L’amichevole di lusso tra Germania e Inghilterra che si giocherà questa sera a Dormtund è intrisa di fascino per la sua storia calcistica e politica che da sempre frappone i due pilastri della cultura anglosassone. Tutti contenti di poter assistere ad un simile spettacolo, tutti tranne uno: Gareth Southgate.
I ricordi calcistici della nazionale inglese sono spesso grigi e l’unica vera pagina dorata della storia dei Tre Leoni è legata proprio ad una partita con la Germania, la finale del Mondiale del 1966. Purtroppo per il nuovo allenatore dell’Inghilterra la vittoria dei Boys of ’66 non è stata l’ultimo faccia a faccia tra queste due nazionali in un grande torneo disputato ad Albione.
30 anni dopo quella finale l’Inghilterra ha ospitato nuovamente un grande torneo, l’Europeo del 1996 dove la nazionale guidata da Terry Venables aveva un grande gruppo e poteva finalmente sognare di mettere un titolo in bacheca. I presupposti per ben figurare c’erano tutti e non solo per il fattore campo: nomi illustri del calibro di Alan Shearer, Paul Gascoigne, Tony Adams, dei giovanissimi Gary Neville, Steve Mc Manaman, Robbie Fowler e anche Gareth Southgate.
Girone perfetto da imbattuti chiuso al primo posto davanti all’Olanda e alle eliminate Scozia (grande soddisfazione per i Three Lions eliminare i cugini scozzesi) e Svizzera. Ai quarti di finale l’Inghilterra batte la Spagna ai rigori ed è curioso che quella sarà l’unica vittoria dagli undici metri della nazionale inglese in tutte le grandi manifestazioni internazionali.
I calci di rigore, una maledizione per gli inglesi, quasi una formalità per i tedeschi. Il destino mette di fronte Inghilterra e Germania un turno in anticipo rispetto al Mondiale giocato nello stesso luogo 30 anni prima.
Come nel 1966 non bastano i tempi regolamentari: al gol in avvio di Shearer risponde Kuntz e si va ai supplementari. Questa volta non ci sono Geoff Hurst e il gol fantasma, la sfida va dove vogliono i tedeschi, ai calci di rigore. Se c’è una nazionale che sei sicuro che non perderà ai tiri dagli undici metri quella è la Germania: su 7 occasioni nella loro storia hanno vinto 6 volte, per gli inglesi statistica rovesciata.
Segnano tutti, ma proprio tutti. Häβler, Strunz, Reuter, Ziege e Kuntz per la Germania; Shearer, Platt, Pearce, Gascoigne e Sheringham per l’Inghilterra. Si va ad oltranza. Comincia l’Inghilterra e Southgate sbaglia. Torna verso il centro del campo con le mani raccolte dietro la testa consapevole che quell’errore è quello decisivo. Neanche lo guarda l’ultimo di Andreas Möller che poco più tardi si esibirà nell’esultanza più celebre di quell’Europeo.
L’Inghilterra è a casa, in tutti i sensi. Mai nella storia del calcio inglese post 1966 si aveva la sensazione che quella squadra potesse davvero farcela ma tutto svanì in undici metri di tragedia sportiva e in una drammatica camminata di sconforto verso il centro del campo. Ed è per questo probabilmente che quell’errore fece tanto rumore e rimane un momento indelebile della storia del calcio inglese: in quel rigore si è infranto un sogno, quello più simile alla realtà.
Per Gareth Southgate è un trauma e una macchia che gli rimarrà per tutta la carriera. Oggi però ha ereditato la panchina della nazionale inglese dopo esser stato selezionatore dell’Under 21: doveva essere solo un allenatore ad interim e invece quella panchina se l’è tenuta convincendo con i suoi risultati.
Gli incubi però non danno mai tregua. Oggi torna la Germania nel suo destino: è solo un’amichevole ma per Gareth Southgate non può essere una partita come un’altra; non lo è per nessuno, figuriamoci per lui.