesson), Johansson, Ekdal)dal 77′ Sebastian Larsson), Forsberg; Berg (dall’89’ Guidetti), Toivonen. All. Andersson. A disposizione: Linde, Nordfeldt, Olsson, Krafth, Helander, Jansson, Hijlemark, Sam Larsson, Nyman.
Francia (4-2-3-1): Lloris; Sidibé, Koscielny, Varane, Mendy; Matuidi, Pogba; Sissoko, Griezmann (dal 76′ Mbappé), Payet (dal 76′ Lemar); Giroud. All. Deschamps. A disposizione: Aréola, Costil, Jallet, Kimpembe, Umtiti, Digne, Kanté, Rabiot, Dembélé, Lacazette.