Dall’Atalanta, fresca di vittoria in Europa League, alla Roma. Passando per Fiorentina, Genoa, Milan e Roma
È ufficiale da ieri: l’Inter è di Oaktree. Nel comunicato il fondo statunitense ha voluto ripercorrere le tappe del prestito concesso a Steven Zhang e ha ribadito, senza giri di parole, di aver “fornito alle holding dell’Inter le risorse necessarie per stabilizzare la situazione finanziaria del club e continuare così a operare, garantendo anche il pagamento di giocatori e dipendenti. Nei tre anni trascorsi dall’intervento di emergenza di Oaktree, l’Inter ha vinto la sua ottava e nona Coppa Italia, si è assicurata la sesta, settima e ottava Supercoppa, e ha guadagnato il 20° scudetto e la storica seconda stella, oltre ad aver raggiunto la finale di Champions per la prima volta dal 2010”.
Ma ai tifosi nerazzurri interessa soltanto la continuità aziendale e Oaktree ha chiarito che “intende lavorare a stretto contatto con l’attuale team di gestione dell’Inter, con i partner, con la Lega e con gli organi di governo dello sport per garantire che il club sia posizionato per il successo dentro e fuori dal campo, concentrandosi su una gestione e una governance solide con una visione di crescita sostenibile e di successo”. Con l’Inter adesso sono sette le proprietà statunitense in serie A, considerando che potrebbero diventare otto in caso di promozione del Venezia e che il Bologna non può essere inserito in questa lista perché canadese. Ma vediamo, in ordine alfabetico, quali sono.
Atalanta
Ha appena conquistato il punto più alto della sua ultracentenaria storia vincendo l’Europa League a Dublino, rifilando tre gol al Bayer Leverkusen con la tripletta di Lookman. Nel 2022 il 55% dell’Atalanta è stato acquisito da un gruppo di investitori, tra i quali figura Stephen Pagliuca che ora è ufficialmente il co-chairman della Dea. Tra le altre cose è anche co-proprietaria della franchigia Nba dei Boston Celtics. E ora sogna altri successi dopo il trionfo europeo, che la fa qualificare in Champions e alla finale di Supercoppa Europea. Sfiderà la vincente della Champions e il 1° giugno a Wembley si sfidano il Real Madrid e il Borussia Dortmund.
Fiorentina
Attesa alla seconda finale di fila di Conference, giocherà il 29 maggio contro l’Olympiacos ad Atene (dopo aver perso contro il West Ham nella scorsa stagione), la Fiorentina dal 2019 è di proprietà dell’italo-statunitense Rocco Commisso. È entrato nel calcio italiano (sembrava potesse acquistare, in passato, il Milan) forte dell’esperienza con i New York Cosmos e delle sue radici calabresi, essendo nato a Marina di Gioiosa Ionica e partito oltreoceano a 12 anni. A fine stagione Commisso sarà impegnato nel cambio allenatore. Sembra concluso, infatti, il ciclo di Vincenzo Italiano, un tecnico che piace molto al Napoli.
Genoa
Anche il Genoa di Alberto Gilardino è di proprietà statunitense. Dopo 18 lunghi anni di gestione, nel 2021 Enrico Preziosi ha ceduto il club rossoblù alla società 777 Partners che detiene le quote di diverse realtà all’estero: Standard Liegi in Belgio, Hertha Berlino in Germania, Red Star in Francia, Vasco da Gama in Brasile, Malbourne Victory in Australia e – appunto – Genoa in Italia. A queste si aggiunge in Spagna il Siviglia, dove però è socio di minoranza. Insomma, una bella realtà. Tornata in A nella scorsa stagione, quest’anno i Grifoni con Gilardino (c’è da ufficializzare il rinnovo) hanno raggiunto una salvezza più che tranquilla, senza mai essere in affanno e mostrando un ottimo calcio. E questo ha spinto la società a trattenere il suo allenatore, felice di restare sulla panchina del Genoa.
Inter
Dell’Inter abbiamo detto. Per non aver ripagato il prestito (più interessi) di 375 milioni di euro, Steven Zhang ha perso il club di viale della Liberazione (da vedere se intraprenderà le vie legali). Ora comanda Oalktree, ma esistono dei tempi tecnici di transizione che permetteranno al nuovo corso di decollare davvero. Come è ormai noto, il management interista non sarà stravolto, ma cambierà il Consiglio di amministrazione. I due consiglieri in quota Oaktree – Amedeo Carassai e Carlo Marchetti (quest’ultimo potrebbe avere un ruolo significativo) – si dimetteranno dal Cda, che sarà sciolto. Successivamente il collegio sindacale chiederà a Steven Zhang (presidente in pectore) di convocare una nuova assemblea dei soci e quando questo avverrà serviranno una ventina di giorni circa per l’elezione del nuovo Cda (a metà giugno).
Milan
A Milano si respira aria statunitense. Per la prima volta entrambi i club del capoluogo lombardi sono contemporaneamente di proprietà americana. Il Milan ha intrapreso con anni di anticipo il percorso che adesso è dell’Inter. Silvio Berlusconi aveva ceduto dopo 31 anni il club rossonero al (misterioso) cinese Yonghong Li il 13 aprile 2017. Ma il 10 luglio 2018 la Elliott Management Corporation comunica di aver assunto il controllo del club a seguito dell’inadempimento del proprietario cinese delle proprie obbligazioni verso il fondo d’investimento americano (Elliot aveva prestato 303 milioni di euro a Yonghong Li affinché onorasse gli impegni assunti verso Fininvest e completasse il closing). Dopo aver conquistato lo scudetto numero 19 il 22 maggio 2022, il 31 agosto 2022 RedBird ha acquisito per 1,2 miliardi di euro il Milan dal fondo Elliott: la società di Gerry Cardinale è anche al comando del Tolosa, in Ligue 1.
Parma
Ed eccoci al Parma. Il club emiliano è l’altra new entry a stelle e strisce della nostra serie A 2024-2025. Però, non in quanto protagonista di un avvicendamento societario ma perché promossa dalla serie B dopo la vittoria del campionato. L’imprenditore Kyle Krause ha infatti acquistato il club emiliano nel 2020 e si è detto pronto al ritorno nella massima divisione dopo una stagione trionfale al piano inferiore. L’obiettivo dichiarato era quello di riportare tra i grandi una squadra, il Parma, appunto, che è stata grande protagonista negli anni ’90 con dei trionfi importantissimi: tre Coppe Italia, una Supercoppa Italiana, una Coppa delle Coppe, due Coppe Uefa (adesso Europa League) e una Supercoppa Europea.
Roma
Infine, la Roma completa la rassegna delle “sette sorelle” statunitensi. Dopo una trattativa lunga diversi mesi durante la pandemia di coronavirus del 2020, hanno visto passare di mano la proprietà del club da James Pallotta a Friedkin Group. Dan Friedkin è così diventato il 25° presidente della Roma succedendo al suo connazionale, con il gruppo che ha poi acquisito anche i francesi del Cannes. E adesso sognano la qualificazione alla prossima Champions con Daniele De Rossi in panchina.