Conclusi i playoff di Europa League, è tempo di tirare le prime somme per le squadre spagnole. Barcellona e Siviglia, Betis e Real Sociedad: terze ai gironi di Champions le prime, seconde nei gironi di Europa League le altre due, e tutte coinvolte nella nuova formula UEFA che ha visto mescolare le due coppe, rimuovendo quelli che erano i sedicesimi di finale della competizione. Un percorso che, per le spagnole, è iniziato nel migliore dei modi (o quasi).
La sfida più attesa in Spagna, e in generale di questo turno d’Europa League, era certamente il doppio confronto tra il nuovo Barcellona di Xavi col Napoli di Spalletti. A spuntarla sono stati i blaugrana, grazie ad una grande vittoria nello stadio dedicato all’ex più amato della sfida: Maradona. L’1-1 dell’andata aveva già lasciato intendere che per i partenopei il discorso qualificazione si sarebbe complicato al ritorno, dopo che il Barça aveva francamente sciupato l’impossibile. I catalani sono cresciuti tanto nell’ultimo periodo e il 2-4 di Napoli lo ha certificato, anche coi marcatori: un mix tra senatori (Jordi Alba e Piqué), nuovi vuolti (Aubameyang) e talenti già considerabili fuoriclasse (de Jong). Con la Liga obiettivamente imprendibile (15 punti dalla vetta, seppur con una partita in meno), l’Europa League può rappresentare un banco di prova importante per Xavi in attesa della prossima stagione.
Paradossalmente, i rischi più grandi nei playoff per le spagnole se li è presi il Siviglia, madre indiscussa dell’Europa League con ben 6 trofei in bacheca: 4 di questi sono arrivati nello scorso decennio, e tutti sono stati vinti nell’arco degli ultimi vent’anni. Insomma, la Dinamo Zagabria è sembrata sì un’avversaria insidiosa, ma non a tal punto da minare la possibilità di passaggio del turno alle palanganas. E invece, dopo il 3-1 del Ramon Sanchez–Pizjuan, la trasferta al Maksimir è terminata con una sconfitta per gli andalusi, fortunatamente indolore. L’1-0 di Orsic, che pure in Spagna aveva timbrato il cartellino, ha però tenuto col fiato sospeso Lopetegui, in una partita ben giocata in cui è mancato sempre l’affondo decisivo. E si sa, quando si fatica a trovare la via del gol, ci si espone al rischio di subirlo nella classica “doccia fredda”.
L’ottimo cammino in Liga non ha scalfito la concentrazione per l’impegno europeo sull’altra sponda di Siviglia. Al Betis, dopo la vittoria per 2-3 di San Pietroburgo, è bastato lo 0-0 al Villamarin per accedere agli ottavi di Europa League. Una gara bloccata contro lo Zenit, con qualche buona occasione da una parte e dell’altra, ma che mai ha dato l’idea di potersi risolvere in una pioggia di gol come all’andata. Toccherà ora ai verdiblancos confermarsi ad alti livelli e dimostrare d’essere capaci a sostenere la doppia competizione, portando la stessa qualità in entrambe.
La sfida più equilibrata per le fila spagnole l’ha giocata la Real Sociedad contro il Lipsia. Forse, l’unico playoff in cui una spagnola è partita leggermente sfavorita sulla carta: il campo non ha ribaltato il pronostico. Eppure i Txuri–urdin avevano ottenuto un ottimo 2-2 in Germania: da questa stagione, i gol in trasferta nelle competizioni europee non hanno più un peso doppio, certo, ma il pareggio fuori casa non può che lasciar ben sperare per il ritorno da giocare tra le mura amiche. E invece, all’Anoeta la Sociedad si è vista solo da metà ripresa e per una decina di minuti, lasciando il dominio territoriale ai tedeschi e salutando la competizione sul più bello.
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