“Senza essere inferiore all’avversario, ma a causa di occasioni perdute e non riuscendo a raggiungere l’obiettivo, l’Olympiacos non è riuscito a vincere a Toumba, è stato sconfitto 2-0 e immediatamente ha rivolto la sua attenzione alla prossima partita di UEFA Europa League con la rivale Besiktas al Karaiskakis”. Così il sito ufficiale del club del Pireo parla a proposito della sconfitta contro il Paok di domenica sera. Una sconfitta che di per sé vorrebbe dir poco, ma se unita agli altri due ko contro Aek e Panionios fa immediatamente pervenire alla conclusione che il Θρύλος stia perdendo il controllo di se stesso. Paulo Bento, il fantino che fino a qualche settimana aveva il pieno controllo del suo puledro, non è riuscito a comprendere i primi segni di imbizzarrimento di quest’ultimo (Aek e Panionios, appunto). O meglio, pensava che la serata di Ankara avesse rinsaldato il rapporto tra cavalcante e cavalcato. Ma una rondine non fa primavera. Paragonabile anche ad un medico che decida di curare una malattia grave con un’aspirina, osservando immediati miglioramenti ma stupendosi poi del decesso del paziente una volta svanito l’effetto temporaneo dell’acido acetilsalicilico, il buon Bento è stato scaraventato a terra dal cavallo (o radiato dall’Ordine dei Medici). Esonerato, ieri pomeriggio. Il suo treno è deragliato a Salonicco, squadra storicamente ostica per quelli del Pireo, e non c’è possibilità di farlo rientrare sui binari. Ora, quella che serve è la svolta. Ma ne parlerò a parte.
In questo pezzo, dedico spazio e tempo alla partita in sé: quello del Paok è 4-2-3-1, a centrocampo non c’è Kace bensì la coppia formata da Shakhov e Cimirot, poi in avanti spazio a Djalma sulla destra, Pedro Henrique su quella mancina e Warda in mezzo. Come punta, e qui Ivic sceglie di sorprendere, non c’è il bomber Athanasiadis (che all’Olympiakos ha già segnato 3 volte in carriera) ma l’acquisto di gennaio Aleksander Prijovic. Paulo Bento invece sorprende ben poco: pure lui schiera il 4-2-3-1 in cui dietro trovano spazio Retsos e Cissokho, con Karim Andarifard e non Cardozo dal 1′ (ricordo la cessione di Ideye Brown al Tianjin Teda, ufficializzata pochi giorni fa). Ricordo infine come l’iraniano abbia deciso il match contro l’Osmanlispor mettendo a referto una doppietta. E devo anche ricordare, purtroppo, la “calorosa” accoglienza riservata dagli ultras del Paok all’Olympiakos: “Ο πολιτισμός της Τούμπας!” lo definisce un post pubblicato dalla società biancorossa su Instagram, in cui condanna fortemente “la cultura del Toumba”. In effetti, casomai la descrizione non colpisse abbastanza (“Fans attacked and smashed our team bus, attempting to terrify and injure our players”), le foto parlano da sole. E mi obbligano a parlare ancora una volta di episodi di violenza. Non sono certamente i primi, non saranno gli ultimi: certo è che, lo dico con un pizzico di retorica, l’intimidazione è sempre sbagliata. E il tifo, che sugli spalti è fantastico, fuori rischia seriamente di penalizzare lo sport greco. Fine. Qui trovate il riassunto del match.
Parte meglio l’Olympiakos, per nulla intimidito, che previene ogni forma di timore reverenziale in nome di una vittoria assolutamente da perrseguire. L’alba del match vede un Paok abbastanza confuso fare diversi errori in fase di impostazione, così gli ospiti tentano subito di approfittarne. Al 3′, una rimessa laterale battuta rapidamente dai ragazzi di Bento porta Ansarifard ad involarsi sulla corsia sinistra in cui Crespo era rimasto troppo avanzato: avanza il numero 17, poi serve il pallone rasoterra fuori dall’area dove era scattato Romao pronto al diagonale: preciso, sì, ma Glykos si supera e devia quel che basta per mandare in corner. Il Θρύλος avanza imperterrito, e al 7′ potrebbe usufruire di un erroraccio da parte del portiere del Paok: rinvio corto ad un compagno, che evidentemente pressato restituisce palla, nuovo rinvio di Glykos rasoterra, nella zona di Fortounis che per un secondo arpiona il pallone, poi lo perde, si avventa Ansarifard di potenza ma l’estremo difensore di casa devia provvidenzialmente. Al minuto 12 è sempre l’ex Panionios a far tutto bene: prende palla, supera Cimirot in tunnel, contrasta Malezas in scivolata, si rialza, recupera la sfera ed esplode un pallonetto cercando il goal da distanza siderale. Nemmeno sessanta secondi dopo, Kyzas fischia un fuorigioco più che dubbio a Sebá. Al 20′ il Paok può battere un calcio di punizione da metà campo, ma Romao non pensa che il pallone sia stato correttamente posizionato nel luogo in cui vi era stato il fallo e lo sposta. Nasce un parapiglia, Romao appoggia la fronte su quella di Warda con intenzioni non propriamente carine, volano insulti che sono censurati dai sottotitoli, poi arriva Diogo Figueiras in difesa del compagno e si becca il più evitabile dei cartellini gialli. “Gli obiettivi del tecnico Paulo Bento sono stati spingere e mantenere la supremazia. Nei primi minuti di gioco, il nostro team è stato di gran lunga superiore e ha già meritato di segnare e ha assunto la guida del match! E fino ai primo 30′ lo stadio è stato solo per l’Olympiacos”: la visione olympiakocentrica della cronaca fornita dalla società, per quanto di parte, non si discosta completamente dal vero. Il problema è che poi si vede anche il Paok. Al 33′, da una rimessa il pallone giunge a Djalma, che rammenta di aver la 10 sulle spalle, disorienta Retsos involandosi verso Leali ma conclude a lato aprendo troppo il diagonale. Poco dopo, al 34′, Shakhov salta nemmeno con troppe difficoltà Androutsos, danza sulla linea di fondocampo e piazza un invito a nozze per Warda che decide di metter a referto una meta più che un gol, dunque spedisce ampiamente sopra la traversa custodita da Leali. Al 36′ un lungo lancio viene mal controllato da Figueiras che non si cura del pressing di Pedro Henrique: doppio passo, dribbling bello fatto e finito se non vi franasse addosso Elyounoussi. Sempre Paok alla ricerca del vantaggio, con un corner sul quale va a saltare Fernando Varela che però non trova lo specchio. Nel frattempo, la mossa di Paulo Bento per aumentare la pericolosità della sua squadra era stata l’inversione di Elyounoussi e Sebá: brasiliano a destra, norvegese a sinistra. Al 41′ si rifanno vedere i biancorossi, con una fendente direttamente da calcio di punizione che Fortounis per poco non tramuta in gol. Finisce così un primo tempo ricco di emozioni.
Al via la ripresa, che comincia in modo meno entusiasmante rispetto ai primi 45′, ma è il Paok (che aveva preso in mano la partita) a passare in vantaggio. E’ il minuto 54: angolo dalla bandierina destra battuto da Warda, stacca Malezas, Leali respinge ma piano e centrale, dunque il più lesto a fiondarsi sul pallone è Evgen Shakhov. L’esultanza liberatoria del numero 28 dice molto, così come quanto alza le mani al cielo non si sa se per ringraziare o se per dedicare la marcatura a qualcuno. “Complessivamente la legenda (il Θρύλος) era superiore in primo luogo, ha significativamente minacciato e costretto PAOK ad errori diverse volte, ma ha sbagliato l’unico obiettivo, qualcosa che ha voluto cercare ancora più fortemente nella seconda parte della gara (il gol). La Leggenda è entrata in questo secondo tempo invariata e disponibile per spingere, come nella prima frazione. Figueiras ha avuto più spazio, rispetto ad altri match del nostro team, avendo davanti Pedro Henrique, che è stato in crescita e abbastanza minaccioso. Analogamente, Leo Matos ha fatto lo stesso dall’altra parte, rimanendo più verso il PAOK a causa della pressione di Sebá”. Non è un’analisi completamente errata. “Il Paok ha preso il comando da una fase statica, contro il flusso della partita dopo la prima parte della seconda frazione l’Olympiakos non era particolarmente minacciato. La nostra squadra ha cercato di reagire immediatamente e di riequilibrare il gioco, ma così facendo, il Paok ha trovato più spazi e ha raggiunto il secondo gol al 61′. In meno di dieci minuti, l’Olympiacos ha gettato nella spazzatura la cosa buona che aveva fatto nella partita fino a quel momento, in modo da tornare in partita e il ribaltamento del risultato è diventato ancora più difficile. Reso ancora più (difficile) dal PAOK più chiuso nella parte posteriore e non andava in attacco con fervore”. Si arriva dunque al raddoppio: tutto nasce da una rimessa laterale, con pallone a trovare la sponda aerea di Prijovic che mette in moto Pedro Henrique. L’ex Rennes avanza ma viene anticipato dal rinvio di un qualche avversario, poi ancora Paok con Shakhov che controlla, suggerisce ancora sulla sinistra per il 26enne brasiliano che serve al centro col contagiri per l’inserimento di Aleksandar Prijovic. L’ex Legia Varsavia anticipa un goffo Leali e va ad esultare sotto la sua curva con la mano destra alzata. Solo qui l’Olympiakos prova a reagire, ma si tratta di azioni costruite dalla rabbia, dall’impeto, dalla fretta, e dunque incisive fino ad un certo punto. Si interrompe il match per i troppi fumogeni a limitare la visibilità, ma solo per un minuto, poi di nuovo si gioca e Martins sostituisce Androutsos. Ansarifard si traveste da esterno e prova a creare qualcosa per i compagni, ma il suo cross (61′) trova la deviazione di Glykos che colpisce in pieno un compagno prima che la sfera si impenni. Si infortuna Pedro Enrique costringendo Ivic al cambio (dentro Mystakidis), mentre Bento opta per Manthatis, in per Elyounoussi. Il tecnico del Paok si copre con un mediano (Kace) al posto di un trequartista (Djalma), e l’Olympiakos chiede invano un calcio di rigore per un presunto tocco con la mano di Prijovic nella sua area di rigore ( ma le immagini confermano che il tocco avvenga con braccio attaccato al corpo). C’è ancora tempo: Cardozo subentra ad Ansarifard, poi il numero 9 ospite (premiato come Vodafone MVP nel postpartita) cerca la doppietta ma quel che parte dal suo destro è una telefonata a Leali, infine il paraguaiano tenta di incidere su colpo di testa ma manda il pallone oltre la traversa. Allo scoccare dell’89’, un gran pallone di Fortounis viene ribattuto in area, Cardozo inizialmente tenta la girata poi non la effettua e l’occasione fallisce. Minuto 92′ il Paok potrebbe calare il tris, se l’azione personale di Warda non si spegnesse sulla traversa dopo il leggerissimo tocco di Leali in tuffo. Finisce così. Καλό σας βράδυ!
Il tabellino:
Paok (4-2-3-1): Glykos; Matos, Varela, Malezas (dal 78′ Leovac), Crespo; Shakhov, Cimirot; Djalma (dal 73′ Kace), Warda, Henrique (dal 65′ Mystakidis); Prijovic. All. Ivic
Olympiakos (4-2-3-1): Leali; Figueiras, Retsos, Botía, Cissokho; Androutsos (dal 62′ A. Martins), Romao; Elyounoussi (dal 67′ Manthatis), Fortounis, Sebá; Ansarifard (dal 79′ Cardozo). All. Bento
Reti: 53′ Shakhov, 60′ Prijovic. Ammoniti: Matos, Varela, Djalma, Mystakidis, Leovac (P), Figueiras, Elyounoussi (O). Arbitro: Kyzas.
Il belga è felice nella capitale e i giallorossi vogliono strapparlo definitivamente al Milan: ecco…
Se non si dovesse trovare una quadra per la prossima stagione il mister di Testaccio…
L’olandese ex Bologna sta ritrovando spazio allo United, ma per l’estate due club di Serie…
Vigilia di Natale, non una qualsiasi. È quello dell’apertura della Porta Santa che per i…
L’Inter di Simone Inzaghi non brilla contro il Como ma non le serve molto per…
Denzel ha pubblicato delle stories su Instagram, permettendo ai suoi follower di vivere in tempo…