Spagna, un anno da record: De La Fuente chiude il 2024 con 12 vittorie in partite ufficiali, senza contare le amichevoli. L’unico mezzo passo falso è lo 0-0 contro la Serbia nella prima partita della Nations League. Un solo Ko, in amichevole, contro la Colombia a Londra. Il primo posto nel ranking FIFA, dopo dieci anni dall’ultima volta, è alla portata.
Al netto dell’inseguimento alla #1 del ranking, la Spagna di De La Fuente ha già scritto alcune pagine indimenticabili. In primis, il commissario tecnico ha vinto l’Europeo con un percorso netto di sette vittorie in altrettante partite disputate. E ha affrontato tutte le favorite: Croazia, Italia, Germania, Francia e Inghilterra. Più in generale, il CT in appena 23 mesi, ha vinto dodici partite ufficiali e si è portato a casa Nations League ed Euro 2024. Qualcosa di molto simile, in termini di rendimento, al periodo d’oro fra il 2008 e il 2014 quando arrivarono, senza soluzione di continuità, due titoli continentali e un mondiale. Sedici anni fa, la Spagna di Luis Aragonés ha vinto 15 partite (nove in partite ufficiali e sei in amichevoli), ha raggiunto il suo apice con Del Bosque nel 2009 (10 vittorie ufficiali e sei in amichevoli). E il 2010, l’anno della prima e sinora unica vittoria in Coppa del Mondo, si è chiuso con 13 vittorie (nove in partite ufficiali e quattro in amichevoli).
I numeri parlano chiaro: appare evidente che Luis de la Fuente sia l’allenatore più vittorioso della storia della nazionale spagnola. È tuttavia altrettanto innegabile che per reggere il confronto con Del Bosque, debba riuscire a vincere un mondiale. Nell’attesa di puntare al titolo iridato fra due anni nella kermesse in Canada, Usa e Messico, dove la Spagna sarà una delle logiche favorite, De La Fuente sta già ricalcando le orme del suo illustre predecessore: con l’inserimento in rosa di Samu, Mingueza e Paredes sono già 22 i calciatori che hanno esordito con la maglia della Roja durante la sua gestione. Scelte solo all’apparenza coraggiose. De La Fuente, che ha speso quasi tutta la sua carriera con la Federazione nelle nazionali giovanili, è in grado come pochi di riconoscere il talento. Non a caso, tutti questi ragazzi sono titolari nella loro squadra di club. In comune con Del Bosque c’è anche quel concetto di “grande famiglia” che tra poco più di 18 mesi proverà a bissare il titolo mondiale conquistato in Sudafrica nel 2010. Impresa che non sembra impossibile.Impresa che non sembra impossibile.
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