È diventato virale il simpatico sfogo di Gianluca Marchetti, allenatore del Villa Santa Maria, al termine del match contro il Faresina, valido per la 20esima giornata del girone B di seconda categoria. Durante una “colorita” intervista rilasciata ad AbruzzoWebTV.it ha elencato le festività che da inizio anno vedono i suoi giocatori protagonisti nei festeggiamenti e meno sul campo
Il mondo del calcio dilettantistico abruzzese continua a riservare sorprese e momenti di grande colore, e la seconda categoria non fa eccezione. Recentemente, l’allenatore Gianluca Marchetti, alla guida del Villa Santa Maria, ha catturato l’attenzione dei media e dei tifosi con una dichiarazione che è rapidamente diventata virale. L’intervista “colorita” rilasciata ad AbruzzoWebTV.it ha visto il simpatico sfogo del tecnico che ha elencato le festività che da inizio anno vedono i suoi giocatori protagonisti nei festeggiamenti e meno sul campo. Dopo un pareggio avvincente contro il Faresina, Marchetti ha espresso il suo disappunto per le condizioni della sua squadra, rimaneggiata a causa di un calendario di festeggiamenti che sembra non avere fine.
La ventunesima giornata del girone B di seconda categoria ha visto il Villa Santa Maria affrontare il Faresina in un match ricco di emozioni, terminato con un pirotecnico 3-3. Nonostante il risultato positivo, il mister era visibilmente frustrato per la mancanza di effettivi a causa delle celebrazioni che hanno coinvolto i suoi calciatori. Durante l’intervista post-partita rilasciata a Abruzzo WebTV.it, Marchetti ha scherzosamente descritto i suoi giocatori come “festaioli”, sottolineando come le festività locali stessero influenzando le prestazioni della squadra.
“Eravamo un sacco rimaneggiati perchè i miei calciatori sono tutti festaioli – ha rivelato Marchetti ai microfoni di Abruzzo Web TV – In questo periodo c’è Carnevale e si fa festa. Ad agosto, a inizio stagione, c’è Ferragosto e la gente non viene al campo, poi a settembre la festa di Lanciano e poi a ottobre c’è l’Oktoberfest. A novembre i morti e i Santi, a dicembre c’è Natale che ve lo dico a fare e gennaio manco a nominarlo… io ho una squadra di tutti festaioli che vanno in giro per feste, che prima vanno alle feste e poi vengono a giocare la domenica. Se non arrivano i miei giocatori alle feste non si cominciano”, ha affermato Marchetti, elencando una serie di eventi festivi che hanno caratterizzato il calendario recente:
Ogni occasione sembra essere un’opportunità per i giocatori di divertirsi, a discapito della loro presenza in campo. Praticamente, un calendario ricco di impegni che sembra distrarre i calciatori del Villa Santa Maria, con la squadra che risiede a metà della classifica del del girone B di seconda categoria, distante però soli 2 punti dai play-off, insieme proprio al Faresina. “Senza i miei calciatori le feste non iniziano”, ha proseguito Marchetti, raccontando con un sorriso di come un presentatore sul palco, durante un evento, abbia addirittura detto: “Ora la festa può cominciare” vedendo due dei suoi giocatori. Tuttavia, nonostante il tecnico abbia evidentemente dovuto fare affidamento a qualche rincalzo, il Villa Santa Maria è riuscito a portare a casa un pirotecnico 3-3.
Questo sfogo, pur rivestito di toni scherzosi, mette in luce una realtà comune nel calcio dilettantistico. Molti giocatori, spesso impegnati nel lavoro e nella vita quotidiana, vedono nel calcio una forma di svago e di socializzazione. Le festività, che possono includere eventi culturali, religiosi e tradizionali, diventano quindi momenti di aggregazione e di festa. Tuttavia, questa stessa cultura del divertimento può portare a situazioni complicate per le squadre, specialmente quando le aspirazioni sportive si scontrano con la vita sociale dei giocatori.
L’allenatore Marchetti si trova a dover bilanciare le esigenze di una squadra che aspira a obiettivi ambiziosi, come i play-off, con le realtà di una rosa composta da atleti che, pur amando il calcio, desiderano anche partecipare attivamente alla vita della comunità. Attualmente, il Villa Santa Maria si trova a metà classifica, con solo due punti di distanza dai play-off, rendendo la situazione ancora più delicata.
Il caso di Gianluca Marchetti non è isolato. In molte realtà calcistiche dilettantistiche, gli allenatori si trovano a dover affrontare il problema delle assenze per motivi personali e sociali. In alcuni casi, le scelte dei giocatori di partecipare a eventi possono sembrare comprensibili, ma è fondamentale che vi sia un equilibrio tra vita personale e impegno sportivo.
Il pareggio 3-3 con il Faresina, sebbene positivo, nasconde insidie. La dipendenza da alcuni giocatori chiave, che potrebbero non essere sempre disponibili, pone interrogativi sulla gestione del gruppo e sulla capacità di fare affidamento su una rosa più ampia. Marchetti, pur esprimendo le sue preoccupazioni in modo ironico, sta lanciando un messaggio importante: la necessità di una maggiore dedizione e di un impegno costante, nonostante le tentazioni delle festività.
In questo contesto, la figura dell’allenatore diventa cruciale. Non solo come stratega in campo, ma anche come leader capace di motivare e unire i propri giocatori intorno a un obiettivo comune. La responsabilità di un allenatore non si limita a dare indicazioni tecniche, ma si estende anche alla costruzione di un senso di appartenenza e di identità all’interno della squadra.
La storia di Gianluca Marchetti e del suo Villa Santa Maria rappresenta un microcosmo delle sfide che affrontano molte realtà calcistiche dilettantistiche in Italia. La passione per il calcio si intreccia indissolubilmente con la vita quotidiana e le tradizioni locali, e il dibattito aperto dall’allenatore mette in evidenza l’importanza di trovare un equilibrio tra impegno sportivo e celebrazione delle tradizioni.
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