La partita di Serie A Femminile Juventus-Roma ha segnato un momento storico con 33mila spettatori all’Allianz Stadium
Domenica pomeriggio si è disputata una delle partite più attese della Serie A femminile di calcio: Juventus-Roma, terminata con il risultato di 2-1 a favore della Juventus grazie ai gol di Barbara Bonansea e Sofia Cantore. La decisione di giocare la partita presso l’Allianz Stadium, lo stadio ufficiale della squadra maschile, è stata presa approfittando della pausa della Serie A maschile dovuta agli impegni delle Nazionali.
Questo ha permesso di accogliere un pubblico più numeroso del solito, vista anche l’importanza del match tra le due squadre più forti del campionato. Allo stadio erano presenti circa 33.000 spettatori, tra cui 500 tifosi della Roma arrivati in trasferta.
Negli ultimi anni, la rivalità tra Juventus e Roma è diventata il fulcro del calcio femminile italiano. Le due squadre si sono contese i primi due posti in Serie A nelle ultime tre stagioni, con la Roma che ha vinto gli ultimi due campionati e la Juventus i cinque precedenti.
La qualità delle squadre è testimoniata dalla presenza di molte delle migliori giocatrici italiane, con calciatrici come Cantore, Bonansea, Cristiana Girelli e Martina Rosucci che giocano per la Juventus, mentre la Roma vanta atlete come Elena Linari, Valentina Giacinti e Manuela Giugliano (quest’ultima la prima italiana candidata al Pallone d’Oro).
Inoltre, entrambe le squadre sono state le uniche italiane a raggiungere la fase a eliminazione diretta della Champions League femminile nelle ultime due edizioni (2022 e 2023).
Quella di domenica è stata una delle rare occasioni in cui una partita di Serie A femminile ha avuto luogo in un grande stadio come l’Allianz Stadium. Anche se la partita del 2019 tra Juventus e Fiorentina, sempre giocata nello stesso impianto, detiene ancora il record di spettatori con 39.027 presenze, la sfida contro la Roma ha attirato un numero considerevole di tifosi. Tuttavia, come nel caso della partita del 2019, anche questa volta i biglietti erano gratuiti.
Il pubblico che segue il calcio femminile in Italia, sia negli stadi che in televisione, è in crescita, ma i numeri sono ancora lontani da quelli della Serie A maschile o dei campionati femminili di altre nazioni, come l’Inghilterra.
Secondo l’ultimo report della FIGC per la stagione 2022-2023, l’affluenza media per una partita di Serie A femminile era di 465 spettatori, un numero esiguo se paragonato ai 29.371 della Serie A maschile o ai 2.000 della Serie A di pallavolo femminile. Tuttavia, è da notare che nel 2017-2018 la media era di soli 208 spettatori per partita, quindi il trend è in crescita.
In altre parti d’Europa, il calcio femminile sta registrando numeri molto superiori. Squadre come Arsenal, Barcellona e Manchester United raggiungono regolarmente più di 10.000 spettatori a partita.
Ad esempio, i biglietti per vedere l’Arsenal, che gioca nello stesso stadio della squadra maschile, costano tra i 10 e i 28 euro, mentre quelli per assistere a una partita del Barcellona, considerata una delle migliori squadre femminili, vanno dai 16 ai 39 euro. In Italia, invece, i prezzi per vedere una partita della Roma femminile sono molto più bassi, variando tra i 3 e i 12 euro.
Non è solo il pubblico negli stadi a crescere, ma anche l’audience televisiva del calcio femminile. Nel 2018-2019, quando le partite venivano trasmesse su Sky, l’audience media era di circa 68.617 spettatori. Nel 2022-2023, la cifra è salita a 119.256 su La7. Attualmente, i diritti televisivi sono detenuti da DAZN e Rai, che trasmettono le partite della Serie A femminile, con la Rai che manda in onda una partita in chiaro a settimana.
La partita Juventus-Roma è stata trasmessa su Rai 2, attirando 432.000 spettatori con uno share del 4,3%, un dato leggermente inferiore rispetto ai 440.000 spettatori che avevano seguito la Supercoppa italiana tra le stesse squadre lo scorso gennaio.
I diritti televisivi della Serie A femminile per la stagione 2023-2024 sono stati acquistati da DAZN e Rai per poco più di un milione di euro. Per confronto, i diritti per trasmettere la Serie A maschile nello stesso periodo sono stati venduti per circa 900 milioni di euro a stagione. Anche la Women’s Super League inglese ha registrato cifre molto superiori: Sky Sports e la BBC hanno pagato circa 8,5 milioni di euro per i diritti del campionato femminile inglese per la stagione 2024-2025.
Negli ultimi anni, il calcio femminile in Italia ha iniziato a guadagnare sempre più rilevanza, in particolare grazie all’introduzione di squadre femminili da parte dei principali club maschili, come Juventus, Milan e Inter. Questo fenomeno è stato possibile dal 2015, quando la FIGC ha permesso ai club maschili di istituire squadre femminili affiliate. In parallelo, il successo della Nazionale italiana femminile ai Mondiali del 2019, dove raggiunse i quarti di finale, ha contribuito ad accrescere l’interesse e l’esposizione mediatica.
Nonostante i progressi, il calcio femminile italiano non ha ancora raggiunto i livelli di popolarità e successo che si vedono in altri paesi europei come l’Inghilterra e la Spagna, che si sono giocate l’ultima finale del Mondiale femminile. Attualmente, le uniche occasioni in cui il calcio femminile riesce a catturare un pubblico più ampio sono quelle in cui si lega a quello maschile, come nel caso di Juventus-Roma, giocata in uno stadio di rilievo e seguita dai tifosi delle rispettive squadre maschili.
In ogni caso, i dati sono incoraggianti. Il numero di calciatrici tesserate in Italia sta crescendo costantemente: nel 2022-2023 si contavano 42.852 calciatrici registrate alla FIGC, un aumento significativo rispetto alle 18.854 del 2008-2009. Anche le ragazzine che giocano a calcio sono aumentate, passando da 6.628 nel 2008-2009 a 17.721 nel 2022-2023.
Questi numeri mostrano un interesse crescente, anche se l’Italia è ancora lontana dai numeri di paesi come l’Inghilterra, che conta oltre 200.000 calciatrici tesserate, o persino il Belgio, che pur avendo una popolazione molto più piccola, conta circa 10.000 calciatrici in più rispetto all’Italia.
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