Ormai manca poco agli europei e la Francia è pronta ad ospitare la competizione che vedrà sfidarsi le nazionali più forti del continente. I padroni di casa insieme alla Germania sono le grandi favorite, ma, subito dopo, troviamo la Spagna, l’Inghilterra guidata dalla sorpresa Vardy, il Belgio di Nainggolan e Hazard e la nazionale di Antonio Conte. L’assenza pesante dell’Olanda toglie prestigio ad Euro 2016, priva degli Oranje che, nel passato, rivoluzionarono il calcio con Cruijff. I Paesi Bassi non hanno superato il girone e ora puntano alla rinascita contando su Strootman, il grande talento che può trascinare nuovamente l’Olanda nelle importanti competizioni europee. Il centrocampista, recuperato dopo il doppio e pesante infortunio, e investito dalla fascia di capitano, vuole condurre gli Oranje a quella gloria tante volte sfiorata. Andiamo per ordine ed analiziamo il percorso del ragazzo di proprietà della Roma…
LA (S)FORTUNATA CARRIERA DI STROOTMAN
Strootman nasce nel 1990 nel Ridderkerk e inizia la sua carriera da professionista nello Sparta Rotterdam, promosso nuovamente in Eredivisie alla fine stagione attuale. Il ragazzo si mette in mostra per l’ottimo tocco di palla e la visione di gioco, un vero metronomo del centrocampo. L’unico grande difetto? La grinta troppo spesso irruenta che gli costa diverse espulsioni e tribune forzate. Dopo essere retrocesso nel 2011 con la sua formazione viene acquistato dall’Utrecht per 700 mila euro. Non fortunatissima l’esperienza, coronata solo da 14 presenze in campionato e 2 reti. Il Psv, nonostante le poche gare disputate, ne fiuta il talento e lo acquista insieme a Mertens, ora al Napoli, per un totale complessivo di 13 milioni. L’esplosione con il club di Eindhoven è impressione: Strootman diventa titolare fisso distinguendosi anche in Europa per l’ottima tenuta atletica, una visione di gioco fuori dal comune e un mancino natulare che accarezza la palla indirizzandola ovunque lui voglia. Sabatini, ds della Roma, lo monitora e tenta il colpaccio nell’estate del 2013, portandolo nella capitale alla corte di Garcia. Il tecnico francese rimane abbagliato dal giovane soprannominandolo “lavatrice“: “Kevin è come una lavatrice: quando gli arriva una palla sporca te la ridà sempre pulita“. Diviene indispensabile nel centrocampo giallorosso affiancato dalla tecnica di Pjanic e dall’energia di De Rossi. La foga e l’essere combattente lo portano spesso a rimediare cartellini gialli, ma la dote del comando gli scorre nelle vene ed è in grado di coordinare i movimenti dei compagni in maniera impeccabile. Tutto sembra andare per il meglio fino al 9 marzo 2014, quando riscontra un infortunio al ginocchio sinistro. La sentenza è spietata: lesione al legamento crociato con possibile interessamento del menisco. Tradotto per i comuni mortali: stop di 6 mesi. Decide di andare in Olanda per essere operato, ma questo azzardo si rivelerà sbagliata. Strootman torna a disposizione dopo 8 mesi comincia ad assaporare nuovamente il terreno di gioco. Il 25 gennaio 2015, nell’1-1 contro la Fiorentina, ha una ricaduta proprio sul ginocchio operato. Questa volta la società decide di farlo assistere dalle miracolose mani del professor Mariani ed, evidenziata una complicanza nata dal passato intervento chirurgico, l’olandese è costretto a tornare sotto i ferri. La riabilitazione è lunga e faticosa, ma il capitano degli Oranje non si arrende e dopo un anno torna in campo contro l’Avellino indossando la maglia della Roma Primavera. La risposta è ottima e il centrocampista, sotto la guida di Spalletti, entrerà nelle ultime gare della prima squadra dimostrando di aver dimenticato qualsiasi problema passato.
LA STIMA DELLA NAZIONALE
Strootman approda nella nazionale maggiore nel 2012 dopo aver folgorato Van Gaal, non proprio l’ultimo arrivato tra gli allenatori. Il tecnico lo incorona capitano fancendolo diventare il ragazzo più giovane ad aver indossato la fascia con l’Olanda. Nel 2014, anno dei mondiali, le parole dell’ex allenatore dello United furono chiare: “Solo Robben, Van Persie, Snejder e Strootman possono ritenersi sicuri della convocazione per il torneo“. Purtroppo il giocatore giallorosso si infortunerà al ginocchio dovendo rinunciare alla competizione. Nonostante fosse out, il tecnico olandese, approdato al comando dei Red Devils, ha più volte cercato di convincere Sabatini a cederlo, sentendosi recapitare secchi “no” nonostante offerte molto generose che avrebbero fatto comodo alle casse di Pallotta e soci.
Gli Oranje soffrono l’assenza del giovane e steccano anche la qualificazione ad Euro 2016. In un girone abordabile è impietoso il quarto posto conquistato dietro a belle realtà come Islanda, Rep. Ceca e Turchia nettamente inferiori per tasso tecnico. Il ragazzo è tornato solo ora in squadra, avendo definitivamente recuperato dall’infortunio. Il nuovo ct punta proprio sul suo talento per ripulire una nazionale che ha bisogno di una scossa. Sicuramente la grinta, la visione di gioco e la grande forza potranno essere l’arma in più che potrebbe tirar fuori gli Oranje da un inferno che non merita di vivere.