Dalla prossima stagione la visione delle gare di Champions su Sky non sarà come prima: stessa sorte anche per Conference ed Europa League.
La stagione 2024-2025 non è poi così lontana, ma per gli appassionati non può che essere importante sapere cosa fare per dover seguire gli eventi più importanti. Uno di questi è certamente la Champions League, che si presenterà con una formula del tutto rinnovata rispetto a come siamo abituati, con un numero maggiore di squadre partecipanti.
In tantissimi vorranno certamente seguire le gare, ma non tutti saranno felici della decisione che Sky sembra decisa a prendere, in virtù di broadcaster principale della manifestazione. Almeno parzialmente questa potrà rendere soddisfatti i tanti tifosi che pagano un abbonamento, un po’ meno gli altri. La presa di posizione riguarderà anche le altre due competizioni, Europa e Conference League.
Fino ad ora Sky aveva i diritti integrali della Champions League (una gara andava su Amazon Prime Video, e sarà ancora così=, oltre a Europa e Conference League (in questi ultimi due casi le gare erano visibili anche su DAZN). Era però possibile vedere anche una partita in chiaro su Tv8, canale di proprietà di Sky, mentre nell’ultima fase dell’Europa League, in cui erano coinvolte diverse italiane i match erano in onda anche sulla Rai.
Dalla prosisma stagione, però, la situazione sembra essere destinata a cambiare. Le tre competizioni continentali non saranno condivise con altri broadcaster. Non solo, i match delle italiane saranno trasmessi solo su piattaforma Sky o su Now. Non c’è ancora l’ufficialità a riguardo, ma da quanto riportato dal ‘Sole 24 Ore’ la decisione sembra essere presa, difficile ci possa essere una marcia indietro.
L’obiettivo della pay Tv non è difficile da immaginare, Sky desisdera legare a sé ancora di più i suoi abbonati e “premiarli” per i soldi che ogni mese spendono, così che non ci siano grandi distinzioni rispetto a chi non lo fa.
La Champions non sarà quindi più visibile su Mediaset dopo il ciclo 2021-2024 (né in chiaro, né pay). Questa idea era stata spiegata dall’amministratore delegato Pier Silvio Berlusconi: “Lo sport è diventato un contenuto principalmente da pay-tv: costa tantissimi soldi. Pagare tanto non è segno di ricchezza ma di difficoltà delle pay-tv. Oggi riescono a vendere, per fare abbonati, solo i grandi eventi. Rappresenta un modello di business abbastanza fragile, diverso dalla nostra mentalità” – aveva detto pochi giorni fa in conferenza stampa.
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