In questo momento non c’è squadra che possa competere con il Real Madrid se c’è qualcosa in palio: lo ha scoperto per primo il Manchester United, sonoramente battuto in Supercoppa Europea, lo ha capito stasera anche il Barcellona dopo un 3-1 al Camp Nou che ha il sapore di una sentenza per quello che riguarda la Supercoppa Spagnola.
Il sapore delle grandi emozioni del Clasico e un Camp Nou immediatamente stracolmo ad agosto per una super sfida con il Real Madrid. Tutto sembrava spingere il Barcellona verso una giornata che potesse tranquillizzare gli animi di un ambiente abbastanza spaesato ed impaurito ma al momento della resa dei conti a festeggiare sono stati di nuovo loro.
Scelta cromatica delle maglie discutibile ma il Real Madrid ormai si può permettere anche di giocare in completo azzurro a Barcellona guastando la vista del pubblico visto che ormai nessuno ha diritto di replica contor i campioni di tutto.
Primo tempo sonnecchiante con pochi spiragli del grande calcio che ci si aspetta dalla partita più bella del mondo. Poi nella ripresa ci pensa uno degli uomini simbolo di questa rivalità: Gerard Piqué. Purtroppo per lui però il modo è quello sbagliato e la scorribanda di Marcelo che manda per l’ennesima volta in bianco il malcapitato Vidal viene corretta in rete dalla scivolata sventata del difensore blaugrana che trafigge il proprio portiere.
Meglio. Perché da lì in poi il Clasico torna ad essere degno del proprio nome e Zidane ci fa anche il regalo di far scendere sul prato verde Cristiano Ronaldo al posto di un laborioso Benzema. CR entra ma si accende Messi, sornione fino a quel momento, meraviglioso per la parentesi successiva di gara. La Pulce ci mette un po’ a carburare e per dare ritmo al suo motore si esibisce in una serie di dribbling in orizzontale che fungono da rodaggio in vista delle serpentine programmate per i momenti decisivi. A livello estetico nessuno può competere con lui ma sul piano dell’astuzia Suarez riesce a batterlo: l’uruguagio trova le mani di Navas in qualche modo ed induce l’arbitro a concedere ingenuamente un rigore che non sta né in cielo né in terra. Dagli undici metri c’è Messi che mette il pallone dalla parte opposta rispetto a quella dove si butta Navas.
La partita esplode: Messi sta carburando, il Barça affina il colpo del sorpasso, sciupa un paio di palle gol e poi arriva la doccia fredda. Come detto in campo c’è Cristiano Ronaldo e anche se non vive il miglior momento a livello di condizione fisica ci si può mai dimenticare di uno così? Domanda retorica, risposta scontata. Eppure il contropiede merengue parte in campo aperto e CR7 ha il tempo di spostarsi il pallone sul destro, prendere le misure all’angolino opposto e segnare un gol pazzesco con un destro a giro violento e preciso. Si toglie la maglia, viene ammonito e poco dopo sarà espulso per una simulazione abbastanza opinabile.
Fatto sta che il Barça deve rimontare con un uomo in più e sembra avere le credenziali per spedire la finale alla gara di ritorno con uno spettacolare 2-2. Tuttavia se non c’è più l’espulso Ronaldo c’è in campo da qualche minuto quello che nel mondo sembra avere più di tutti nel destino la sua eredità. Sì, è proprio Marco Asensio, l’uomo dei gol importanti. Il contropiede è identico a quello dell’1-2 solo che il maiorchino prende la mira con leggero anticipo e invece di rientrare sul destro e cercare il secondo palo spara un mancino dritto per dritto che coglie grazie alla sua violenza impraparato Ter Stegen.
1-3, Barça in ginocchio e costretto al miracolo al Bernabeu. Queste due squadre ci regalano un’altra partita indimenticabile. Ma l’era blaugrana è finita e in questo momento con El Real no hay quien pueda.
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