Uno sguardo pietrificante, il mancato saluto e l’indelebile sensazione di essere stato vittima di un tradimento irrimediabile: è questa l’accoglienza che Gary Neville, allora capitano del Manchester United, riserva al suo ex compagno Peter Schmeichel, colpevole di aver abbandonato i Red Devils per chiudere la carriera proprio con gli scomodi cugini del City.
Il Derby di Manchester da sempre porta con sé storie indimenticabili e personaggi rimasti nella storia, grandi campioni che nel corso delle stagioni hanno legato indissolubilmente il proprio nome ad una delle partite più seguite ed accese di tutto il panorama europeo. Ma ad essere impresse a fuoco nella memoria di tutti gli appassionati non sono solamente le gesta di chi quelle partite le ha decise nel bene o nel male: più di qualcuno ricorderà, proprio come Neville, il clamoroso cambio di casacca di Schmeichel che, dopo aver vinto tutto il possibile con lo United, decise di spendere l’ultimo anno della sua carriera difendendo la porta della fazione blu di Manchester.
Del portiere danese non c’è assolutamente più nulla da dire: della sua lunga e vincente carriera, trascorsa per lo più con addosso i colori dello United, ricordiamo soprattutto l’ultima partita con i Red Devils, quella che ha portato nelle mani di Sir Alex Ferguson l’ambito treble nella stagione 1998/99. Un addio così, tra i fasti dei festeggiamenti e la gloria di aver portato a casa campionato, coppa nazionale e Champions League in una sola stagione, avrebbe potuto garantire a vita a Schmeichel un posto nell’Olimpo del Manchester United, assieme a tutti i suoi più illustri colleghi transitati in precedenza nella cittadina inglese.
La decisione di chiudere la sua carriera proprio al Manchester City però ha rovinato per sempre il ricordo di un portiere apparentemente infallibile e senza punti deboli: il mancato saluto di Neville, che per ben otto anni ha difeso i colori dello United assieme al danese, è l’emblema di una delle più grandi rivalità cittadine che la Premier League possa offrirci, il simbolo di quanto questa partita sia sentita non soltanto sugli spalti, ma anche e soprattutto dai veri protagonisti.
La beffa giocata da Schmeichel però non è culminata nel suo anno di militanza tra le fila dei Citizens: proprio nell’anno del suo ritiro avvenuto nel 2003, il figlio Kasper, aspirante portiere proprio come il padre ed ora estremo difensore del Leicester, muoveva i suoi primi passi nella massima serie inglese, con addosso (neanche a dirlo) i colori del Manchester City, club che dopi un anno di trafila nel settore giovanile gli ha permesso di assaporare l’emozione dei grandi campi della Premier League, senza però schierarlo mai come titolare, vista anche la sua giovanissima età.
Un doppio tiro mancino quello della famiglia Schmeichel, diventata bersaglio dell’ira di tutta la tifoseria dello United dopo essere stata una delle più idolatrate di tutta Manchester, entrata però a far parte di tutti quei tasselli che compongono il puzzle di un derby giocato sempre di più non soltanto fra le semplici mura di uno stadio.