Il Real Madrid si aggiudica la Supercoppa europea superando, durante gli ultimi istanti della sfida, il nuovo Sevilla di Sampaoli. I Blancos la spuntano grazie al proprio allenatore, Zinedine Zidane, capace di cambiare assetto difensivo in corso d’opera e stroncare le scorribande offensive. Gli andalusi sono invece ben schierati in campo dal nuovo tecnico che, come ha precedentemente dichiarato, predilige giocare in attacco, tenendo a lungo il pallone tra i piedi.
Fischio d’inizio – Il Sevilla si è presentato con un 3-4-2-1 decisamente particolare: in fase di impostazione, il centrale di sinistra si allargava sulla corsia di competenza, permettendo a Vitolo di giocare al centro del campo; nel frattempo, uno dei due mediani (si alternavano) veniva a raccogliere il pallone dalla difesa e cercava di cambiare gioco verso l’esterno con più possibilità di manovra. Nella prima parte della gara, questa disposizione tattica ha mandato in bambola l’assetto difensivo madridista: il Real, schierato con il classico 4-3-3, nella propria metà campo si disponeva con un 4-4-2, nel quale Morata e Vazquez andavano a pressare i due interdittori (N’Zonzi e Iborra). Così facendo, Kolodziejczak era costantemente libero, proprio perché il canterano dei Blancos si preoccupava più dei mediani che non del centrale. La disposizione offensiva del Real, invece, è la solita ma è messa in difficoltà dall’intelligente pressing degli uomini di Sampaoli: la sapiente scelta di Zidane è stata quella di costringere il DCD (difensore centrale destro) e il DCS del Sevilla a scegliere chi mandare al cross tra l’ala (dalla trequarti) o il terzino (più avanti, grazie alle sovrapposizioni); i traversoni arrivavano costantemente da fondo campo e mettevano a dura prova la difesa dei Rojiblancos. Ciò nonostante, gli andalusi si sono dimostrati molto attenti: in fase di non possesso, i due mediani arretravano fino alla linea difensiva, Kolodziejczak scalava a sinistra e Mariano a destra, formando un’invalicabile difesa composta da sei uomini. Sempre sul punteggio di 0-0, il tecnico sudamericano ha deciso di schierare Kiyotake sulla corsia occupata da Marcelo, tentando di sfruttare le carenze difensive del brasiliano: esperimento non riuscito, il terzino ha dimostrato un’ottima condizione fisica, oltre a molta attenzione. Il giapponese, quando ha cambiato posizione, fungendo da raccordo tra l’asse mancino (N’Zonzi-Mariano) e Vietto, è risultato utilissimo.
1-0 Real Madrid – Il gol del vantaggio dei Blancos è frutto di un capolavoro balistico di Asensio, acquistato nuovamente dopo l’esperienza positiva all’Espanyol. La rete ha inizialmente tagliato le gambe al Sevilla ma poi è riuscito a reagire: Vazquez ha assunto un ruolo fondamentale all’interno della partita trasformandosi nell’incubo più grande di Casemiro e Carvajal. Dopo alcuni minuti di grande sofferenza, Zidane ha effettuato la mossa che gli ha permesso di vincere la partita: in assetto difensivo, il Real ha abbandonato il 4-4-2 per ricorrere al 4-1-4-1, con il mediano brasiliano schierato tra la difesa e la linea di centrocampo e in grado di annullare totalmente Vietto (autore, così come Morata, di una prova non particolarmente degna di nota). L’oscuramento del centravanti ha obbligato Sampaoli ad avanzare l’ex giocatore del Palermo: la scelta ha pagato e El Mudo ha trovato il gol del pareggio.
Pareggio Sevilla – Arrivato in maniera abbastanza fortuita il gol dell’1-1, gli andalusi non hanno smesso di attaccare, anzi: dopo aver raccolto il pallone da uno dei centrali, N’Zonzi/Iborra portava il pallone avanti schiacciando il Real nella propria metà campo (fin dove possibile) e poi serviva uno dei due esterni che, dalla trequarti madridista, tentava il cross. E’ in questa parte del match che i Rojiblancos si sono impadroniti del gioco: l’80% del possesso palla totale è stato infatti giocato nella metà campo del Sevilla e nelle zone limitrofe. I Galcticos, in attacco, hanno cercato di mantenere il proprio assetto base sfruttando gli ottimi inserimenti di Isco, spina nel fianco della difesa avversaria: la compagine di Zidane, inoltre, ha aumentato la velocità della manovra cercando di colpire quando il Sevilla fosse più scoperto.
2-1 Sevilla – Come un fulmine a ciel sereno, il Sevilla ha trovato il modo di raddoppiare il risultato, sfruttando i limiti di Ramos che, una volta superato da Vitolo, lo ha travolto con irruenza: calcio di rigore e gol del vantaggio per gli andalusi. I Rojiblancos hanno cambiato il loro assetto difensivo: 4-4-2 con Konoplyanka (autore del 2-1) e Vitolo sulle fasce all’altezza del centrocampo, mentre Kiyotake e Vazquez in avanti. Scacco al Real: i Galacticos avevano aumentato il proprio baricentro ma le scorribande offensive non avevano né capo, né coda. Tutto ciò prima della follia di Pareja che, all’ultimo minuto di gioco, ha tenuto in posizione regolare tutto l’attacco madridista, permettendo loro di trovare il gol del pareggio: su un cross (sempre da fondo campo) indirizzato nell’area piccola si è avventato Ramos che, lasciato colpevolmente solo, ha trovato il modo di pareggiare. Il colpo di testa del centrale spagnolo rappresenta l’unico tiro effettuato nella zona di competenza del portiere.
Tempi supplementari – Gli extra-time si aprono nel peggiore dei modi per gli andalusi: Vazquez supera splendidamente Kolodziejczak che non può far altro che stenderlo. Cartellino giallo, il secondo, e Sevilla in 10. Da qui in poi è un monologo madridista che si conclude con il gol che regala la Supercoppa a Zidane: entrambe le squadre hanno offerto spunti tattici interessanti, non sbilanciandosi mai in maniera eccessiva; non è casuale che al termine dei novanta minuti il risultato fosse di parità. Nonostante non sia arrivato il successo, Sampaoli sembra aver iniziato alla grande la sua avventura iberica e Franco Vazquez potrebbe essere il vero crack del calciomercato spagnolo.