L’Italia di Luciano Spalletti scrive la storia: torna a vincere a Parigi dopo 70 anni. Un successo che cambia radicalmente scenario e prospettive anche e soprattutto per come è maturato. Sotto di un gol, la nazionale azzurra non si è disunita ma ha portato a casa una vittoria straordinaria quanto insperata. Prima della partita si immaginava un divario enorme, l’Italia però è riuscita ad assorbire l’errore, tenere botta e poi ribaltare il match sino a dominarlo. Vincere in casa di una Francia apparsa dimessa non è poco, ma abbastanza, con tutta la cautela del caso, per immaginare un futuro più roseo.
Il 3-1 non è un caso, anche in considerazione di come sono maturate le reti, figlie di uno spartito tattico che premia anche e soprattutto Luciano Spalletti. Il commissario tecnico ha avuto l’umiltà e la sensibilità di sposare un credo lontano dalle sue idee ma adeguato alle caratteristiche dei calciatori. Il 3-5-2 è decisamente l’abito cucito addosso agli interpreti di una squadra che ha qualità ed è riuscita a esprimerla interpretando un modulo che, non a caso, ha visto tornare Federico Dimarco al gol e al suo rendimento, esattamente come Frattesi, Bastoni e Calafiori, ormai “10” aggiunto in fase difensiva, ma è tutta la squadra che è riuscita ad esprimersi con lo spirito giusto e una fluidità che non si vedeva da tempo.
Una scelta da selezionatore, più che da allenatore, arricchita dalle sue idee di calcio e dalla possibilità di avere anche un ventaglio di scelte più ampio grazie a questo modulo. Scelte che hanno pagato con gli interessi e permettono di guardare al futuro con maggiore ottimismo.
È stata dunque la vittoria di Spalletti, dopo appena 14’’ di gioco che hanno riportato tutti indietro nel tempo agitando i fantasmi apparsi dopo l’ennesimo errore di approccio alla partita e un match messosi tremendamente in salita. Neanche il più ottimista sperava in un rientro in partita, figurarsi una vittoria, anche per come si era messa dopo l’errore di Giovanni Di Lorenzo, palesemente in difficoltà e ormai, anche al netto del risultato finale, difficilmente riproponibile. L’errore avrebbe potuto abbattere una squadra sfiduciata, ma in campo si è vista la risposta di un gruppo che è emerso grazie anche alla bontà delle scelte del commissario tecnico.
Azzeccata, la scelta delle mezzali, con Ricci che ha restituito freschezza a centrocampo, così come quella di consegnare le chiavi del centrocampo a Tonali e la scelta di Retegui come punta centrale e cambiare spesso il gioco per allargare le maglie dei blues e infilarsi negli spazi. È una idea: forse è presto per dire che l’Italia sia tornata, ma certamente l’azzurro è meno sbiadito rispetto al passato.
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