Una Svezia praticamente già fuori dall’Europeo, una Slovacchia desiderosa di vincere per poi pensare solo dopo al risultato di Inghilterra-Polonia. Per Hapal, l’occasione di confermare quanto di buono fatto vedere. Per Ericson, il tutto per tutto in cerca di un miracolo sportivo. Ed è anche per questo che il tecnico scandinavo ha rivoltato la sua squadra come un calzino: dal 1′ ci sono Brorsson, Binaku e Mrabti al posto di Dagerstal, Lundqvist e Tibbling infortunato. Insomma, se l’ultima chance doveva essere, quantomeno la sensazione è che con qualche forza fresca si sarebbe potuto ottener quel surplus magari fondamentale. Ed Engvall in panchina, almeno dall’inizio. E’ stato il logico finale di una storia mal riuscita, quella scandinava a questo Europeo Under21. La Svezia ha abdicato e lo ha fatto andandosene senza vincere: due punti in classifica, frutto di due pareggi. Ben poco di cui esser fieri, ancor peggio se pensiamo al 3-0 di cui sto per parlarvi…
Il crollo, su ogni fronte – La condizione psicologica della Svezia è rimasta al 2-2 subito all’ultimo secondo dalla Polonia, proprio nell’Arena Lublin dove oggi si incontrava la Slovacchia. Sono gli ospiti a partir meglio, chiaramente sospinti da un numero maggiore di possibilità di continuare il loro cammino: una reazione timidissima dei gialloblù si palesa in un colpo di testa tentato da Wahlqvist, poi al 6′ la doccia è gelata. Nasce tutto da un corner, pallone ricevuto da Mazan che crossa sul secondo palo, uscita a farfalle di Cajtoft, Wahlqvist non è impeccabile, Chrien di testa insacca a rete. La Svezia accusa il colpo e prova a reagire, ma sono sempre gli slovacchi a tenere il pallone, poi i ritmi si abbassano e alla seconda occasione arriva il raddoppio. Su ripartenza veloce, al 22′, c’è un rimpallo in area da cui esce favorito un giocatore in maglia blu: poi il pallone termina improvvisamente sul destro di Mihalik che non ci pensa due volte. Ed è un risultato meritatissimo, questo il problema per la Svezia: Ericson lo sa e si sbraccia a più non posso ma invano. Al 33′ si fa vedere Cibicki con un rasoterra dal limite, ma Chovan devia. Fuoco di paglia. Perché è ancora la Repre a rendersi pericolosa, al 42′, con un cross di Mihalik sul quale Bero indirizza di testa ma per sfortuna sua solamente a lato del palo. Jesus Gil Manzano concede due minuti di recupero, che servono solo ad aumentare l’agonia di una squadra che non stava già più giocando. Sul piano psicologico, ancor più che su quello di freschezza e intraprendenza, non c’è stata storia.
Niente scossa – Per dare una scossa, Håkan Ericson ha optato per un doppio cambio all’intervallo. Fuori Cibicki e Hallberg, dentro Muamer Tankovic e Niclas Eliasson. Mossa della disperazione, considerato che il centrocampista del Norrköping non aveva ancora avuto spazio in questo Europeo Under 21. Il copione della seconda frazione si distacca da quello della prima solo in quanto i Blågult provano ad aprire maggiormente il gioco sulle fasce (ci riusciranno poco, ma questo è un altro discorso). E le poche occasioni in cui tutto sembra andar bene, come nella combinazione di cross da parte di Eliasson e torre di Fransson, c’è la regola del fuorigioco che estromette Strandberg dall’azione. Dovrebbe esser il contrario ma di fatto è la Svezia a rannicchiarsi nella sua metà campo lasciando alla Slovacchia la possibilità di offendere. Al 53′ Chrien crossa, Zrelak tenta da deviazione a rete ma Larsson chiude in angolo. Torna ad imporre il suo gioco la squadra di Hapal, torna ad esser beccato in fuorigioco Carlos Strandberg: partitaccia, per il 10. Un tiro-cross di Tankovic e un calcio d’angolo sul quale Skriniar interviene di testa non bastano, perché è ancora Rusnak dal limite a tentare la sorte. Sorte che questa volta aiuta Cajtoft, che si ritrova il pallone in mano dopo la deviazione di Brorsson. Entra Safranko per Zrelak, Larsson perde un pallone sanguinoso e regala a Mihalik una chance che il numero 7 non sfrutta, poi è il momento di Asoro per capitan Olsson. Esordio per il classe ’99 del Sunderland in questa kermesse Under 21, che viene però bagnato immediatamente dal tris slovacco. I giri di lancette sono ormai 73, e il terzino Satka estrae dal cilindro una conclusione sul secondo palo sulla quale il portiere svedese può ben poco. Se la Svezia era ormai ufficiosamente ancor più fuori, la Slovacchia doveva aumentare la differenza reti per sperare nel passaggio come miglior seconda. Ma si sveglia quella creatura gialloblù che finora era stata in campo sornione e quasi svogliata: Asoro di prima intenzione obbliga Chovan a rifugiarsi in corner (76′), Eliasson non trova la rete con un tiro-cross dal vertice dell’area (77′), Carlos Strandberg a tu per tu col numero 1 avversario conclude a lato (78′). Il risultato è compromesso, ma almeno un barlume di Svezia lo si è visto. Pur sempre un fantasma, pur sempre una goccia d’acqua in un mare di petrolio, ma almeno c’è stato. Così come l’immancabile Strandberg pescato in fuorigioco. Wahlqvist si prende un ammonizione, è chiaro come la partita non abbia più nulla da dire se non un’ultimissima chance per Safranko al 93′. Su cross dalla destra di Satka però, il match winner della sfida inaugurale non ha trovato il tap-in per pochissimo. Finiscono i 3′ di extratime, finisce una partita a senso unico, dominata in lungo e in largo dalla Slovacchia.
Finale agrodolce – E si conclude così, questa cartolina polacca che la Svezia dovrà digerire nel viaggio di ritorno a Stoccolma. Gli applausi del pubblico, le smorfie di Ericson, la sciarpata dei tifosi slovacchi che ci credono ancora (in fondo, si può sperare di passare come miglior seconda!), un bellissimo finale di sport con strette di mano e abbracci. Sono ragazzi, sono giovani, sembrano non ancora corrotti dal marcio del calcio. A prescindere dal fatto che la Svezia abbia abdicato, e ne parlerò, una buonanotte da Lublin.
Il tabellino:
Slovacchia (4-1-4-1): Chovan; Satka, Ninaj, Skriniar, Mazan; Lobotka; Rusnak, Bero (dall’86 Benes), Chrien, Mihalik (dal 90′ Haraslin); Zrelak (dal 70′ Safranko). All. Hapal
Svezia (4-4-2): Cajtoft; Wahlqvist, Larsson, Brorsson, Binaku; Mrabti, Hallberg (dal 46′ Tankovic), Olsson (dal 72′ Asoro), Fransson; Cibicki (dal 46′ Eliasson), Strandberg. All. Ericson
Reti: 6′ Chrien, 22′ Mihalik, 73′ Satka. Ammoniti: Wahlqvist, Mrabti. Arbitro: Gil Manzano.