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Stagione finita in Argentina: rischi e caos

Il Chiqui Tapia ha confermato il termine della stagione in Argentina: le dichiarazioni del presidente Afa vanno solamente a ufficializzare quella che era ormai una notizia inevitabile, lasciando spazio solo alle supposizioni per la ripresa che per ora viene prevista verso la fine di agosto o per gli inizi di settembre.

Senza però la Copa de la Superliga, che era di fatto la grande novità di quest’anno. Il nuovo maxi torneo, di cui si è svolta solamente una giornata, peraltro neanche completa visti alcuni rinvii, non vedrà il proprio termine e non potrà così stabilire quali saranno le squadre qualificate per le coppe, che sono state ufficializzate tenendo conto di una Tabla Acumulada tra l’ultima Superliga e la prima giornata della Copa Superliga, che di fatto non risente minimamente del fatto che non tutte abbiamo giocato lo stesso numero di partite.

Le qualificate alle coppe in Argentina

Quindi Boca, River Plate, Racing e Argentinos vanno in Libertadores; Vélez, San Lorenzo, Newell’s, Talleres, Defensa e Lanús in Sudamericana, ma rimangono di fatto ancora vacanti due posti per il 2021. E per assegnarli ci sarà un sistema preciso: uno lo otterrà la vincente della Copa Argentina, che si punta a completare nella parte dell’anno, mentre l’altro verrebbe assegnato alla vincente di un torneo di rimpiazzo che verrebbe fatto tra settembre e dicembre in modo da assegnare sul campo i pass per le coppe internazionali del prossimo anno.

La nota dolente, lo stop alle retrocessioni

Se fin qui tutto sembra procedere per il verso giusto o quantomeno seguendo un filo logico, le noti dolenti arrivano con il blocco del sistema retrocessioni. Il campionato a 24 squadre, già di suo corposo ma arrivato a questo punto dopo una lenta scrematura seguita all’epocale riforma Grondona del 2016, farà il percorso opposto tornando nel giro di due stagioni a 28 squadre. Come? Non retrocederà alcuna squadra per i prossimi due anni, ma in ogni stagione saliranno dalla Primera B le prime due classificate.

Si tratta di un’enorme passo indietro, visto che la riforma Grondona era volta a formare un campionato da 30 squadre per poi arrivare gradualmente al torneo da 20 con calendario all’europea come accade ormai da tanti anni in Brasile, con tutto che viene ancora oggi difficile spiegare come mai un campionato già a 20 squadre debba estendersi a 30 con l’obiettivo di ritornare a 20. E invece ci si ritrova con un torneo infarcito di squadre mediocri che sostanzialmente non fa altro che allungare il brodo impedendo nella maniera più assoluta che si giochi un campionato col doppio girone e rinviando chissà per quanti anni il grande obiettivo argentino di omologarsi ai campionati europei.

Simone Gamberini

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